Consiglio di Stato sezione IV sentenza 7 novembre 2014, n. 5488 PERMESSO DI COSTRUIRE REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 3444 del 2011, proposto da: DO.BI., rappresentato e difeso dagli avv. Al.Co., Ge.Ma., con...
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Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 2 dicembre 2014, n. 5957. Come nel caso degli accordi di programma aventi a oggetto la realizzazione di un'opera pubblica, anche nel caso dei Patti Territoriali devono considerarsi amministrazioni emananti tutte quelle che all'accordo stesso hanno partecipato
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 2 dicembre 2014, n. 5957 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA ex artt. 38 e 60 cod. proc. amm. sul ricorso in appello nr. 9002 del 2014, proposto dalla REGIONE LAZIO, in persona del...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 5 novembre 2014, n. 5476. Il Comune non può denegare le autorizzazioni per l'esercizio dell'attività di trasportatore su strada (attività di NCC), al ricorrente dei previsti presupposti, ma ha il potere di modulare l'esercizio di tale attività nell'ambito territoriale di competenza, al fine di non sacrificare (a fronte delle giuste esigenze di concorrenza e l'effettiva apertura del mercato) la tutela di interessi quali la tutela dei viaggiatori trasportati, la tutela delle condizioni di lavoro, la tutela ambientale, la tutela della sicurezza stradale anche alla luce della particolare morfologia del territorio
Consiglio di Stato sezione V sentenza 5 novembre 2014, n. 5476 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 1253 del 2014, proposto da: COMUNE DI CAPRI, in persona del Sindaco pro tempore, rappresentato e difeso...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 17 novembre 2014, n. 5627. L'appello nei confronti di una sentenza resa in sede di giudizio di ottemperanza va proposto entro il termine decadenziale dimidiato di tre mesi dalla pubblicazione della sentenza impugnata, così come previsto dal combinato disposto degli artt. 87, comma 3, e 92, comma 3, c.p.a., pena l'irricevibilità per tardività. A seguito delle modifiche apportate all'art. 87 comma 3, c.p.a. dal D.Lgs. n. 195/2011, appare chiaro che nel rito dell'ottemperanza, l'eccezione alla regola generale del dimezzamento dei termini processuali è circoscritta al solo giudizio di primo grado (e vale solo per il ricorso introduttivo, quello incidentale, e per i motivi aggiunti). Non vi è spazio per la rimessione in termini per errore scusabile
Consiglio di Stato sezione V sentenza 17 novembre 2014, n. 5627 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 1895 del 2013, proposto da: Ma.Gi. ed altri (…), rappresentati e difesi dall’avv. Pi.Ia., con domicilio eletto...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 17 novembre 2014, n. 5632. In materia di procedura di gara d'appalto, non sussiste un onere della parte ricorrente esclusa dalla procedura selettiva di dimostrare che, sulla base del contenuto dell'offerta presentata, avrebbe potuto vincere la gara. La parte interessata, con l'avversare la propria esclusione dalla gara (e solo di riflesso l'aggiudicazione della commessa ad un terzo), fa valere in giudizio il proprio interesse alla riammissione alla procedura, e perciò la pretesa che anche la propria offerta di gara formi oggetto di valutazione, da parte della Commissione, in comparazione con le altre. Tale essendo il contenuto del presente giudizio, si deve escludere la sussistenza di un onere della ricorrente di rivelare preventivamente, in sede contenziosa, il contenuto della propria offerta economica
Consiglio di Stato sezione V sentenza 17 novembre 2014, n. 5632 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 5246 del 2014, proposto dalla La. S.p.A., in proprio e quale mandataria del R.T.I. con So. Soc....
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 1 dicembre 2014, n. 5934. Le piazze pubbliche (in specie laddove rientranti nell'ambito dei centri storici) sono qualificabili come "beni culturali", ai sensi del comma 1 dell'art. 10, D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, indipendentemente dall'adozione di una dichiarazione di interesse storico. Non implica precarietà dell'opera, ai fini autorizzativi e dell'esenzione dal permesso di costruire, il carattere stagionale di essa, quando la stessa è destinata a soddisfare bisogni non provvisori attraverso la permanenza nel tempo della sua funzione, con la reiterazione della presenza del manufatto di anno in anno nella sola buona stagione.
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 1 dicembre 2014, n. 5934 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 6141 del 2013, proposto da: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI, nella persona del...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 4 novembre 2014, n. 5419. In mancanza di una definizione normativa, per mobbing si intende normalmente una condotta del datore di lavoro o del superiore gerarchico, complessa, continuata e protratta nel tempo, tenuta nei confronti di un lavoratore nell'ambiente di lavoro, che si manifesta con comportamenti intenzionalmente ostili, reiterati e sistematici, esorbitanti od incongrui rispetto all'ordinaria gestione del rapporto, espressivi di un disegno in realtà finalizzato alla persecuzione o alla vessazione del lavoratore, tale che ne consegua un effetto lesivo. A tal fine, la condotta di mobbing del datore di lavoro va esposta nei suoi elementi essenziali dal lavoratore, che non può limitarsi davanti al giudice a dolersi in maniera generica di esser vittima di un illecito, ovvero ad allegare l'esistenza di specifici atti illegittimi, dovendo quanto meno evidenziare qualche concreto elemento in base al quale il Giudice Amministrativo possa verificare la sussistenza nei suoi confronti di un più complessivo disegno preordinato alla vessazione o alla prevaricazione. Non si ravvisano gli estremi del mobbing nell'accadimento di episodi che evidenziano screzi o conflitti interpersonali nell'ambiente di lavoro e che per loro stessa natura non sono caratterizzati da volontà persecutoria essendo in particolare collegati a fenomeni di rivalità, ambizione o antipatie reciproche. In particolare nel lavoro "pubblico", per configurarsi una condotta di mobbing, è necessario un disegno persecutorio tale da rendere tutti gli atti dell'amministrazione, compiuti in esecuzione di tale sovrastante disegno, non funzionali all'interesse generale a cui sono normalmente diretti
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 4 novembre 2014, n. 5419 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 6246 del 2012, proposto da: CO.EM., rappresentata e difesa dagli avv. Fr.Va. ed altri, con domicilio eletto...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 1 dicembre 2014, n. 5927. In merito al ricorso esperito ai fini dell'annullamento del parere contrario alla condonabilità delle opere edilizie, espresso ai sensi dell'art. 32 della legge del 28 febbraio 1985, n. 47, per effetto del vincolo sopravvenuto, all'edificazione, si rileva che tale la circostanza non può condurre a considerare del tutto inesistente un vincolo di inedificabilità totale, ricadendo nella previsione di carattere generale contenuta nel primo comma dell'art. 32 della legge n. 47 del 1985, secondo cui il rilascio del titolo abilitativo edilizio in sanatoria per opere eseguite su immobili sottoposti a vincolo è subordinato al parere favorevole delle amministrazioni preposte alla tutela del vincolo stesso, da acquisire a prescindere dal requisito della anteriorità dell'opera rispetto al vincolo. In attuazione del principio tempus regit actum, invero, l'obbligo di pronuncia da parte dell'autorità preposta alla tutela del vincolo sussiste in relazione alla esistenza del vincolo al momento in cui deve essere valutata la domanda di sanatoria, a prescindere dall'epoca d'introduzione del vincolo. E appare altresì evidente che tale valutazione corrisponde alla esigenza di vagliare l'attuale compatibilità, con il vincolo, dei manufatti realizzati abusivamente
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 1 dicembre 2014, n. 5927 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 6314 del 2013, proposto da: ENTE PARCO NAZIONALE DEL CILENTO E DEL VALLO DI DIANO, nella persona...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 1 dicembre 2014, n. 5928. L'appello proposto dalla stazione appaltante nei confronti della sentenza che ha annullato gli atti di una procedura di gara d'appalto non deve essere notificato all'impresa che si era aggiudicata la gara, controinteressata nel giudizio di primo grado
Consiglio di Stato sezione V sentenza 1 dicembre 2014, n. 5928 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 7336 del 2014, proposto dall’ISTAT – ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA, rappresentato e difeso per legge dall’Avvocatura Generale...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 27 novembre 2014, n. 5887. Deve ammettersi, seppure in via restrittiva, la sussistenza di un provvedimento implicito, quando l'Amministrazione pur non adottando formalmente un provvedimento, ne determina univocamente i contenuti sostanziali, o attraverso un comportamento conseguente, ovvero determinandosi in una direzione, anche con riferimento a fasi istruttorie coerentemente svolte, a cui non può essere ricondotto altro volere che quello equivalente al contenuto del provvedimento formale corrispondente
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 27 novembre 2014, n. 5887 DEMOLIZIONE OPERE EDILIZIE REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 1082 del 2014, proposto dai CONDOMINII “GL.” “ED.” “LE.GI.”, in persona dei legali...