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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 22 settembre 2015, n. 38435. L’esigua quantità di questo materiale pedopornografico non ha rilevanza agli effetti della consumazione del reato, in quanto la fattispecie incrimintarice è realizzata con la semplice acquisizione e disponibilità per un tempo anche limitato alla sola visione delle immagini provenienti dall’impiego illecito di minori. Il numero di file a contenuto pedopomografico scaricati e salvati nel computer dell’imputato , esclude ogni connotazione di accidentalità e dimostra la volontà di procurarsi e detenere tale materiale, di illecita produzione e diffusione. Nel reato di detenzione di materiale pornografico l’elemento oggettivo consiste nelle condotte, tra loro alternative, del procurarsi, che implica qualsiasi modalità di procacciamento compresa la via telematica, e del disporre, che implica un concetto più ampio della detenzione, mentre l’elemento soggettivo, costituito dal dolo diretto, consiste nella volontà di procurarsi o detenere materiale pornografico proveniente dallo sfruttamento dei minori. La condotta di chi detenga consapevolmente materiale pedopornografico, dopo esserselo procurato , configura un’ipotesi di reato commissivo permanente, la cui consumazione inizia con il procacciamento del materiale anche in tempi diversi e si protrae per tutto il tempo in cui permane in capo all’agente la disponibilità del materiale

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 22 settembre 2015, n. 38435 Fatto e diritto Con sentenza 17.5.2013,emessa a conclusione di rito abbreviato , il tribunale di Palermo ha assolto L.C. G. dal reato di tentata violenza privata per insussistenza del fatto e dal reato ex art. 600 quater c.p. per carenza probatoria sulla sussistenza...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 13 luglio 2015, n. 29883. Non è configurabile il concorso tra il reato di detenzione di materiale pornografico ed il reato di pornografia minorile, dovendo applicarsi, in virtù della clausola di riserva di cui all’art. 600-quater cod. pen., la più grave fattispecie di cui all’art. 600-ter cod. pen., rispetto alla quale la detenzione costituisce, quindi, un “post factum” non punibile

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza  13 luglio 2015, n. 29883 Ritenuto in fatto 1. P.G. ha proposto ricorso avverso la sentenza della Corte d’appello di MILANO emessa in data 8/07/2014, depositata in data 3/10/2014, con cui, in parziale riforma della sentenza emessa in data 20/12/2013 dal GUP del Tribunale di MILANO, il medesimo...

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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 28 maggio 2015, n. 22768. Risponde del reato di pornografia minorile chiunque utilizza un minore per la realizzazione di materiale pornografico, a nulla rilevando l’eventuale consenso prestato dalla persona minore d’età

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 28 maggio 2015, n. 22768 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza in data 5 novembre 2012 la Corte d’Appello di Cagliari, in parziale riforma della sentenza emessa in data 14 gennaio 2010 dal GUP presso il Tribunale di Cagliari, appellata dal PM e dagli imputati P.A. , S.G.B....

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 20 febbraio 2015, n. 7763. Nel reato di cui all'articolo 600 ter c.p., l'elemento soggettivo è rappresentato dalla volontà consapevole di divulgare, volontà che deve emergere in forza di specifici elementi

  Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza  20 febbraio 2015, n. 7763 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza dei 18 febbraio 2014 la Corte d’appello di Milano ha respinto l’appello proposto da V. W. avverso sentenza del 19 luglio 2013 con cui il Tribunale di Milano lo aveva condannato alla pena di due anni...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 15 maggio 2013, n.20921. In tema di pornografia minorile

La massima 1. L’invio tramite posta elettronica ad un gruppo di discussione o newsgroup o nodi di Tor in deep web di files contenenti immagini pedopornografiche non disponibili ai partecipanti alla discussione integra gli estremi del reato di cui all’art. 600 ter e non può essere “semplificato” attraverso la tesi di trovarsi al cospetto di...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 1 febbraio 2013, n. 5143. In tema di materiale pedopornografico

  La massima Per materiale pedopornografico rilevante ai sensi degli art. 600 ter e quater c.p. deve intendersi qualsiasi cosa ritragga o rappresenti visivamente un minore degli anni 18 implicato o coinvolto in una condotta sessualmente esplicita, quale può essere anche la semplice esibizione lasciva dei genitali o della regione pubica.   SUPREMA CORTE DI...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 6 dicembre 2012, n.47239. In tema di pornografia minorile

Le massime 1. Il reato previsto dall’art. 600 ter cod. pen. intende fissare per i minori una tutela anticipata rispetto ai rischi connessi a documentazione di carattere pornografico, sanzionando, indipendentemente da finalità di lucro o di vantaggio, azioni, comunque di per sé degradanti, pericolose per la successiva eventuale diffusione che il materiale prodotto o raccolto...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza del 3 dicembre 2012, n. 46736. Custodia cautelare in carcere in caso di diivulgazione e detenzione di un’ingente quantitativo di materiale pedopornografico

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza del  3 dicembre 2012, n. 46736 Ritenuto in fatto 1. – Con ordinanza del 15 marzo 2012, il Tribunale di Messina ha rigettato la richiesta di riesame proposta dal prevenuto avverso l’ordinanza del 27 febbraio 2012 del Gip dello stesso Tribunale, con la quale era stata applicata la...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 28 novembre 2011 n. 44065. L’uso di un “file sharing” non prova la diffusione per il reato di pedopornografia

Corte di cassazione – Sezione III penale – Sentenza 28 novembre 2011 n. 44065. L’uso di un “file sharing” non prova la diffusione per il reato di pedopornografia   Il testo integrale[1] Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 28 novembre 2011 n. 44065 L’utilizzo di un programma di “file sharing[2]” a contenuto pedopornografico, non è,...