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In secondo luogo, afferma la corte territoriale che dimostrerebbe la provenienza della bambina non da destra il dato delle macchie di sangue. La corte da’ atto (motivazione, pagina 13) che queste sono state “rilevate alla distanza di cm. 70 dalla recinzione” – il che, logicamente, dovrebbe valere a favore di una provenienza dalla recinzione, avendo la stessa corte in precedenza constatato (a pagina 12) che l’area cortilizia era larga m. 9,30 -. Ma la corte imbocca un’altra strada (motivazione, pagine 13-14): introduce le dichiarazioni del padre della bambina, che aveva detto di avere estratta dalla fiancata destra della Mercedes (anche questo avrebbe dovuto logicamente deporre, si nota per inciso, a favore di una provenienza da destra della bimba investita) la figlia “che perdeva sangue dal volto”; il padre riferisce pure che la bimba “ansimava, aveva gli occhi chiusi e non reagiva” ed egli la teneva tra le braccia “con il volto riverso al suolo”. E allora la corte territoriale, nonostante che (pagina 10 della motivazione) aveva constatato poco prima che nel secondo motivo d’appello gli attuali ricorrenti avevano addotto a sostegno della provenienza della bimba da destra “la presenza di gocce di sangue rinvenute per terra, cosi’ che la stessa doveva essere stata investita non sulla sinistra all’ingresso delle autorimesse, per essere sbucata da dietro l’auto paterna, ma sul fondo delle autorimesse, sulla destra”, afferma che “quelle tracce di sangue e’ pacifico che non sono indicative del punto d’urto e quindi della posizione della bambina all’atto dell’investimento, ma solo della posizione della stessa una volta estratta da sotto l’autovettura”. Non solo, quindi, la corte territoriale converte una censura rispetto alla prima sentenza presente nel secondo motivo d’appello nel riconoscimento di un dato come pacifico, ma effettua altresi’ la relativa inversione sulla base di un ragionamento altamente illogico: se infatti la bambina e’ stata estratta da sotto l’auto in una situazione gia’ gravissima (“ansimava, aveva gli occhi chiusi e non reagiva”) e con il volto che perdeva sangue, non si comprende perche’, come afferma la corte territoriale, le macchie di sangue rinvenute debbano essere esclusivamente quelle che caddero a terra quando la bambina era stata estratta da sotto la Mercedes, e non possano essere invece macchie lasciate dalla bambina quando era a contatto con l’asfalto sotto la Mercedes, visto poi che quando fu estratta gia’ sanguinava.
A sua volta illogico al punto da non consentire di comprendere l’effettivo iter motivazionale e’ il terzo elemento su cui la corte fonda che la bambina proveniva dalla sinistra della Mercedes.
Afferma il giudice d’appello (a pagina 14 della motivazione) che la posizione della bambina come riferita dal padre (si e’ gia’ visto che era con i piedi verso la recinzione, cioe’ verso destra rispetto alla Mercedes) deve essere considerata “in unione ad altra circostanza rilevata nella relazione di ispezione esterna sulla salma, redatta dal Dott. (OMISSIS) il quale riferisce: “1) marcata asimmetria del massiccio facciale come per fratture scomposte e dislocazione infero-laterale del bulbo oculare sinistro; 2) abnorme mobilita’ ed infossamento delle ossa della teca cranica in ragione fronto-parietale-temporale bilateralmente come per sfondamento di volta cranica…” cosi’ che, essendo assodato che stesse giocando nel cortile in sella ad un triciclo…, molto probabilmente, l’infortunata fu colpita alla testa dalla parte anteriore dell’auto investitrice, se non provenendo dalla parte sinistra, come farebbe pensare la direzione del corpo sottostante all’auto, sicuramente centralmente essendo centrale sotto la auto la sua posizione da supina”. Ora, e’ del tutto evidente che se la parte, per cosi’ dire, schiacciata dall’urto della faccia – posta in una marcata asimmetria – presentava una dislocazione infero-laterale del bulbo oculare sinistro, la bambina non poteva essere provenuta dalla parte sinistra della Mercedes. Se, infatti, la bimba fosse stata investita mentre proveniva dalla parte sinistra rispetto all’auto, ben difficilmente ne avrebbe subito un urto centrale alla testa; ma soprattutto, la presenza di una dislocazione del bulbo oculare sinistro dimostra che la faccia della bimba non e’ stata urtata in modo frontale paritario, bensi’ con maggiore impatto sulla sua parte sinistra. Ed e’ ben chiaro che quando una persona viene investita di lato, il lato del corpo investito e’ quello piu’ prossimo al lato della vettura: se quindi si considera il lato sinistro della testa come quello che ha avuto maggiori lesioni, logicamente cio’ depone per un impatto con il lato destro del veicolo. La corte territoriale ha invece ragionato nel senso che, nel caso in cui due entita’ sono a fianco, i loro lati affiancati sono gli stessi (il destro affianca il destro, il sinistro affianca il sinistro), come se vi fosse non un affiancamento, ma una sovrapposizione delle entita’. Al contrario, se sono a fianco, i lati combacianti – insegna la logica ancor prima del notorio – sono gli opposti.
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