Consiglio di Stato sezione VI sentenza 4 settembre 2015, n. 4115 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 8346 del 2013, proposto dal Consorzio per le Ri. e dalla Società B., in persona dei legali...
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Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 4 settembre 2015, n. 4125. L’ordine di demolizione di un abuso edilizio è rivolto al “proprietario” ed al “responsabile” dell’abuso in forma congiunta e simultanea, ai sensi dell’art. 31, comma 2, del dpr. 6 giugno 2001, n. 380. La sentenza ha precisato che i due soggetti (proprietario e responsabile) sono entrambi tenuti a ripristinare il corretto assetto edilizio.
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 4 settembre 2015, n. 4125 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 5148 del 2015, proposto da: Po.Gi., rappresentato e difeso dagli avvocati Eu.Co. e Pa.Co., con domicilio eletto...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 4 settembre 2015, n. 4116. I manufatti non precari, ma funzionali a soddisfare esigenze stabili nel tempo vanno considerati come idonei ad alterare lo stato dei luoghi, a nulla rilevando la precarietà strutturale del manufatto, la potenziale rimovibilità della struttura e l’assenza di opere murarie. La precarietà dell’opera, che esonera dall’obbligo del possesso del permesso di costruire, ai sensi dell’art. 3, comma 1, lett. e.5) del D.P.R. n. 380 del 2001, postula un uso specifico e temporalmente delimitato del bene e non ammette che lo stesso possa essere finalizzato al soddisfacimento di esigenze non eccezionali e contingenti, ma permanenti nel tempo
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 4 settembre 2015, n. 4116 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 3745 del 2014, proposto dalla soc. ASD To. S.r.l. (anche in qualità di capogruppo di A.T.I. con...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 7 settembre 2015, n. 4146. Nel processo amministrativo, a norma dei commi 1 e 2 dell’art. 22 c.p.a., davanti agli organi della giurisdizione amministrativa, le parti devono avvalersi obbligatoriamente del ministero di avvocati e, davanti al Consiglio di Stato, di avvocati ammessi al patrocinio innanzi alle giurisdizioni superiori. L’assistenza tecnica obbligatoria costituisce il riflesso dell’inviolabilità del diritto di difesa predicato dall’art. 24, comma 2, Cost. e rappresenta una regola generale cui la legge può derogare, salvo il limite dell’effettività della garanzia della difesa su un piano di uguaglianza. Trattasi di un diritto irrinunciabile relativamente al quale sono da considerare eccezioni alla regola sul patrocinio obbligatorio, i casi di difesa personale della parte previsti dall’art. 23 c.p.a. che proprio in quanto tali non ammettono interpretazione estensiva o analogica.
Consiglio di Stato sezione V sentenza 7 settembre 2015, n. 4146 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA ex artt. 38 e 60 cod. proc. amm. sul ricorso iscritto in appello al numero di registro generale 1677 del 2015, proposto da:...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 7 settembre 2015, n. 4138. La giurisdizione del giudice si determina sulla base domanda e, ai fini del riparto tra giudice ordinario e giudice amministrativo, rileva non già la prospettazione delle parti, quanto piuttosto il c.d. petitum sostanziale, da identificarsi non solo e non tanto in funzione della concreta statuizione che si chiede al giudice, ma in funzione della c.d. causa petendi, cioè dell’intrinseca natura della posizione giuridica dedotta in giudizio ed individuata dal giudice sulla base dei fatti e degli atti posti a sostegno della pretesa giudiziale
Consiglio di Stato sezione V sentenza 7 settembre 2015, n. 4138 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso iscritto in appello al numero di registro generale 8882 del 2006, proposto da: -OMISSIS-, rappresentata e difesa dagli avv. Lu.Pa. e...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 4 settembre 2015, n. 4114. Appartiene alla giurisdizione del giudice amministrativo, ai sensi dell’art. 133, comma 1, lett. l) e 134, comma 1, lett. c), c.p.a., la controversia relativa all’intimazione di pagamento delle maggiorazioni da ritardato pagamento della sanzione, di cui all’art. 27, comma 6, L. n. 689 del 1981, atteso il carattere parimenti sanzionatorio di tale atto, strumentale non alla mera esecuzione, ma alla determinazione dell’an e del quantum delle sanzioni aggiuntive accessorie a quella principale, tale soluzione rispondendo, peraltro, ad una interpretazione costituzionalmente orientata che impone, al fine di assicurare la funzionalità del sistema processuale, di escludere il frazionamento della medesima materia tra Autorità giudiziarie diverse
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 4 settembre 2015, n. 4114 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA SENTENZA PARZIALE E CONTESTUALE ORDINANZA DI RINVIO PREGIUDIZIALE ALLA CORTE DI GIUSTIZIA DELL’UNIONE EUROPEA sul ricorso numero di registro generale 2384 del 2013,...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 1 settembre 2015, n. 4098. La nomina del relatore di una causa non è un atto di natura giurisdizionale. Il principio fondamentale che regola l’assegnazione del lavoro ai magistrati deve essere quello enunciato dall’art. 25, primo comma, della Costituzione, secondo il quale “nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge” (c.d. principio del giudice naturale). Tale principio implica che il giudice di ogni controversia deve essere precostituito, ovvero deve essere determinato in base a criteri generali con riferimento a situazioni astratte che non si siano ancora verificate e che si realizzeranno solo in futuro
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 1 settembre 2015, n. 4098 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 586 del 2015, proposto da: Pi.Li. ed altri, rappresentati e difesi dall’avv. Gi.Ab., con domicilio eletto presso...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 28 luglio 2015, n. 3727. In tema di successione a titolo particolare nel diritto controverso – ossia, nel giudizio amministrativo di tipo impugnatorio, nel titolo sottostante all’interesse legittimo fatto valere in giudizio – qualora, in caso di soccombenza del dante causa e, di riflesso, del successore, l’impugnazione sia proposta dal successore a titolo particolare con notificazione dell’impugnazione alla sola controparte del dante causa, senza che la controparte sollevi obiezioni, deve ritenersi verificata l’estromissione del dante causa dal giudizio
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 28 luglio 2015, n. 3727 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 3256 del 2011, proposto da: Fu. s.r.l., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 20 agosto 2015, n. 3952. È legittima la decadenza dal concorso dell’unico candidato che non si è presentato a sostenere le prove scritte. Nel caso di specie la clausola del bando che prevedeva questa decadenza non è stata tempestivamente impugnata dall’interessato, e che essa in ogni caso garantiva la par condicio tra i concorrenti, e non poteva perciò essere disapplicata o derogata
Consiglio di Stato sezione V sentenza 20 agosto 2015, n. 3952 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 3153 del 2006, proposto da: Na.Si., rappresentato e difeso dall’avv. Si.Na., con domicilio eletto presso Sa. in...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 26 agosto 2015, n. 3988. La pubblica amministrazione non può usucapire le aree che erano state illegittimamente occupate e trasformate in modo definitivo con l’opera pubblica realizzata. La sentenza ha precisato che in questo modo si impedirebbe al proprietario di chiedere l’applicazione dell’art. 42 bis del dpr 327/2001, che prevede l’indennizzo per il pregiudizio, patrimoniale e non patrimoniale
Consiglio di Stato sezione V sentenza 26 agosto 2015, n. 3988 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 7608 del 2014, proposto da: Comune di Empoli, in persona del Sindaco in carica, rappresentato e difeso...