Corte di Cassazione, sezione terza civile, Ordinanza 10 luglio 2018, n. 18075. La massima estrapolata L’imprevedibilità, idonea ad esonerare il custode dalla responsabilità, deve essere oggettiva, dal punto di vista probabilistico o della causalità adeguata, senza alcun rilievo dell’assenza o meno di colpa del custode. Ordinanza 10 luglio 2018, n. 18075 Data udienza 13 aprile...
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In caso di domanda di risarcimento del danno non patrimoniale proposta iure proprio dai congiunti della vittima di un illecito ai sensi dell’art. 2059 c.c., questi ultimi devono provare l’effettività e la consistenza della relazione affettiva
Corte di Cassazione, sezione terza civile, Sentenza 10 luglio 2018, n. 18069. La massima estrapolata In caso di domanda di risarcimento del danno non patrimoniale proposta iure proprio dai congiunti della vittima di un illecito ai sensi dell’art. 2059 c.c., questi ultimi devono provare l’effettività e la consistenza della relazione affettiva, rispetto alla quale il...
Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 18 maggio 2017, n. 12470
Contrasta con il diritto del danneggiato ad una integrale ed onnicomprensiva, benché equitativa, liquidazione del danno non patrimoniale da definitiva alterazione del rapporto parentale con il proprio partner sia la mancata adozione come parametro di riferimento per la liquidazione equitativa del danno, delle tabelle milanesi adottate al momento della liquidazione dello stesso, in mancanza di...
Corte di Cassazione, sezione III civile, ordinanza 12 maggio 2017, n. 11777
Nella quantificazione del danno patrimoniale non si può ripetere una somma maggiore in relazione a future e presunte minori capacità reddittuali. Infatti occorre la prova di tale incidenza decrementativa e l’appellante non si può limitare a sostenere perdite di chances in relazione a non precisate attività sportive agonistiche, carriere militari o di pubblica sicurezza o...
Corte di Cassazione, sezione VI civile, ordinanza 22 febbraio 2017, n. 4535
L’angoscia patita a seguito di un’aggressione fisica è quantificabile a titolo di risarcimento del danno non patrimoniale esclusivamente dal giudice di merito secondo la gravità e il peso che quest’ultimo intende dare Suprema Corte di Cassazione sezione VI civile ordinanza 22 febbraio 2017, n. 4535 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA...
Il giudice civile può accertare autonomamente la sussistenza degli elementi costitutivi del reato. La sentenza di patteggiamento, pur non facendo stato nel giudizio civile, contiene pur sempre una ipotesi di responsabilità di cui il giudice di merito non può escludere il rilievo. Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 11 maggio 2016, n. 9639.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 11 maggio 2016, n. 9639 Svolgimento del processo Nel 1999 la signora M.G. E. conveniva in giudizio i signori R. e M.R., in proprio e quali legali rappresentati della società EL.DA. di R. R. & C. s.a.s., deducendo, per quanto qui ancora interessa, che la società EL.DA. le...
Riconosciuto anche il danno morale allo studente che, urtando con lo spigolo della cattedra, abbia riportato gravi e invalidanti lesioni personali. Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 8 aprile 2016, n. 6847.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 8 aprile 2016, n. 6847 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIVALDI Roberta – Presidente Dott. SESTINI Danilo – Consigliere Dott. CIRILLO Francesco Maria – Consigliere Dott. VINCENTI Enzo – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 13 gennaio 2016, n. 336. La liquidazione del danno morale iure proprio sofferto per il decesso di un familiare causato del fatto illecito altrui (nella specie per sinistro stradale) sfugge necessariamente ad una previa valutazione analitica e resta affidata ad apprezzamenti discrezionali ed equitativi del giudice di merito, come tali non sindacabili in sede di legittimità, perché, nonostante l’inquadramento del diritto all’integrità psicofisica della persona nell’ambito esclusivo del combinato disposto degli artt. 2059 c.c. e 32 Cost. (nonché delle altre norme costituzionali poste a presidio della detta integrità personale), rimangono validi tutti i principi generali elaborati in tema di quantificazione del danno morale, oltre che di quello biologico
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 13 gennaio 2016, n. 336 Ritenuto in fatto Con atto di citazione notificato il 12 febbraio 2001 V.A.M. in R. , R.E. e R.C. convennero in giudizio B.G. , D.A. e le compagnie assicuratrici Axa Assicurazioni spa e Sai Assicurazione (ora Fondiaria – Sai) dinanzi al Tribunale di...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 22 dicembre 2015, n. 2573. Il contratto di utenza di energia elettrica è inquadrabile nello schema del contratto di somministrazione e pertanto la clausola contrattuale che prevede la facoltà del somministrante di sospendere la fornitura nel caso di ritardato pagamento anche di una sola bolletta rappresenta una specificazione contrattuale dell’art. 1565 c.c. (del quale amplia l’ambito a favore del somministrante) e costituisce quindi una reazione all’inadempimento dell’utente cui viene opposta l’exceptio inadimplenti contractus; ne consegue che la sospensione della fornitura è legittima solo finché permane l’inadempimento dell’utente e che detta sospensione, se attuata quando ormai l’utente ha pagato il suo debito, costituisce inadempimento contrattuale e obbliga perciò il somministrante al risarcimento del danno ai sensi degli artt. 1176 e 1218 c.c., a meno che non sia fornita la prova che tale inadempimento è stato determinato da causa non imputabile al somministrante, ovvero, nella specie, dalla ignoranza incolpevole dell’avvenuto pagamento. La mancata conoscenza del pagamento da parte dello specifico ufficio addetto alla sospensione e riattivazione del servizio, essendo un fatto interno alla società e non dipendente dall’utente, non esclude l’obbligazione risarcitoria se non sia fornita la prova che essa dipende da causa estranea alla società e alla sua organizzazione
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 22 dicembre 2015, n. 25731 Svolgimento del processo B.F. citò in giudizio, dinanzi al giudice di Pace di Foggia, l’Enel distribuzione denunciando l’inadempimento della società convenuta, consistente nella mancata fornitura di energia elettrica in conseguenza della quale erano a lui derivati danni di diversa natura dei quali...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 16 novembre 2015, n. 23401. Le associazioni, ancorché non riconosciute e sfornite di personalità giuridica, sono considerate dall’ordinamento come centri di imputazione di situazioni giuridiche e, quindi, come soggetti di diritto distinti dagli associati, dotate di un proprio patrimonio costituito dal fondo comune, di una propria capacità sostanziale e processuale e di una propria organizzazione regolata dai patti dell’accordo associativo o, in difetto, ove non incompatibili, dalle norme che disciplinano le associazioni riconosciute e le società. L’art. 2 della Costituzione, infatti, garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità e tra questi vi è il diritto alla tutela del nome e dell’identità, che non spetta solo alle persone fisiche o giuridiche, ma anche alle associazioni non riconosciute
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 16 novembre 2015, n. 23401 Svolgimento del processo 1.- La Sezione di Pescara dell’Associazione italiana contro le leucemie (d’ora in avanti, AIL omissis) chiese al Tribunale di quella città, prima in via cautelare e poi nel giudizio di merito, di inibire a G.R. , anche nella qualità di...