Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 6 aprile 2016, n. 13750 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. CARCANO Domenico – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere Dott. SCALIA Laura...
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Anche in assenza di minacce esplicite, ai fini della sussistenza del reato di tentata estorsione si ritiene integrato il requisito della minaccia e la sua idoneità a coartare la volontà del soggetto passivo, da valutare ex ante, in ragione dell’apprezzamento delle modalità con cui la condotta è stata posta in essere, avendo riguardo alla personalità sopraffattrice del soggetto agente, alle circostanze ambientali, all’ingiustizia del profitto, alle particolari condizioni soggettive della vittima. Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 8 aprile 2016, n.14510
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 8 aprile 2016, n.14510 Svolgimento del processo Con l’ordinanza indicata in epigrafe il Tribunale del Riesame di Palermo ha confermato la misura della custodia cautelare in carcere applicata a T.F. con ordinanza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo del 27 novembre 2015, per i...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 26 febbraio 2016, n. 8045. La falsa denuncia di smarrimento di assegni bancari presentata dopo aver consegnato il titolo ad una terza persona in pagamento di un’obbligazione, integra il delitto di calunnia anche quando preceda la negoziazione dei titoli. Sebbene in caso di falsa denuncia di smarrimento non venga formulata direttamente una accusa concernente uno specifico reato, tuttavia, la calunnia deve ritenersi configurabile in quanto, trattandosi di reato di pericolo, è sufficiente che i fatti falsamente rappresentati all’Autorità Giudiziaria, pur se non univocamente indicativi di una fattispecie specifica di reato, siano tali da rendere ragionevolmente prevedibile l’apertura di un procedimento penale, per un fatto procedibile d’ufficio, a carico di una persona determinata. La pronuncia è successiva all’abrogazione, da parte del Dlgs n. 7/2016 in materia di depenalizzazione, del reato di “Appropriazione di cose smarrite, del tesoro e di cose avute per errore o caso fortuito”, previsto dall’articolo 647 del codice penale
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 26 febbraio 2016, n. 8045 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. TRONCI Andrea – Consigliere Dott. FIDELBO Giorgio – Consigliere Dott. RICCIARELLI Massimo – Consigliere Dott. CORBO Antoni...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 25 marzo 2016, n.12653. Il reato di malversazione a danno dello Stato, che ha natura istantanea, si consuma nel momento in cui sovvenzioni, finanziamenti o contributi pubblici vengono distratti dalla destinazione per cui erano stati erogati e la diversa destinazione data alle somme, non può ritenersi compensata dalle garanzie fideiussorie e ipotecarie offerte e dalla successiva parziale restituzione della somma, atteso che non viene in gioco la semplice possibilità che prima o poi la somma sia per intero restituita, ma la verifica del soddisfacimento del pubblico interesse sotteso alla concreta destinazione dell’erogazione
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 25 marzo 2016, n.12653 Ritenuto in fatto Con sentenza del 28/11/2014 la Corte di appello di Catania ha confermato quella del Tribunale di Catania in data 4/11/2011, con la quale: S.L. è stato riconosciuto colpevole del delitto di cui agli artt. 81, 61, comma primo, n. 7, 316-bis...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza del 23 marzo 2016, n. 12391. Il mero rifiuto di ottemperare ai provvedimenti giudiziali previsti dall’art. 388 c.p., comma 2, non costituisce comportamento elusivo penalmente rilevante, a meno che l’obbligo imposto non sia coattivamente ineseguibile, richiedendo la sua attuazione la necessaria collaborazione del soggetti, obbligato. L’interesse tutelato dall’art. 388 c.p., comma 2, non è infatti l’autorità in sè delle decisioni giurisdizionali, bensì l’esigenza costituzionale di effettività della giurisdizione. Allorchè si tratti dell’esecuzione di un provvedimento giurisdizionale adottato in sede di separazione dei coniugi sulle modalità di visita del figlio minore del genitore non affidatario, l’elusione, e quindi, come chiarito dalla Corte di legittimità, la frustrazione dell’altrui legittima pretesa, si attua anche attraverso una mera omissione o rifiuto del genitore affidatario del bambino a chè lo stesso trascorra con l’altro genitore il periodo prestabilito
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza del 23 marzo 2016, n. 12391 LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente – Dott. CARCANO Domenico – Consigliere – Dott. VILLONI Orlando – Consigliere – Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere – Dott. SCALIA Laura – rel....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 16 febbraio 2016, n. 6367. L’avere riportato nella intestazione della sentenza un capo di imputazione del tutto diverso da quello oggetto della richiesta di rinvio e sul quale si era formato il consenso alla definizione con applicazione di pena nel corso dell’udienza preliminare, definizione culminata nel dispositivo letto in udienza dal giudice integra un mero errore materiale nella compilazione del documento-sentenza, errore al quale si può porre rimedio attraverso la procedura di correzione che non integra alcuna abnormità ovvero modifica incidente su aspetto valutativo e, pertanto, discrezionale della decisione giurisdizionale
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 16 febbraio 2016, n. 6367 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. GIORDANO E. – rel. Consigliere Dott. DI SALVO Emanuel – Consigliere Dott. BASSI A. – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 2 marzo 2016, n. 8616. In caso di appalto acquisito a seguito di corruzione, non può definirsi illecito e dunque confiscabile il profitto conseguente da un’effettiva e corretta esecuzione delle prestazioni svolte in favore della controparte, pur in virtù di un contratto instaurato illegalmente; in tal caso il profitto confiscabile non va identificato con l’intero valore del rapporto sinallagmatico instaurato con la P.A., dovendosi in proposito distinguere il profitto direttamente derivato dall’illecito penale dal corrispettivo conseguito per l’effettiva e corretta erogazione delle prestazioni svolte in favore della stessa amministrazione, le quali non possono considerarsi automaticamente illecite in ragione dell’illiceità della causa remota
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 2 marzo 2016, n. 8616 Ritenuto in fatto Con il provvedimento in epigrafe, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano ha applicato, ai sensi dell’art. 444 cod. proc. pen., nei confronti di M.M. la pena di anni uno e mesi otto di reclusione, con pena...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 5 febbraio 2016, n. 4895. La possibilità di ricorrere per cassazione avverso la sentenza di patteggiamento, all’uopo deducendo l’erronea qualificazione del fatto, è soggetta a limiti rigorosi, in considerazione della natura di tale procedimento speciale e dello scopo del controllo affidato al giudice. L’impugnabilità per erronea qualificazione del fatto, in particolare, deve essere limitata ai casi in cui quella prospettata dalle parti sia palesemente erronea; di talché la ricorribilità in cassazione della sentenza di patteggiamento è ammessa nelle sole ipotesi di errore manifesto, ovvero quando sussiste realmente la eventualità che l’accordo sulla pena si trasformi in accordo sui reati, laddove, per contro, deve essere esclusa tutte le volte in cui la diversa qualificazione presenti margini di opinabilità
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 5 febbraio 2016, n. 4895 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. FIDELBO Giorgio – Consigliere Dott. GIORDANO Umberto – rel. Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere Dott. DI...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 15 dicembre 2015, n. 49475. L’applicazione di una pena in base a criteri non più corrispondenti al giudizio di disvalore della condotta espresso dal legislatore è destinata a violare il principio di proporzionalità che deve assistere l’esercizio del potere punitivo attribuito all’autorità giudiziaria
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 15 dicembre 2015, n. 49475 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. FIDELBO Giorgi – rel. Consigliere Dott. GIORDANO Emilia Anna – Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 15 dicembre 2015, n. 49463. L’accertata pluralità degli episodi di ‘spaccio’ non osta alla configurabilità della fattispecie di lieve entità di cui all’art. 73, co. 5, d.P.R. n. 309 del 1990. La non occasionalità della condotta illecita non ne è elemento costitutivo e, pertanto, non può esserne legittimamente esclusa la ricorrenza in ragione della mera reiterazione nel tempo delle condotte di cessione di sostanze stupefacenti o psicotrope
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 15 dicembre 2015, n. 49463 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. CARCANO Domenico – Consigliere Dott. FIDELBO Giorgio – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – rel. Consigliere Dott. CAPOZZI...