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Corte di Cassazione, sezione sesta penale, sentenza 23 novembre 2017, n. 53332. Il delitto di millantato credito si differenzia da quello di traffico di influenze in quanto presuppone che non esista il credito né la relazione con il pubblico ufficiale e tanto meno l’influenza

Il delitto di millantato credito si differenzia da quello di traffico di influenze, di cui all’art. 346 bis cod. pen. in quanto presuppone che non esista il credito né la relazione con il pubblico ufficiale e tanto meno l’influenza; mentre il traffico di influenze postula una situazione fattuale nella quale la relazione sia esistente, al...

Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 9 marzo 2017, n. 11534
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Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 9 marzo 2017, n. 11534

Millantato credito per l’usciere del comune che si fa consegnare somme per “addolcire” i funzionari. Suprema Corte di Cassazione sezione VI penale sentenza 9 marzo 2017, n. 11534 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesco – Presidente Dott. FIDELBO...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 11 dicembre 2015, n. 49145. La millanteria che integra il reato di cui all’art. 346 cod. pen. può essere sia esplicita sia implicita. In tale ultimo caso, non è necessario che l’agente vanti espressamente credito presso un pubblico ufficiale o presso un pubblico impiegato che presti un servizio pubblico, essendo sufficiente un comportamento che ingeneri la ragionevole persuasione di essere in grado di potere usare un particolare ascendente sulle decisioni di organi della pubblica amministrazione. E ciò in quanto, l’interesse primario tutelato dalla norma di cui all’art. 346 cod. pen. è il prestigio della pubblica amministrazione, che è offeso quando un suo organo, anche se non specificamente indicato, viene fatto apparire come corrotto o corruttibile o quando la sua attività funzionale viene fatta apparire come ispirata a caratteri incompatibili con quelli di imparzialità o correttezza cui la stessa pubblica amministrazione deve ispirarsi ex lege. Il reato di millantato credito può concorrere formalmente con quello di truffa, stante la diversità dell’oggetto della tutela penale, rispettivamente consistente nel prestigio della P.A. e nella protezione del patrimonio

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 11 dicembre 2015, n. 49145 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza in epigrafe, la Corte di appello di Reggio Calabria riformava parzialmente la sentenza del Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale della medesima città del 15 ottobre 2012 che, all’esito di giudizio abbreviato, aveva dichiarato T.R. responsabile di...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 5 agosto 2015, n. 34200. Non può contestarsi il reato di concussione, ma quello meno grave di millantato credito aggravato ai sensi dell’art. 61 n. 9, c.p., nel caso in cui la richiesta di una somma di denaro alla persona offesa sia avanzata da un privato e non vi sia la prova che il pubblico funzionario ne sia consapevole e partecipe

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 5 agosto 2015, n. 34200 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesco – Presidente Dott. PETRUZZELLIS Anna – Consigliere Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetano – Consigliere Dott. BASSI...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 27 aprile 2015, n. 17655. La creazione di un pericolo fittizio dal quale proteggere la vittima dell’inganno facendosi consegnare somme di denaro è inquadrabile nel delitto di truffa (articolo 640 del Cp) e non invece nei più gravi reati di concussione (articolo 317 del Cp) o induzione indebita (articolo 319 quater del Cp). La Cassazione ha precisato il giusto reato da applicare nei confronti di un carabiniere e di un suo complice che si fingeva tale i quali inventando un falso pericolo avevano offerto la loro protezione alla persona offesa in cambio di denaro. Per la Corte in questo caso non si configura la concussione perché la persona offesa non paga perché teme un danno ingiusto che può derivare da un uso distorto del potere; non si configura l’induzione indebita perché la vittima non si trova nella condizione di assoggettamento alla potestà; ma si configura la meno grave ipotesi di truffa perché l’aspettativa di un interessamento per risolvere la falsa situazione di pericolo è generata da artifici e raggiri

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 27 aprile 2015, n. 17655 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio S. – Presidente Dott. ROTUNDO Vincenzo – Consigliere Dott. PETRUZZELLIS Anna – rel. Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 18 aprile 2013, n. 17941. In tema di millantato credito

La massima 1. L’interesse protetto dalle due fattispecie sanzionate dall’art. 346 c.p. va individuato nel prestigio e nella esteriore e tangibile credibilità della pubblica amministrazione, sì che ogni pubblico ufficiale o impiegato pubblico esercente un pubblico servizio (art. 346 c.p., comma 1) ovvero ogni pubblico ufficiale o impiegato pubblico pur non esercente un pubblico servizio...