Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 31 marzo 2016, n. 12904 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. DE MASI Oronzo – Consigliere Dott. ROSI Elisabetta – Consigliere Dott. GAI Emanuela – Consigliere Dott. ANDRONIO...
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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 4 marzo 2016, n. 9154. Precisato, nuovamente, il contenuto degli atti fraudolenti quale residuale modalità realizzativa della c.d. frode esattoriale, con particolare riguardo alla costituzione del fondo patrimoniale familiare costituito appunto col solo scopo di eludere l’adempimento dell’obbligazione fiscale
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 4 marzo 2016, n. 9154 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AMORESANO Silvio – Presidente Dott. MANZON Enrico – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott. LIBERATI Giovanni – Consigliere Dott. ANDRONIO A....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 24 marzo 2016, n. 12470. Non costituisce atto abnorme l’ordine di iscrizione della persona non sottoposta ad indagini nel registro delle notizie di reato in relazione a fatti che emergano a suo carico in conseguenza delle indagini già espletate. Tale ordine risulta, infatti, ricompreso nel potere del giudice di ordinare nuove indagini cui fa riferimento, nel suo complesso, l’art. 409 cod. proc. pen., perché l’attività di indagine presuppone la necessaria iscrizione dell’indagato nel registro di cui all’art. 335 cod. proc. pen.. E, per le stesse ragioni, l’iscrizione relativa a nuovi fatti di reato può anche riguardare soggetti già indagati . In tali ipotesi, però, il giudice non può imporre al pubblico ministero un termine per la conclusione delle indagini, perché l’azione penale, comprensiva delle indagini stesse, rientra nella completa disponibilità del pubblico ministero secondo le regole ordinarie. Ne consegue che deve essere ritenuto abnorme il provvedimento con cui il giudice per le indagini preliminari, nell’accogliere la richiesta di archiviazione formulata nei confronti dell’indagato, e nell’ordinare contestualmente l’iscrizione di quest’ultimo per altri titoli di reato, ritenuti configurabili nel fatto investigato, assegni al pubblico ministero un termine per lo svolgimento delle nuove indagini, in quanto in tale ipotesi non è applicabile la disposizione di cui all’art. 409, comma 4, cod. proc. pen.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 24 marzo 2016, n. 12470 Ritenuto in fatto 1. – Con ordinanza del 2 maggio 2014, il Gip del Tribunale di Palermo ha rigettato la richiesta di archiviazione proposta dal pubblico ministero, in un procedimento penale per più reati di cui agli artt. 30 e 44 del d.P.R....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 23 dicembre 2015, n. 50438. Pienamente legittima la condanna per rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio da parte del cognato che – in qualità di assistente capo della Polizia – riveli al parente delle notizie riservate che siano state poi utilizzate per non assumere un dipendente in funzione di una condanna penale
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 23 dicembre 2015, n. 50438 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott. ANDRONIO...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 14 gennaio 2016, n. 1145. Il reato di omessa denuncia dei lavori e presentazione dei progetti ha natura di reato permanente
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 14 gennaio 2016, n. 1145 Ritenuto in fatto 1. – Con sentenza del 30 Ottobre 2013, il Tribunale di Salerno ha condannato l’imputato alla pena di euro 2000,00 di ammenda, condizionalmente sospesa, per il reato di cui agli artt. 93, 94 e 95 del d.P.R. n. 380 del...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 26 ottobre 2015, n. 42964. Scatta il reato di produzione, e poi detenzione, di materiale pedopornografico per l’allenatore della squadra di calcio dilettantistica che riprende di nascosto le parti intime dei ragazzi, in questo caso minori di 14 anni, mentre si trovano negli spogliatoi, e poi lo archivia su hard disk esterni al pc
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 26 ottobre 2015, n. 42964 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. MENGONI Enrico – Consigliere Dott. ANDRONIO...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 22 ottobre 2015, n. 42464. Poiché il sequestro penale presso il creditore di beni costituiti dall’indagato-debitore in pegno irregolare, vincolerebbe a garanzia degli interessi perseguiti con la misura cautelare reale, beni non più di proprietà del costituente, non potendo d’altra parte il sequestro presso terzi avere ad oggetto crediti puramente eventuali, sussiste la legittimazione della banca, quale persona giuridica alla quale le cose sono state sequestrate, a ricorrere per cassazione
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 22 ottobre 2015, n. 42464 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. MENGONI Enrico – Consigliere Dott. ANDRONIO...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 12 ottobre 2015, n. 40772. In merito alla contravvenzione prevista dall’articolo 5, lett. b), della L. 30 aprile 1962, n. 283, norma che punisce la detenzione per la vendita di sostanze alimentari in cattivo stato di conservazione, viene sancito che l’inosservanza delle norme tecniche di buona conservazione integra violazione dell’ordine alimentare: si tratta di un reato di danno che non presuppone la sussistenza di lesioni alla salute.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 12 ottobre 2015, n. 40772 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TERESI Alfredo – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. ANDRONIO Alessandro...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 8 maggio 2015, n. 19174. Laddove vi siano specifici elementi dai quali possa essere desunta l’effettiva volontà di divulgazione di file a contenuto pedopornografico, la presenza di tali file nella cartella di condivisione di un programma di file sharing integra il reato di cui all’art. 600 ter, terzo comma, cod. pen. La sussistenza del reato deve, infatti, essere esclusa nel caso della semplice utilizzazione per l’acquisizione via Internet di detto materiale di programmi di file sharing che comportino, durante l’acquisizione stessa, la condivisione dei file con altri utenti, solo qualora manchino ulteriori elementi dai quali desumere la volontà dell’agente di divulgare tale materiale
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 8 maggio 2015, n. 19174 Ritenuto in fatto 1. – Con sentenza del 5 dicembre 2013, la Corte d’appello di Milano ha confermato la sentenza del Gip del Tribunale di Milano del 20 giugno 2013, con la quale l’imputato era stato condannato alla pena di anni 1 e...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 26 marzo 2015, n. 12962. risponde della omessa effettuazione della valutazione dei rischi e dell’omessa elaborazione del relativo documento (c.d. DVR) il datore di lavoro, a titolo di “culpa in eligendo”, per aver affidato l’incarico di redazione ad una società dotata di un’organizzazione inadeguata; a titolo di “culpa in vigilando”, per aver omesso di esercitare il necessario controllo sui tempi di esecuzione di tale importante e indifferibile adempimento; in ogni caso, a titolo di colpa, per aver comunque continuato lo svolgimento dell’attività aziendale, rispetto alla quale tale documento che deve avere data certa ed essere custodito presso l’unità produttiva a cui si riferisce la valutazione dei rischi, costituisce un presupposto indefettibile
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 26 marzo 2015, n. 12962 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. RAMACCI Luca – Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo – Consigliere Dott. ANDRONIO...