Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 4 marzo 2015, n. 4386 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – rel. Consigliere Dott. GENOVESE Francesco Antonio – Consigliere Dott. MERCOLINO Guido – Consigliere Dott....
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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 19 febbraio 2015, n. 3340. In tema di plagio di un opera musicale, un frammento poetico-letterario di una canzone che venga ripreso in un'altra non costituisce di per sé plagio, dovendosi accertare, da parte del giudice del merito, se il frammento innestato nel nuovo testo poetico-letterario abbia o meno conservato una identità di significato poetico-letterario ovvero abbia evidenziato, in modo chiaro e netto, uno scarto semantico rispetto a quello che ha avuto nell'opera anteriore
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 19 febbraio 2015, n. 3340 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere Dott. GENOVESE Francesco Antonio – rel. Consigliere Dott. MERCOLINO Guido – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 5 febbraio 2015, n. 2156. La responsabilita' degli amministratori costituisce un effetto diretto del compimento di una qualsiasi attivita' o operazione dopo che si siano verificati fatti indicativi dello scioglimento della societa'. Però se cosi' fosse, sarebbe sufficiente predicare la novita' dell'operazione, a norma del previgente articolo 2449 c.c., comma 1, sulla base del criterio cronologico, come conseguenza legale e automatica della stipulazione di un negozio in epoca successiva al fatto dello scioglimento della societa', senza possibilita' alcuna di dimostrare che quell'operazione non e' nuova perche' necessaria per il completamento di un'attivita' gia' intrapresa o destinata al miglior esito della liquidazione
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 5 febbraio 2015, n. 2156 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. BERNABAI Renato – Consigliere Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere Dott. DIDONE Antonio – Consigliere Dott. LAMORGESE Antonio...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 11 febbraio 2015, n. 2663. L’art. 43 R.D. n.1736/1933 precisa che l’assegno bancario emesso con la clausola “non trasferibile”, non può che essere pagato al prenditore o, a richiesta, di questo, accreditato sul suo conto corrente; chi paga persona diversa “risponde” del pagamento. La Banca che ha pagato un assegno in violazione del predetto della norma è responsabile nei confronti di tutti i soggetti nel cui interesse tale regola è posta e che, a causa della relativa violazione abbiano sofferto un danno
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 11 febbraio 2015, n. 2663 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. DOGLIOTTI Massimo – rel. Consigliere Dott. GIANCOLA Maria Cristina – Consigliere Dott. DIDONE Antonio – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 11 febbraio 2015, n. 2666. Nei giudizi di impugnazione dello stato passivo, l’omessa notifica del ricorso e del decreto di fissazione di udienza entro il termine assegnato dal giudice (che la legge non qualifica come perentorio) non comporta l’inammissibilità dell’impugnazione. A differenza che nel giudizio a cognizione ordinaria, nel procedimento regolato dall’art. 99 L.F., la tempestività dell’impugnazione va verificata con riguardo al deposito del ricorso, con il quale il ricorrente introduce il processo dinanzi al giudice, mentre la notifica dell’atto ha la mera funzione di consentire l’instaurazione del contraddittorio. La mancata osservanza del termine per la notifica del ricorso e del decreto di fissazione d’udienza non determina alcun effetto preclusivo ma comporta la necessità di assegnare un nuovo termine al medesimo scopo sempre che il curatore non sia costituendo in tal modo sanando – con effetto ex tunc – il vizio della notificazione
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 11 febbraio 2015, n. 2666 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – Consigliere Dott. CRISTIANO Magda – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 11 febbraio 2015, n. 2673. Nel caso in cui, revocata la dichiarazione di fallimento, non sia stato emesso il decreto di chiusura ex articolo 119 della legge fallimentare, la presentazione della successiva istanza di fallimento, basata sulla prospettazione di fatti intervenuti rivelatori di insolvenza del debitore, non è di per sé preclusa, spettando al tribunale, in sede di decisione, verificare se sia stato medio tempore emesso il decreto di chiusura del primo fallimento, al fine di ritenere esaminabile nel merito la ricorrenza degli elementi costitutivi della pronuncia di fallimento». Con questo principio di diritto la Cassazione ritiene legittima una seconda istanza di fallimento quando, a seguito della revoca, siano emersi elementi gravi per i quali la procedura di fallimento sia inevitabile, non esistendo alcuna norma che impedisca la proposizione di una seconda istanza di fallimento basata su fatti non esaminati e non conosciuti, né verificabili alla data della sentenza di revoca del fallimento
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 11 febbraio 2015, n. 2673 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. DIDONE Antonio – Consigliere Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – rel. Consigliere Dott. SCALDAFERRI Andrea – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 febbraio 2015, n. 2405. Nel caso di parole straniere utilizzate come marchio denominativo, al fine di valutare la validità del marchio sotto il profilo della capacità distintiva, si deve accertare il grado di diffusione e comprensione del significato della parola nel territorio nel quale è chiesta la registrazione del marchio, anche con riferimento alla destinazione e ad ogni altra caratteristica del prodotto; deve valutarsi come descrittivo il segno che presenti con il prodotto un nesso sufficientemente concreto e diretto, in quanto divenuto parte del patrimonio linguistico comune in quel territorio e quindi capace di richiamarlo in maniera diretta e immediata nella percezione di un consumatore medio normalmente avveduto ed informato
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 9 febbraio 2015, n. 2405 Motivi della decisione 1.- Nell’unico motivo di ricorso la società Mec deduce la violazione degli artt. 18, lett. b), della legge marchi (21 giugno 1942 n. 929) e 13 c.p.i. (d. lgs. 10 febbraio 2005 n. 30) e vizio di motivazione,...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 14 gennaio 2015, n. 485. Può essere revocato per «giusta causa» e tacitamente il mandato conferito per la stipula di un contratto di sponsorizzazione se la società che ha ricevuto l'incarico rimane inattiva
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 14 gennaio 2015, n. 485 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. BERNABAI Renato – rel. Consigliere Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere Dott. MERCOLINO Guido – Consigliere Dott. NAZZICONE...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 12 dicembre 2014, n. 26223. La costituzione del fondo patrimoniale per fronteggiare i bisogni della famiglia, anche qualora effettuata da entrambi i coniugi, non integra, di per sé, adempimento di un dovere giuridico, non essendo obbligatoria per legge, ma configura un atto a titolo gratuito, non trovando contropartita in un'attribuzione in favore dei disponenti, suscettibile, pertanto, di revocatoria, a norma dell'art. 64 legge fallimentare, salvo che si dimostri l'esistenza, in concreto, di una situazione tale da integrare, nella sua oggettività, gli estremi del dovere morale ed il proposito del "solvens" di adempiere unicamente a quel dovere mediante l'atto in questione
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 12 dicembre 2014, n. 26223 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. DIDONE Antonio – Consigliere Dott. GENOVESE Francesco Antonio – Consigliere Dott. BISOGNI Giacinto – Consigliere Dott. DE...