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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 18 febbraio 2015, n. 7082. In caso di deiezione di cane è necessario il dolo quale elemento richiesto perché sussista il reato di imbrattamento, rinvenibile nell'atteggiamento del padrone incivile che se ne frega se il cane sporca.

  Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 18 febbraio 2015, n. 7082 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PETTI Ciro – Presidente Dott. DE CRESCIENZO Ugo – Consigliere Dott. MANNA Antonio – Consigliere Dott. RAGO Geppin – rel. Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 2 marzo 2015, n. 8998. L'età della persona offesa non può essere considerata elemento di per sé solo sufficiente ad integrare l'aggravante

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 2 marzo 2015, n. 8998 Svolgimento del processo Con sentenza del 31.3.2014, la Corte d’Appello di Palermo confermava la decisione di primo grado che aveva condannato G.P. alla pena di anni tre di reclusione e Euro 800,00 di multa per i reati di rapina e di tentata rapina....

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 18 febbraio 2015, n. 7073. La sentenza d'appello che ha assolto il titolare di uno studio legale che ha fornito pareri distorti nel campo della sanità regionale privata, se non viene appellata in Cassazione dalla procura rischia di mandare assolto definitivamente l'imputato con al più solo ricadute sotto il profilo civilistico

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 18 febbraio 2015, n. 7073 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ESPOSITO Antonio – Presidente Dott. IANNELLI Enzo – Consigliere Dott. FIANDANESE Franco – Consigliere Dott. VERGA Giovanna – Consigliere Dott. ALMA Marco M....

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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 16 febbraio 2015, n. 6739. Non è possibile procedere alla sostituzione della pena detentiva e pecuniaria con il lavoro di pubblica utilità quando risulti contestata l'aggravante dell'aver procurato, in stato di ebbrezza, un incidente stradale e tale aggravante sia equivalente o subvalente rispetto alle attenuanti generiche

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV sentenza 16 febbraio 2015, n. 6739 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZECCA Gaetanino – Presidente – Dott. D’ISA Claudio – Consigliere – Dott. MARINELLI Felicetta – Consigliere – Dott. CIAMPI Francesco M. –...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 27 febbraio 2015, n. 8955. La quasi flagranza che legittima l'arresto – e dunque anche il provvedimento precautelare de quo – presuppone una correlazione tra l'azione illecita e l'attività di limitazione della libertà che pur superando l'immediata individuazione dell'arrestato sul luogo del reato, permetta comunque la riconduzione della persona all'illecito sulla base della continuità del controllo, anche indiretto, eseguito da coloro i quali si pongano al suo inseguimento, siano le parti lese o gli agenti della sicurezza. Non ricorre lo stato di quasi flagranza qualora l'inseguimento dell'indagato da parte della polizia giudiziaria sia iniziato, non già a seguito e a causa della diretta percezione dei fatti, ma per effetto e solo dopo l'acquisizione di informazioni da parte di terzi. Ancora, deve escludersi lo stato di cd. "quasi – flagranza" quando l'azione che porta all'arresto trova il suo momento iniziale non già in un immediato inseguimento da parte della polizia giudiziaria, ma in una denuncia della persona offesa, raccolta quando si era già consumata l'ultima frazione della condotta delittuosa. Sulla scorta di tali principi, nella specie, è stato ritenuto insussistente lo stato di "quasi flagranza", atteso che la polizia giudiziaria procedeva all'adozione del provvedimento di allontanamento dell'imputata dalla casa familiare, non a seguito delle ricerche poste in essere in immediata successione temporale rispetto all'acquisizione della notizia del fatto reato da parte di coloro che vi assistevano o li subivano (come la parte lesa), dunque secondo una linea di continuità rispetto alla commissione dell'illecito, bensì dopo avere raccolto la denuncia della vittima presso il Pronto Soccorso del nosocomio, quando la condotta aggressiva, integrante il reato di lesioni personali costituente presupposto per il provvedimento ex artt. 384-bis e 282-bis, comma 6, cod. proc. pen., si era già ampiamente conclusa, con una significativa soluzione di continuità

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 27 febbraio 2015, n. 8955 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza del 14 luglio 2014, il Gip del Tribunale di Spoleto ha convalidato il provvedimento di allontanamento d’urgenza dalla casa familiare disposto dalla P.G. nei confronti di B.A., in relazione al reato di lesioni personali aggravate in danno...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 16 febbraio 2015, n. 6682. In tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare lo stato di bisogno e l'obbligo del genitore di contribuire al mantenimento dei figli minori non vengono meno quando gli aventi diritto siano assistiti economicamente da terzi

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 16 febbraio 2015, n. 6682 Ritenuto in fatto Con la decisione indicata in epigrafe la Corte d’appello di Torino ha confermato la sentenza del 16 luglio 2012 con cui il locale Tribunale aveva condannato D.P.D. alla pena di tre mesi di reclusione ed Euro 200,00 di multa in...