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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 5 marzo 2014, n. 5237. L'ascolto del minore, avente capacita' di discernimento, ha una rilevanza cognitiva, in quanto l'esito di quel colloquio puo' consentire al giudice di valutare direttamente se sussista o meno il fondato rischio, per il minore medesimo, di essere esposto, per il fatto del suo ritorno, a pericoli psichici, o comunque di trovarsi in una situazione intollerabile

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 5 marzo 2014, n. 5237 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LUCCIOLI Maria Gabriella – Presidente Dott. GIANCOLA Maria Cristina – Consigliere Dott. CAMPANILE Pietro – rel. Consigliere Dott. BISOGNI Giacinto – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 7 marzo 2014, n. 5394. La relazione extraconiugale della moglie si collocava in una epoca tale da non poter essere che conseguenza di una convivenza coniugale logorata non determinante per lo effetto l'addebito

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza  7 marzo 2014, n. 5394 Svolgimento del processo Con sentenza in data 19/03/2010, il Tribunale di Chiavari pronunciava la separazione giudiziale dei coniugi Q.F. e B.F., assegnava la casa coniugale al marito, al quale imponeva l’obbligo di provvedere in via esclusiva al mantenimento del figlio E. maggiorenne ma...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza n. 4175 del 21 febbraio 2014. In tema di prova di rapporto di filiazione

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza n. 4175 del 21 febbraio 2014 Ritenuto in fatto 1. – M.L. propose domanda diretta ad ottenere la dichiarazione giudiziale di paternità, assumendo di essere figlia di A.S., deceduto il 14 febbraio 1992. La domanda fu accolta con sentenza del Tribunale di Lecce del 24 settembre 1997, annullata...

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Corte di Cassazione, sezione III, ordinanza 26 febbraio 2014, n. 4538. La delibazione della sentenza ecclesiastica per esclusione da parte di uno soltanto dei coniugi del bonum matrimonii, è in contrasto con l'ordine pubblico italiano, ove detta esclusione sia rimasta inespressa nella sfera psichica del suo autore, e non sia stata pertanto conosciuta dall'altro coniuge

Suprema Corte di Cassazione sezione III ordinanza 26 febbraio 2014, n. 4538 Fatto e diritto In un procedimento di delibazione di sentenza ecclesiastica di nullità matrimoniale, tra L.S. e F.R. , la Corte d’Appello di Lecce, con sentenza in data 10/2/2011, rigettava la domanda. Ricorre per cassazione il L. . Non ha svolto attività difensiva...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 24 febbraio 2014, n. 4387. Nell’ipotesi in cui la nullità del matrimonio, in sede di giudizio ecclesiastico, sia stata fondata sulla divergenza unilaterale tra volontà dichiarata e volontà effettiva, poiché la tutela della buona fede e dell’affidamento costituisce un principio cardine del nostro ordine pubblico la conoscenza o conoscibilità di tale divergenza rispetto ai bona matrimonii, nella specie ravvisata nella riserva mentale relativa all’indissolubilità del vincolo, costituisce accertamento di fatto rimesso esclusivamente al giudice interno, attenendo alla conformità o contrarietà al parametro dell’ordine pubblico della sentenza ecclesiastica. Ne consegue l’ininfluenza dell’eventuale diversa valutazione compiuta dal giudice ecclesiastico in ordine all’affidamento del coniuge che non ha determinato la causa di nullità, trattandosi di profilo irrilevante per il processo canonico, in quanto del tutto estraneo all’accertamento della pienezza del consenso contestata unilateralmente dall’altro coniuge

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 24 febbraio 2014, n. 4387 Svolgimento del processo Nella sentenza impugnata, la Corte d’Appello dell’Aquila ha rigettato la domanda di declaratoria di efficacia della sentenza canonica di nullità del matrimonio contratto da V.M. e P.G.A., pronunciata il 12 dicembre 2007 dal Tribunale Ecclesiastico Regionale Abruzzese di Chieti, ratificata...