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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 17 febbraio 2016, n. 6405. Il direttore di un telegiornale Rai è un incaricato di pubblico servizio. Confermata la condanna per peculato continuato nei confronti dell’ex direttore del Tg1 per l’uso indebito della carta di credito aziendale.

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 17 febbraio 2016, n. 6405 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROTUNDO Vincenzo – Presidente Dott. MOGINI S. – rel. Consigliere Dott. RICCIARELLI Massimo – Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere Dott. PATERNO’...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 2 marzo 2016, n. 8614. Integra il reato di evasione la condotta di volontario allontanamento dal luogo di restrizione domiciliare e di presentazione presso la stazione dei Carabinieri ancorché per chiedere di essere ricondotto in carcere. Qualsiasi condotta di volontario allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari, in difetto di previa autorizzazione da parte della competente A.G., vale ad integrare il reato previsto e punito dall’art. 385 cod. pen., comportando la lesione dell’interesse protetto dalla norma incriminatrice al rispetto dell’autorità delle decisioni giudiziarie, a tale riguardo non assumendo alcun rilievo, in senso contrario, né la durata o la distanza dello spostamento, né i motivi alla base della determinazione dei soggetto agente, ove pure riconducibili al deterioramento del rapporto con i familiari conviventi, trattandosi di situazione ad esempio ovviabile mediante la richiesta di mutamento del domicilio della restrizione

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 2 marzo 2016, n. 8614 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza 14.02.2014 la Corte di Appello di Napoli riconosceva ad U.A.C. la circostanza attenuante di cui all’art. 385 co. 4 cod. pen., con conseguente riduzione a mesi due di reclusione della pena inflitta dal Tribunale monocratico della stessa...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 2 marzo 2016, n. 8610. E’ nulla la notificazione eseguita a norma dell’art. 157, comma 8-bis, cod. proc. pen., presso il difensore di fiducia

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 2 marzo 2016, n. 8610 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 19 maggio 2014 la Corte d’appello di Milano, in parziale riforma della sentenza del Tribunale di Monza del 20 novembre 2012, ha rideterminato in mesi sei di reclusione la pena inflitta a R.R.E. per il reato...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 20 gennaio 2016, n. 2347. L’amministratore del condominio può presentare querela solo se l’assemblea condominiale gli conferisce espresso mandato. Per essere valida, la presentazione di una querela in relazione a un reato commesso in danno del patrimonio condominiale richiede uno specifico incarico conferito all’amministratore dall’assemblea del condomini, ciò che presuppone che siasi formata una volontà dei condomini di promuovere querela e di incaricare l’amministratore di sporgere querela.

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 20 gennaio 2016, n. 2347 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROTUNDO Vincenzo – Presidente Dott. COSTANZO Angel – rel. Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 5 febbraio 2016, n. 4888. E’ legittimo il provvedimento con cui il giudice di merito rigetti l’istanza di rinvio dell’udienza, per impedimento dei difensore a comparire, documentata da un certificato medico che si limiti ad attestare un’infermità con stato febbrile (nella specie virosi respiratoria) e ad indicare una prognosi di quattro giorni senza precisare il grado di intensità di tale stato e la sua attitudine a determinare l’impossibilità a lasciare l’abitazione, trattandosi di elementi essenziali per la valutazione della fondatezza, serietà e gravità dell’ impedimento, non riscontrabili laddove si tratti di una diagnosi e di una prognosi che, secondo nozioni di comune esperienza, denotino l’insussistenza di una condizione tale da comportare l’impossibilità di comparire in giudizio, se non a prezzo di un grave e non altrimenti evitabile rischio per la propria salute. Nella specie, – rilevata la mancata nomina di un sostituto e l’assenza di qualsiasi giustificazione a riguardo – la Corte di merito si è posta nell’alveo di legittimità da ultimo richiamato laddove – senza vizi logici – ha rilevato la inidoneità della attestazione medica, che si limitava a prolungare di tre mesi il periodo di convalescenza dei difensore istante, senza attestare o comunque giustificare l’incompatibilità di tale periodo con la possibilità di comparire ed assolvere al mandato difensivo. Né vizio logico può essere ravvisato rispetto alla decisione di accoglimento di precedente istanza, anche in considerazione delle diverse indicazioni temporali e della prossimità all’intervento operatorio rispetto al quale la convalescenza era giustificata

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza  5 febbraio 2016, n. 4888 Ritenuto in fatto  1. Con sentenza del 17.4.2015 la Corte di appello di Firenze – a seguito di gravame interposto dall’imputato S.V. avverso la sentenza emessa il 25.10.2012 dal Tribunale di Viareggio – ha confermato detta decisione con la quale l’imputato è stato...