Corte di Cassazione, sezione seconda penale, sentenza 5 febbraio 2018, n. 5343. La posizione del terzo sia in ipotesi di sequestro che di confisca
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Corte di Cassazione, sezione seconda penale, sentenza 5 febbraio 2018, n. 5343. La posizione del terzo sia in ipotesi di sequestro che di confisca

Il terzo, sia in ipotesi di sequestro che di confisca, comprovata la titolarita’ del bene ha pure l’onere di dimostrare di avere positivamente adempiuto con diligenza gli obblighi di informazione e di accertamento e di aver percio’ fatto affidamento “incolpevole” nella vicenda in questione. Sentenza 5 febbraio 2018, n. 5343 Data udienza 14 dicembre 2017...

Corte di Cassazione, sezione seconda penale, sentenza 13 ottobre 2017, n. 47064.  Il reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche, di cui all’art. 316-ter cod. pen., differisce da quello di truffa aggravata ai sensi dell’art. 640, secondo comma, n. 1, cod. pen.
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Corte di Cassazione, sezione seconda penale, sentenza 13 ottobre 2017, n. 47064. Il reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche, di cui all’art. 316-ter cod. pen., differisce da quello di truffa aggravata ai sensi dell’art. 640, secondo comma, n. 1, cod. pen.

Il reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche, di cui all’art. 316-ter cod. pen., differisce da quello di truffa aggravata ai sensi dell’art. 640, secondo comma, n. 1, cod. pen., per la mancanza dell’elemento dell’induzione attraverso la messa in atto di artifici o raggiri, che connota in termini di fraudolenza la condotta di truffa Corte...

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Corte di Cassazione, sezione III penale, sentenza 11 novembre 2016, n. 47883

In tema di indebita percezione di erogazioni pubbliche, la produzione all’ente erogatore di una falsa autocertificazione finalizzata a conseguire indebitamente contributi previdenziali, integra il reato di cui all’art. 316-ter cod. pen., anziché quello di truffa aggravata, qualora l’ente assistenziale non venga indotto in errore, in quanto chiamato solo a prendere atto dell’esistenza dei requisiti autocertificati...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 17 giugno 2015, n. 25364. Integra il delitto di truffa, e non il meno grave reato di omissione o falsità in registrazione o denuncia obbligatoria (art. 37 della legge 24 novembre 1981, n. 689), la condotta dei datore di lavoro che, per mezzo dell’artificio costituito dalla fittizia esposizione di somme corrisposte al lavoratore, induce in errore l’istituto previdenziale sul diritto al conguaglio di dette somme, invero mai corrisposte, realizzando così un ingiusto profitto e non già una semplice evasione contributiva. Peraltro, in tema di indebita percezione di erogazioni pubbliche, la produzione all’ente erogatore di una falsa autocertificazione finalizzata a conseguire indebitamente contributi previdenziali integra il reato di cui all’art. 316-ter cod. pen., anziché quello di truffa aggravata, qualora l’ente assistenziale non venga indotto in errore, in quanto chiamato solo a prendere atto dell’esistenza dei requisiti autocertificati e non a compiere una autonoma attività di accertamento

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 17 giugno 2015, n. 25364 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 26.10.2011 il Tribunale di Teramo dichiarò M.N. responsabile dei reato di cui all’art. 640 comma 2 cod. pen. in danno dell’ I.N.P.S. e lo condannò alla pena di anni 1 di reclusione ed € 309,00 di...