Il testo integrale
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 6 novembre 2013 n. 44845[1]
La certificazione allegata alla richiesta di differimento, non solo non precisava che la malattia da cui era afflitto impedisse all’avvocato di svolgere la sua attività professionale ovvero che lo stesso necessitasse di riposo assoluto in ragione della sua eventuale intensità, ma si limitava a rilevare l’esistenza di una patologia che, per comune esperienza, non poteva considerarsi invalidante (la gastrite per l’appunto) e ad effettuare una prognosi sui suoi tempi dl risoluzione (peraltro assai rapidi).
In tale situazione, sempre per consolidato orientamento deve ritenersi legittimo il provvedimento con cui il giudice di merito ritenga l’insussistenza del dedotto impedimento anche indipendentemente da una verifica fiscale e facendo ricorso a nozioni di comune esperienza.
L’impedimento rilevante … è solo quello In grado di determinare l’assoluta impossibilità a comparire del difensore. Non è dunque sufficiente che questi sia affetto da una qualsiasi alterazione dei suo stato di salute perché consegua l’obbligo per il giudice di disporre il differimento dell’udienza, ma è invece necessario che l’interessato prospetti e documenti una patologia tale da configurare un effettivo impedimento nei termini descritti dalla legge processuale.
In tal senso non è in dubbio che l’assoluto impedimento a comparire non richieda necessariamente l’impossibilità in senso fisico di raggiungere la sede giudiziaria ma … deve comunque risolversi in una situazione tale da impedire all’interessato di partecipare all’udienza se non a prezzo di un grave e non evitabile rischio per la propria salute.
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