Il testo integrale
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 19 giugno 2013 n. 15302[1]
La conformità dell’opera alle leggi ed alla tecnica costruttiva non vale ad escludere ogni responsabilità del proprietario o del gestore qualora, nonostante una tale conformità, l’opera presenti insidie o pericoli per l’utilizzatore.
In particolare la responsabilità del gestore può sussistere anche a fronte di modalità di utilizzazione improprie o colpose.
In linea di principio – prosegue la sentenza – le strutture che affacciano sul vuoto e che sono liberamente accessibili dal pubblico debbono essere protette, anche e proprio in previsione di comportamenti inconsulti o colposi degli utenti.
E siccome l’individuazione delle misure esigibili e la valutazione comparativa delle rispettive responsabilità va condotta sulla base di vari parametri, quali il grado di prevedibilità dei comportamenti temerari o pericolosi, la loro frequenza e la maggiore o minore facilità di compierli, La circostanza che gli utenti di un’autostrada si trovino a dover oltrepassare il guard-rail – anche di notte e sulla corsia di sinistra – è tutt’altro che remota e talvolta può costituire addirittura una necessità o una misura prudenziale (si pensi alla sosta obbligata per un incidente o per altra causa, ed alla necessità dell’automobilista di sottrarsi al rischio di ulteriori tamponamenti a tergo).
Se pertanto al di là di un parapetto agevolmente superabile vi sia il vuoto, occorre che gli utenti ne siano in qualche modo avvertiti, o che il pericolo sia inequivocabilmente percepibile in ogni situazione in cui la strada sia praticabile (di giorno, di notte, con il sole o con la nebbia)
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