Peculato e non peculato d’uso per l’assessore del comune che dà alla figlia il suo telefono di servizio per le sue chiamate personali, facendo pagare la bolletta al comune.
Sentenza 26 ottobre 2017, n. 49258
Data udienza 29 maggio 2017
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE SESTA PENALE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. CONTI Giovanni – Presidente
Dott. FIDELBO Giorgio – rel. Consigliere
Dott. CRISCUOLO Anna – Consigliere
Dott. GIORDANO Emilia Anna – Consigliere
Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere
ha pronunciato la seguente:
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 14/09/2016 emessa dalla Corte d’appello di Milano;
visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
udita la relazione del Consigliere Dott. FIDELBO Giorgio;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ANGELILLIS Ciro, che ha chiesto l’annullamento con rinvio della sentenza impugnata limitatamente all’articolo 62 c.p., n. 4 e il rigetto nel resto;
udito l’avvocato (OMISSIS), che ha insistito per l’accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la decisione in epigrafe indicata la Corte d’appello di Milano ha confermato la sentenza del 28 marzo 2014 con cui il G.u.p. del Tribunale di Monza, all’esito di giudizio abbreviato, aveva riconosciuto (OMISSIS) responsabile del reato di peculato, condannandolo alla pena di un anno e quattro mesi di reclusione, con l’interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena detentiva.
Secondo l’accusa (OMISSIS), quale assessore del Comune di (OMISSIS), avendo, per ragioni d’ufficio, la disponibilita’ dell’utenza TIM (OMISSIS), intestata al Comune e pagata dallo stesso ente pubblico, se ne appropriava, consegnando la scheda telefonica alla figlia minore, (OMISSIS), che la utilizzava per le sue esigenze personali, anche all’estero, con bollette addebitate al Comune di (OMISSIS) per Euro 12.883,79, fatti commessi dal (OMISSIS).
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