Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 24 settembre 2014, n. 20121 Motivi della decisione 1. Col primo ed unico motivo di ricorso si deduce: «insufficiente motivazione circa un fatto controverso e decisivo del giudizio (art. 360 n. 5 C.P.C.)». Rileva il ricorrente che dal referto prodotto in giudizio risultava, a seguito della ecografia effettuata,...
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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 1 settembre 2014, n. 18470. In relazione ai tempi di permanenza dell'illuminazione semaforica gialla, l'automobilista deve adeguare la velocita' allo stato dei luoghi e una durata di quattro secondi dell'esposizione della luce gialla non costituisce un dato inderogabile. Infatti, la risoluzione del Ministero dei Trasporti n. 67906 del 16.7.2007, nell'accertare che il codice della strada non indica una durata minima del periodo di accensione della lanterna di attivazione gialla, regola il tempo minimo di durata di detta luce che non puo' mai essere inferiore a tre secondi
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 1 settembre 2014, n. 18470 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 2 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PETITTI Stefano – Presidente Dott. MANNA Felice – rel. Consigliere Dott. D’ASCOLA Pasquale – Consigliere Dott. GIUSTI Alberto – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza del 3 settembre 2014, n. 18575. Nel giudizio di opposizione a verbale di accertamento di infrazione del codice della strada, grava sull'autorità amministrativa opposta, a fronte di una specifica contestazione da parte dell'opponente, che lamenti la mancata riserva di una adeguata area destinata a parcheggio libero, la prova della esistenza della delibera che escluda la sussistenza di tale obbligo ai sensi dell'art. 7 C.d.S., comma 8
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza del 3 settembre 2014, n. 18575 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 2 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PETITTI Stefano – Presidente – Dott. MANNA Felice – Consigliere – Dott. D’ASCOLA Pasquale – rel. Consigliere –...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 18 luglio 2014, n. 16500. Il titolare del pass invalidi, o per lui il conducente dell’autovettura, non è autorizzato a violare le disposizioni sulla circolazione dei veicoli finalizzate ad evitare intralcio o pericolo. Si legge in sentenza che il titolare di tale contrassegno (o per lui il conducente del veicolo), non sarebbe stato comunque autorizzato a violare disposizioni sulla circolazione dei veicoli finalizzate ad evitare intralcio o pericolo, con connessa sussistenza in re ipsa degli stessi nelle relative inosservanze.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 18 luglio 2014, n. 16500 Fatto e diritto “Il ricorso, cui non ha resistito il Comune intimato, è affidato a sette motivi, nessuno dei quali, ad avviso del relatore, merita accoglimento. I primi due, rispettivamente deducenti violazione e falsa applicazione dell’art. 14 L. 689781 e degli arti....
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 10 giugno 2014, n. 13037. Il requisito della specificità dell'atto di accertamento deve dirsi osservato per il tramite dell'indicazione del giorno e dell'ora, della natura della violazione, del tipo e della targa del veicolo, nonché della località del verificarsi del fatto, senza necessità di ulteriori indicazioni non indispensabili ad assicurare il diritto di difesa dell'incolpato e ciò, in quanto l'infrazione deve essere contestata in breve periodo di tempo, entro il quale può aversi ancora un collegamento mnemonico con il fatto ascritto, così che il soggetto è in grado, anche con la semplice indicazione della via, di sostenere e provare che la sua vettura non si trovava affatto in detta località. Ne consegue che erroneamente il Tribunale ha delimitato i confini applicativi delle norme in esame pretendendo – in disparte da qualunque ulteriore accertamento resosi eventualmente necessario a tenore delle difese sviluppate dal trasgressore (neppure riportate nella gravata decisione) – che la semplice omessa indicazione del numero civico o della intersezione stradale a presidio della quale sarebbe stato posto il semaforo – pur in presenza di tutti gli altri parametri identificativi della condotta – facesse venir meno la specificità della contestazione e, quindi, determinasse un vulnus alla difesa del preteso trasgressore
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 10 giugno 2014, n. 13037 “1. – Il Comune di Salussola ha proposto ricorso per la cassazione della sentenza n. 501/2011 del Tribunale di Biella con la quale era stato respinto l’appello del medesimo ente territoriale avverso la decisione del Giudice di Pace di Biella che aveva annullato,...
Corte di Cassazione, sezione IV, ordinanza 26 maggio 2014, n. 11632. Legittima la multa pure sè vi è stato un ritardo nella contestazione della violazione (avvenuta a nove minuti dall'accertamento in considerazione del fatto che il mezzo procedeva a forte velocità, impedendo agli agenti l'immediata contestazione)
Suprema Corte di Cassazione sezione IV ordinanza 26 maggio 2014, n. 11632 Fatto e diritto Ritenuto che il consigliere designato ha depositato, in data 24 settembre 2013, la seguente proposta di definizione, ai sensi dell’art. 380-bis cod. proc. civ.: «G.G. ha proposto opposizione avverso il verbale di contestazione elevato dai Carabinieri di Cefalù in data...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 19 marzo 2014, n. 6432. Gli agenti ed ufficiali di polizia municipale, in conformità della regola generale stabilita dall'art. 13 della l. n. 689 del 1981 in tema di accertamento delle sanzioni amministrative pecuniarie, in quanto organi di polizia giudiziaria con competenza estesa all'intero territorio comunale, hanno il potere di accertare le violazioni in materia di circolazione stradale punite con sanzioni amministrative pecuniarie in tutto tale territorio, anche, quindi, su strade statali al di fuori del centro abitato. Ne deriva che, una volta stabilito che gli ufficiali e gli agenti della polizia municipale hanno tale potere nell'ambito dell'intero territorio comunale, gli accertamenti di violazioni del codice della strada da essi compiuti in tale territorio debbono ritenersi per ciò stesso legittimi sotto il profilo della competenza dell'organo accertatore, restando l'organizzazione, la direzione e il coordinamento del servizio elementi esterni all'accertamento, ininfluenti su detta competenza
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 19 marzo 2014, n. 6432 Svolgimento del processo Con ricorso depositato il 29-4-2006 N.M. proponeva opposizione avverso il verbale di accertamento n. 327/2006. emesso dalla Polizia Municipale di Riace, notificatogli il 24-3-2006, con il quale gli era stata contestata la violazione dell’art. 142 comma 8 C.d.S., per eccesso...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 14 marzo 2014, n. 5997. Proprio in dipendenza della evidenziata natura di requisito di legittimità – con riferimento all'attività di accertamento – del riferito obbligo in capo agli agenti verbalizzanti, sarebbe stato necessario, in funzione della conseguente legittimità della verbalizzazione delle inerenti operazioni, che gli accertatori avessero attestato, nel relativo verbale da redigersi ai sensi dell'art. 200 c.d.s. 1992, tale indispensabile modalità dell'accertamento e, quindi, anche il carattere temporaneo o permanente della postazione di controllo per il rilevamento elettronico della velocità, proprio al fine di porre l'assunto contravventore nella condizione di poter valutare la legittimità o meno dell'accertamento eseguito in relazione ai prescritti adempimenti normativi e regolamentari.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 14 marzo 2014, n. 5997 Fatto e diritto Rilevato che il consigliere designato ha depositato, in data 4 novembre 2013, la seguente proposta di definizione, ai sensi dell’art. 380 bis c.p.c.: “Con ricorso proposto ai sensi dell’art. 204 bis c.d.s. 1992, il sig. R.L.G. formulava opposizione, dinanzi al...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 19 febbraio 2014, n. 3904. Legittimamente l’ordinanza-ingiunzione oggetto di opposizione può essere firmata dal dirigente delegato, anziché dal Prefetto, dovendosi altresì escludere che le modificazioni apportate dalla legge n. 120 del 2010, ribadendo la previsione che l’ordinanza è adottata dal Prefetto e che questi ha la legittimazione passiva nei giudizi di opposizione, possa avere innovato nell’ambito dell’ordinamento della carriera prefettizia e reso non operanti le disposizioni che individuano i compiti del personale della carriera prefettizia
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 19 febbraio 2014, n. 3904 Ritenuto in fatto Il Ministero dell’interno proponeva appello avverso la sentenza del Giudice di pace di Pachino con la quale era stata accolta l’opposizione proposta da C.A. avverso l’ordinanza ingiunzione emessa dal Prefetto di Siracusa in data 14 agosto 2008, avente ad oggetto...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 9 gennaio 2014, n. 195. Il ritiro immediato di una copia del verbale da parte del trasgressore equivale a notifica dello stesso, a nulla rilevando, in detto contesto, che chi ritira l’atto rifiuti di sottoscriverlo.
Suprema Corte di Cassazione sezione III Sentenza 9 gennaio 2014, n. 195 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RUSSO Libertino Alberto – Presidente Dott. D’AMICO Paolo – Consigliere Dott. SCRIMA Antonietta – Consigliere Dott. ROSSETTI Marco – rel. Consigliere Dott....