Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 14 dicembre 2015, n. 49175 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FRANCO Amedeo – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. ROSI Elisabetta – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – rel. Consigliere Dott....
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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 14 dicembre 2015, n. 49168. Sussiste il vizio di cui all’articolo 606 c.p.p., comma 1, lettera e), sotto il profilo della motivazione meramente apparente, allorche’ il provvedimento si limiti a indicare la fonte di prova della colpevolezza dell’imputato, senza che risultino invece indicati ne’ valutati i concreti elementi probatori raccolti dall’organo di polizia giudiziaria, sui quali, una volti acquisiti al processo, doveva esercitarsi la valutazione critica del giudice. Sia pure con riferimento alla motivazione dei provvedimenti di natura cautelare, ripetutamente affermato che l’obbligo di motivazione non puo’ ritenersi assolto con la mera elencazione descrittiva degli elementi di fatto, occorrendo invece una valutazione critica ed argomentata delle fonti indiziarie singolarmente assunte e complessivamente considerate
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 14 dicembre 2015, n. 49168 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FRANCO Amedeo – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. ROSI Elisabetta – Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – rel. Consigliere Dott. MENGONI...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 8 gennaio 2016, n. 553. A norma dell’art. 284, comma 3, cod. proc. pen., “Se l’imputato non può altrimenti provvedere alle sue indispensabili esigenze di vita ovvero versa in situazione di assoluta indigenza, il giudice può autorizzarlo ad assentarsi nel corso della giornata dal luogo di arresto per il tempo strettamente necessario per provvedere alle suddette esigenze ovvero per esercitare una attività lavorativa”. Dal testo normativo, dai lavori preparatori e dalla qualificazione dei presupposti autorizzativi in termini di “indispensabilità” e di “assolutezza”, emerge che la valutazione del giudice da compiere ai fini della concessione dell’autorizzazione ad assentarsi dal luogo di detenzione ex art. 284, comma terzo, cod. proc. pen., deve essere improntata a criteri di particolare rigore, di cui il giudice deve dare conto nella motivazione dei relativo provvedimento
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 8 gennaio 2016, n. 553 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza del 6 maggio 2015, il Tribunale di Bologna, investito dei ricorso ai sensi dell’art. 310 cod. proc. pen., ha confermato l’ordinanza della Corte d’appello del capoluogo emiliano del 14 aprile 2015, con la quale veniva respinta l’istanza,...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 13 novembre 2015, n. 45321. Ai fini della configurabilità della circostanza aggravante di cui all’art. 7, legge n. 203 del 1991 è necessario l’effettivo ricorso, nell’occasione delittuosa contestata, al metodo mafioso, il quale deve essersi concretizzato in un comportamento oggettivamente idoneo ad esercitare sulle vittime del reato la particolare coartazione psicologica evocata dalla norma menzionata e non può essere desunto dalla mera reazione delle stesse vittime alla condotta tenuta dall’agente
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 13 novembre 2015, n. 45321 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GENTILE Mario – Presidente Dott. TADDEI Margherita – Consigliere Dott. DIOTALLEVI Giovanni – Consigliere Dott. VERGA Giovanna – Consigliere Dott. PELLEGRINO Andrea...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 13 novembre 2015, n. 45341. In tema di riesame delle misure cautelari reali, il rinvio contenuto nell’art. 324, comma secondo, cod. proc. pen. alle forme previste dall’art. 582, comma secondo, cod. proc. pen., secondo cui le parti private e i difensori possono presentare l’atto di impugnazione anche nella cancelleria del tribunale o del giudice di pace del luogo in cui si trovano, pur se questo è diverso da quello in cui è stato emesso il provvedimento, implica che, una volta avvenuta la presentazione della richiesta di riesame in tali uffici entro il termine di dieci giorni dalla data di esecuzione del sequestro, è del tutto irrilevante, ai fini della tempestività del gravame, che l’atto pervenga o meno entro lo stesso termine al tribunale competente del capoluogo di provincia nel quale ha sede l’ufficio che ha emesso il provvedimento impugnato
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 13 novembre 2015, n. 45341 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GENTILE Mario – Presidente Dott. GALLO Domenico – Consigliere Dott. DE CRESCIENZO Ugo – Consigliere Dott. DIOTALLEVI Giovanni – Consigliere Dott. RAGO...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza del 7 dicembre 2015, n. 48320. In tema di scelta e adeguatezza delle misure cautelari, ai fini della motivazione del provvedimento di custodia in carcere non è necessaria un’analitica dimostrazione (peraltro in questa sede esistente) delle ragioni che rendono inadeguata ogni altra misura, ma è sufficiente che il giudice indichi, con argomenti logico-giuridici tratti dalla natura e dalle modalità di commissione dei reati nonchè dalla personalità dell’indagato, gli elementi specifici che, nella singola fattispecie, fanno ragionevolmente ritenere la custodia in carcere come la misura più adeguata ad impedire la prosecuzione dell’attività criminosa, rimanendo in tal modo superata e assorbita l’ulteriore dimostrazione dell’inidoneità delle subordinate misure cautelari
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza del 7 dicembre 2015, n. 48320 LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GENTILE Mario – Presidente – Dott. DE CRESCIENZO Ugo – Consigliere – Dott. AGOSTINACCHIO Luigi – rel. Consigliere – Dott. PARDO Ignazio – Consigliere – Dott. RECCHIONE Sandra –...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 18 novembre 2015, n. 45698. L’utilizzo indebito del badge da parte del dipendente pubblico, consistente nel timbrare il cartellino del collega di volta in volta assente, integra gli artifici e i raggiri del reato di truffa, tali da trarre in inganno l’Amministrazione di appartenenza e provocare all’ente stesso dei danni economicamente apprezzabili, nonché di immagine, per via della mancata presenza sul posto dei lavoratori
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 18 novembre 2015, n. 45698 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FRANCO Amedeo – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. ROSI Elisabetta – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 30 novembre 2015, n. 47302. Il giudice della cautela, chiamato ad esprimersi, ai sensi dell’art. 275, comma 2-bis, secondo periodo, cod. proc. pen., in via prognostica, sulla pena detentiva da irrogarsi all’esito del giudizio al fine di escludere l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere ove la pena risulti contenuta nella misura non superiore ai tre anni, deve condurre il proprio sindacato discrezionale, tenendo conto di tutti gli indici sintomatici della gravità del reato e della capacità a delinquere previsti dall’art. 133 cod. pen.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 30 novembre 2015, n. 47302 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROTUNDO Vincenzo – Presidente Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere Dott. SCALIA Laura – rel. Consigliere Dott. BASSI...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza del 24 novembre 2015, n. 46599. Ai fini dell’emissione di una misura cautelare personale, per “gravi indizi di colpevolezza” ex art. 273 c.p.p.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza del 24 novembre 2015, n. 46599 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VECCHIO Massimo – Presidente – Dott. CAVALLO Aldo – Consigliere – Dott. BONITO F. M. S. – rel. Consigliere – Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 27 novembre 2015, n. 47195. Il “grave stato di ansia o di paura” e il “fondato timore per la propria incolumità”, quali eventi del reato di atti persecutori, possono essere desunti dalla gravità degli episodi che compongono la condotta tipica e ritenersi provati anche ove non siano stati ammessi dalla vittima
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 27 novembre 2015, n. 47195 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. ZAZA Carlo – Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – rel. Consigliere Dott. MICCOLI Grazia – Consigliere Dott. AMATORE...