In presenza di un vincolo, attestato dal rilascio di un parere della Soprintendenza, parere che è presupposto per il rilascio di un permesso di costruire, diventano irrilevanti le percentuali degli aumenti di volume, che, ai soli fini edilizi, potrebbero rientrare nelle tipologie di cui all’art. 32 del T.U. dell’edilizia. Se la difformità, per l’esistenza del...
Categoria: Consiglio di Stato 2016
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 13 maggio 2016, n. 1947
La tutela storico-artistica protegge non già un’opera dell’ingegno dell’autore, ma un’oggettiva testimonianza materiale di civiltà: la quale, nella sua consistenza effettiva e attuale, ben può risultare da interventi successivi e sedimentati nel tempo, tali da dar luogo ad un manufatto storicamente complesso e comunque parzialmente diverso da quello originario. Non rileva, pertanto, ai fini del...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 13 maggio 2016, n. 1952.
La sentenza con cui il giudice ha dichiarato il diritto del lavoratore o dell’assicurato a ottenere spettanze retributive o pensionistiche ed ha condannato il datore di lavoro o l’ente previdenziale al pagamento dei relativi arretrati “nei modi e nella misura di legge” oppure “con la decorrenza di legge”, senza precisare in termini monetari l’ammontare del...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 13 maggio 2016, n. 1951.
In tema di abusi edilizi, l’acquisizione al patrimonio del Comune dell’area sulla quale insiste la costruzione, pur differenziandosi dalla stretta e immediata misura ripristinatoria insita nell’ordine di demolizione, partecipa della stessa natura reale di tale sanzione, in quanto concorre a rendere effettiva l’efficacia ripristina tria dell’ordine giuridico violato. E’ evidente che non si tratta di...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 16 maggio 2016, n. 1987.
In tema di elezioni amministrative, le invalidità che inficiano il procedimento di autenticazione delle sottoscrizioni degli elettori, che accettano la candidatura o che presentano come delegati le liste, non assumono un rilievo meramente formale: le specifiche regole legislative mirano a garantire la genuinità delle sottoscrizioni e ad impedire abusi e contraffazioni, con la conseguenza che...
Va dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo in ordine alla domanda di risarcimento del danno derivante non già dall’illegittimità dell’atto amministrativo adottato bensì dal più generale comportamento negligente della pubblica amministrazione. Difatti, tale affermazione di responsabilità consegue alla individuazione di un danno che, lungi dal discendere come conseguenza diretta da un provvedimento amministrativo lesivo di interessi legittimi (o dalla mancata o ritardata adozione di tale atto), con ciò radicando la giurisdizione del giudice amministrativo, discende invece dall’accertamento di un generale comportamento negligente e/o omissivo della pubblica amministrazione in sede di controllo sugli organi, lesivo del principio del neminem ledere, e del tutto prescindente dall’esercizio di un potere amministrativo ovvero dal mancato esercizio di un potere amministrativo obbligatorio (ex art. 30, co. 2) concretizzantesi (o meno) in una adozione di provvedimento amministrativo illegittimo. Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 5 maggio 2016, n.1808
CONSIGLIO DI STATO SEZIONE IV SENTENZA 5 maggio 2016, n.1808 SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 5113 del 2015, proposto da: Expo 2015 S.p.A., rappresentato e difeso dagli avv. Guido Greco, Manuela Muscardini, Angelo Clarizia, con domicilio eletto presso Angelo Clarizia in Roma, Via Principessa Clotilde n.2; contro Costruzioni Perregrini Srl in proprio e...
È legittima l'esclusione da una gara per il servizio di illuminazione pubblica di un Comune se l'offerta tecnica era difforme ed inadeguata rispetto a ciò che era stabilito nel capitolato speciale. La motivazione della sentenza ha precisato che in tal modo vi era un'inadeguatezza tecnologica degli impianti, e ciò comportava una diminuzione nella qualità degli stessi: Consiglio di Stato,s ezione V, sentenza 5 maggio 2016, n. 1809.
Consiglio di Stato sezione V sentenza 5 maggio 2016, n. 1809 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale Sezione Quinta ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 10087 del 2015, proposto dalla Co., s.r.l., in proprio e quale capogruppo mandataria del raggruppamento temporaneo di...
È illegittimo il diniego alla richiesta di accesso ai verbali degli Ispettori del lavoro, motivato con il diritto alla riservatezza dei lavoratori che avevano espresso delle dichiarazioni che erano state inserite in questi verbali. Nel caso di specie, tra i lavoratori e la società che ha chiesto l'accesso non vi era un rapporto di lavoro da più di tre anni, e la sentenza ha ritenuto che fosse prevalente, sul diritto alla riservatezza, il diritto alla difesa della società che ha chiesto. Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 6 maggio 2016, n. 1835.
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 6 maggio 2016, n. 1835 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale Sezione Sesta ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 11 del 2016, proposto da: Op. Co. s.r.l., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e...
Nel caso in cui la Soprintendenza ravvisi un vizio di motivazione dell'atto comunale di autorizzazione, deve indicare in modo puntuale quali siano le ragioni del contrasto dell'opera con il contesto paesaggistico. Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 5 maggio 2016, n. 1767.
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 5 maggio 2016, n. 1767 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale Sezione Sesta ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 4876 del 2013, proposto da: Pa. Ci.e Gi. Ci., rappresentati e difesi dall’avvocato Irene Gi. Be., con...
L'errore di fatto idoneo a fondare la domanda di revocazione, ai sensi del combinato disposto degli artt. 106 c.p.a. e 395 n. 4, c.p.c., deve rispondere a tre requisiti: a) derivare da una pura e semplice errata od omessa percezione del contenuto meramente materiale degli atti del giudizio, la quale abbia indotto l'organo giudicante a decidere sulla base di un falso presupposto fattuale, ritenendo così un fatto documentale escluso, ovvero inesistente un fatto documentale provato; b) attenere ad un punto non controverso e sul quale la decisione non abbia espressamente motivato; c) essere stato un elemento decisivo della decisione da revocare, necessitando perciò un rapporto di causalità tra l'erronea presupposizione e la pronuncia stessa. Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 5 maggio 2016, n. 1824.
Consiglio di Stato sezione V sentenza 5 maggio 2016, n. 1824 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale Sezione Quinta ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso per revocazione numero di registro generale 9985 del 2015, proposto da: Consorzio Si. a r.l., in persona del legale rappresentante in...