Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 23 novembre 2015, n. 23836 Svolgimento del processo Il 2 aprile 2009 veniva aperto procedimento disciplinare a carico dell’avvocata ricorrente, iscritta al registro praticanti abilitati del COA di Viterbo. Le veniva contestato di aver acquistato in più occasioni sostanze stupefacenti destinate alla cessione a terzi e di aver...
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Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 18 novembre 2015, n. 23540. Il rinvio contenuto nell’art. 51 del R.D. n. 37 del 1934 (al pari di quello contenuto nel successivo art. 63, concernente il procedimento davanti al Consiglio Nazionale Forense) all’art. 473 del previgente codice di rito, non implica che il dispositivo del provvedimento disciplinare debba essere letto in pubblica udienza dopo la sua deliberazione, atteso che le adunanze del Consiglio dell’Ordine territoriale non sono pubbliche e le relative decisioni sono pubblicate mediante deposito negli uffici di cancelleria e successivamente notificate all’interessato, anche ai fini della decorrenza del termine di impugnazione
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 18 novembre 2015, n. 23540 Svolgimento del processo Con decisione del 13.03.2013, al Dott. D.A.F.U.A. , iscritto nel registro dei praticanti del C.O.A. di Velletri, è stata comminata dal suddetto Consiglio la sanzione della radiazione per avere egli trattenuto la somma di Euro 75.000,00 consegnatagli da un cliente...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 29 settembre 2015, n. 19246. Il codice deontologico forense non ha carattere normativo, ma è costituito da un insieme di regole che gli organi di governo degli avvocati si sono date per attuare i valori caratterizzanti la professione e garantire la libertà, la sicurezza e l’inviolabilità della difesa, con la conseguenza che la violazione di detto codice rileva in sede giurisdizionale, solo in quanto si colleghi all’incompetenza, l’eccesso di potere o la violazione di legge, cioè ad una delle ragioni per le quali il RDL 27 novembre 1933, n. 1578, art. 56, comma 3, convertito con modificazioni nella legge 22 gennaio 1934, n. 36, consente il ricorso alle sezioni unite della Cassazione, che è possibile esclusivamente in caso di uso del potere disciplinare dagli ordini professionali per fini diversi da quelli per cui la legge lo riconosce
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 29 settembre 2015, n. 19246 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BERRUTI Giuseppe Maria – Presidente Dott. SPIRITO Angelo – Consigliere Dott. ARMANO Uliana – rel. Consigliere Dott. D’AMICO Paolo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 15 settembre, n. 18077. La pretesa punitiva esercitata dal Consiglio dell’Ordine forense in relazione agli illeciti disciplinari commessi dai propri iscritti ha natura di diritto soggettivo potestativo che, sebbene di natura pubblicistica, resta soggetto a prescrizione dovendo escludersi che il termine di cui all’art. 51 del r.d.l. 27 novembre 1933, n. 1578 possa intendersi come un termine di decadenza, insuscettibile di interruzione o di sospensione. La previsione, da parte del citato art. 51 di un termine quinquennale di prescrizione, mentre delimita nel tempo l’inizio dell’azione disciplinare, vale anche ad assicurare il rispetto dell’esigenza che il tempo dell’irrogabilità della sanzione non venga protratto in modo indefinito, perché al procedimento amministrativo di inflizione della sanzione è da ritenere applicabile non già la regola dell’effetto interruttivo permanente della prescrizione sancito dall’art. 2945, secondo comma, cod. civ., bensì quello dell’interruzione ad effetto istantaneo di cui al precedente art. 2943 cod. civ., con la conseguente idoneità interruttiva anche dei successivi atti compiuti dal titolare dell’azione disciplinare in pendenza del relativo procedimento
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 15 settembre, n. 18077 Svolgimento del processo l’Avvocato B.P. ha depositato ricorso, illustrato con successiva memoria, con il quale chiede la cassazione della sentenza del Consiglio Nazionale Forense, con la quale è stata confermata la decisione del COA di Verona, di applicazione nei suoi confronti della sanzione disciplinare...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 1 dicembre 2014, n. 25368. Il Consiglio dell'ordine degli avvocati non può sottoporre un proprio iscritto ad un procedimento disciplinare per fatti di rilievo penale commessi in un periodo antecedente alla sua iscrizione all'albo. Può però rifiutarne l'iscrizione qualora ritenga che tale comportamento sia incompatibile con i principi della condotta «specchiatissima ed illibata» richiesta per l'esercizio della professione
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 1 dicembre 2014, n. 25368 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Primo Presidente f.f. Dott. SALME’ Giuseppe – Presidente Sezione Dott. RORDORF Renato – Presidente Sezione Dott. DI AMATO...
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