Consiglio di Stato sezione V sentenza 11 settembre 2015, n. 4250 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA ex artt. 38 e 60 cod. proc. amm. sul ricorso numero di registro generale 5690 del 2015, proposto dal sig. An.Be., rappresentato e...
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Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 11 settembre 2015, n. 4253. È illegittimo l’affidamento diretto di un servizio pubblico da parte di un Comune ad una società che ha un socio privato. La presenza di un socio privato nella società rende impossibile alla stazione appaltante di esercitare su di essa lo stesso controllo che è svolto nei confronti dei propri uffici
Consiglio di Stato sezione V sentenza 11 settembre 2015, n. 4253 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso in appello numero di registro generale 2037 del 2015, proposto da: Am. s.p.a. in persona del legale rappresentante, rappresentata e difesa...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 11 settembre 2015, n. 4255. È legittimo, nel quadro della riorganizzazione della viabilità minore nel Comune, il “declassamento” di una strada vicinale, se tale strada serviva al servizio esclusivo soltanto di tre sparse unità immobiliari. La sentenza ha ritenuto che da un lato non era stata fornita la prova dell’utilizzo pubblico “immemorabile” di questa strada per il transito di una comunità indifferenziata, e che dall’altro lato non vi era la presenza di esigenze pubbliche collegate all’utenza generale
Consiglio di Stato sezione V sentenza 11 settembre 2015, n. 4255 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 1462 del 2006, proposto da: Be.Ma., rappresentato e difeso dall’avv. Lu.Bi., con domicilio eletto presso Gi.Ba. in...
Consiglio di stato, sezione III, sentenza 14 settembre 2015, n. 4264. L’esercizio del potere di autotutela su provvedimenti che comportano illegittimo esborso di denaro pubblico prescinde da una particolare motivazione essendo l’interesse pubblico in re ipsa, nel fatto oggettivo dell’indebita erogazione di somme a carico del pubblico erario non potendo nemmeno rilevare lo stato di buona fede del percipiente per mutare la doverosità del recupero. L’emissione dell’atto, vincolato e non autoritativo, di recupero di somme erroneamente corrisposte dall’Amministrazione in mancanza di previa comunicazione dell’avvio del procedimento, pur costituendo infrazione al generale dovere di trasparenza, non costituisce causa di illegittimità dell’atto stesso, ferma restando la possibilità per l’interessato di contestare errori di conteggio e di chiedere, nel termine di prescrizione, la restituzione di quanto trattenuto
Consiglio di Stato sezione III sentenza 14 settembre 2015, n. 4264 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 9037 del 2009, proposto da: Cl. Bo., Pa.Mu., Ma.Ba., rappresentati e difesi dall’avv. An.Mo., con domicilio eletto...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 1 settembre 2015, n. 4088. È illegittimo il permesso di costruire con riconoscimento del “premio volumetrico” del 20% se l’intervento edilizio non ha come oggetto un’area degradata. La sentenza ha precisato che l’intervento edilizio deve consistere nella demolizione e ricostruzione e non nell’ampliamento dell’edificio esistente
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 1 settembre 2015, n. 4088 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 9055 del 2014, proposto da: Comune di Battipaglia, in persona del Commissario straordinario pro-tempore, rappresentato e difeso...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 1 settembre 2015, n. 4100. È esclusa dalla gara la società che ha preso in affitto un ramo d’azienda di altra impresa, ma non ha allegato le dichiarazioni degli amministratori con rappresentanza o del direttore tecnico dell’impresa “cedente”, ai sensi dell’art. 38, comma 1, lett. c) del Codice dei contratti pubblici. L’affitto del ramo d’azienda comporta l’obbligo di queste dichiarazioni degli amministratori e tecnici dell’impresa “cedente”
Consiglio di Stato sezion IV sentenza 1 settembre 2015, n. 4100 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 2442 del 2015, proposto da: Sa. Srl, in persona del legale rappresentante in carica rappresentato e difeso...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 4 settembre 2015, n. 4120. Allo stato e pur dopo l’abolizione dell’art. 23-bis del DL 112/2008 e del conseguente art. 15 del DL 25 settembre 2009 n. 135 (conv. modif. dalla l. 20 novembre 2009 n. 166) ad opera del referendum ed in forza del DPR 18 luglio 2011 n. 113, gli artt. 113 e ss. del d. lgs. 18 agosto 2000 n. 267 hanno regolato l’intera materia sulle forme giuridiche di prestazione dei servizi pubblici locali, determinando l’abrogazione delle leggi anteriori che regolavano quelle inerenti ai i singoli servizi
Consiglio di Stato sezione III sentenza 4 settembre 2015, n. 4120 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso n. 10236/2011 RG, proposto dall’Associazione sindacale dei titolari di farmacia privata – FE. della Provincia di Arezzo, in persona del Presidente...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 4 settembre 2015, n. 4115. Pur inquadrando la responsabilità della Pubblica Amministrazione da provvedimento illegittimo nell’ambito del modello aquiliano, il privato può provare la colpa dell’Amministrazione anche semplicemente dimostrando l’illegittimità del provvedimento lesivo, illegittimità la quale, pur non identificandosi nella colpa, costituisce, tuttavia, un indizio (grave, preciso e concordante) idoneo a fondare una presunzione (semplice) di colpa, che l’Amministrazione può vincere dimostrando elementi concreti da cui possa evincersi la scusabilità dell’errore compiuto
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 4 settembre 2015, n. 4115 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 8346 del 2013, proposto dal Consorzio per le Ri. e dalla Società B., in persona dei legali...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 4 settembre 2015, n. 4125. L’ordine di demolizione di un abuso edilizio è rivolto al “proprietario” ed al “responsabile” dell’abuso in forma congiunta e simultanea, ai sensi dell’art. 31, comma 2, del dpr. 6 giugno 2001, n. 380. La sentenza ha precisato che i due soggetti (proprietario e responsabile) sono entrambi tenuti a ripristinare il corretto assetto edilizio.
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 4 settembre 2015, n. 4125 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 5148 del 2015, proposto da: Po.Gi., rappresentato e difeso dagli avvocati Eu.Co. e Pa.Co., con domicilio eletto...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 4 settembre 2015, n. 4116. I manufatti non precari, ma funzionali a soddisfare esigenze stabili nel tempo vanno considerati come idonei ad alterare lo stato dei luoghi, a nulla rilevando la precarietà strutturale del manufatto, la potenziale rimovibilità della struttura e l’assenza di opere murarie. La precarietà dell’opera, che esonera dall’obbligo del possesso del permesso di costruire, ai sensi dell’art. 3, comma 1, lett. e.5) del D.P.R. n. 380 del 2001, postula un uso specifico e temporalmente delimitato del bene e non ammette che lo stesso possa essere finalizzato al soddisfacimento di esigenze non eccezionali e contingenti, ma permanenti nel tempo
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 4 settembre 2015, n. 4116 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 3745 del 2014, proposto dalla soc. ASD To. S.r.l. (anche in qualità di capogruppo di A.T.I. con...