Se l’arresto in flagranza è convalidato si può procedere immediatamente al giudizio direttissimo senza violare il diritto di difesa Suprema Corte di Cassazione sezione VI penale sentenza 25 gennaio 2017, n. 3802 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesco...
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Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 27 gennaio 2017, n. 4123
In tema di resistenza a pubblico ufficiale, integra un unico reato, e non una pluralità di reati avvinti dalla continuazione, la violenza o la minaccia posta in essere nel medesimo contesto fattuale per opporsi al compimento di uno stesso atto di ufficio o di servizio, anche se nei confronti di più pubblici ufficiali od incaricati...
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 25 gennaio 2017, n. 3801
In tema di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina, rileva la nozione di malattia non solo fisica ma anche della mente, di portata “più ampia di quelle concernenti l’imputabilità o i fatti di lesione personale, estendendosi fino a comprendere ogni conseguenza rilevante sulla salute psichica del soggetto passivo, dallo stato d’ansia all’insonnia, dalla...
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 19 dicembre 2016, n. 53741
Ai fini dell’apprezzamento concreto del rischio che l’estradando possa essere sottoposto ad atti persecutori, discriminatori ed a trattamenti inumani e degradanti, la valutazione del giudice deve basarsi su elementi attendibili, oggettivi ed aggiornati, tenendo nella debita considerazione le allegazioni di parte ed ogni elemento utile in grado di fondare il pericolo di persecuzione che osta...
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 9 dicembre 2016, n. 52360
Illegittimo il sequestro probatorio quando la motivazione posta alla base della misura sia del tutto priva delle ragioni di strumentalità o pertinenza del denaro sequestrato al reato per cui si procede Suprema Corte di Cassazione sezione VI penale sentenza 9 dicembre 2016, n. 52360 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI...
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 2 dicembre 2016, n. 51652
Illegittimo il provvedimento che nega la scarcerazione al detenuto affetto da diabete mellito e da tumore le cui condizioni, secondo il Ctu, si possono aggravare e sono incompatibili con il regime carcerario Suprema Corte di Cassazione sezione VI penale sentenza 2 dicembre 2016, n. 51652 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE...
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 2 dicembre 2016, n. 51638
In tema di motivazione delle ordinanze cautelari personali, la prescrizione della necessaria autonoma valutazione delle esigenze cautelari sussiste tutte le volte in cui, di fronte a una richiesta cautelare del Pm, il Gip abbia rigettato la domanda per il reato associativo condividendo però pienamente la richiesta stessa quanto ai reati fine dell’associazione Suprema Corte di...
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 21 dicembre 2016, n. 54457
Ai fini della consumazione della calunnia, occorre la specifica e circostanziata attribuzione di un fatto costituente reato a persona identificata o facilmente identificabile di cui sia nota l’innocenza. L’elemento indefettibile del delitto di calunnia consiste, infatti, nell’incolpazione, specifica e circostanziata, di taluno di cui si conosce l’innocenza di un fatto concreto, da cui derivi la...
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 5 dicembre 2016, n. 51722
In tema di attentati contro i delitti politici del cittadino, non può operarsi una interpretazione estensiva dei diritti politici, così da poterli identificare con qualsiasi manifestazione del proprio pensiero che possa riguardare scelte politiche, per il divieto di interpretazione analogica presente nel codice penale; cosicché, la norma ex art. 294 cod. pen. deve intendersi come...
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 2 dicembre 2016, n. 51591
Il delitto di maltrattamenti previsto dall’art. 572 c.p. può trovare applicazione nei rapporti di tipo lavorativo, a condizione che sussista il presupposto della parafamiliarità, intesa come sottoposizione di una persona all’autorità di altra in un contesto di prossimità permanente, di abitudini di vita proprie e comuni alle comunità familiari, nonché di affidamento, fiducia e soggezione...