In tema di estinzione del reato, la dichiarazione della persona offesa con cui la stessa afferma di aver ricevuto dall’imputato una somma a titolo di risarcimento del danno nonché per spese e competenze processuali del difensore, e di non avere null’altro a pretendere «salvo buon fine del titolo di pagamento», è inidonea a determinare l’effetto...
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Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 31 luglio 2015, n. 33864. In tema di reati di competenza del giudice di pace non sussiste l’interesse per la parte civile ad impugnare la sentenza dichiarativa dell’estinzione del reato ai sensi del Decreto Legislativo n. 274 del 2000, articolo 35
Suprema Corte di Cassazione S.U.P sentenza 31 luglio 2015, n. 33864 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. MANNINO Saverio Feli – Consigliere Dott. MARASCA Gennaro – Consigliere Dott. ROMIS Vincenzo – Consigliere Dott. CONTI Giovanni...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 27 luglio 2015, n. 32787. Nella individuazione dei reati rispetto ai quali è applicabile l’istituto della sospensione del procedimento con messa alla prova di cui all’articolo 168 bis del Cp e seguenti (“reati puniti…con la pena edittale detentiva non superiore al massimo a quattro anni, sola, congiunta o alternativa alla pena pecuniaria…”), deve aversi riguardo alla sola pena edittale, senza che si possa tenere conto della sussistenza di eventuali circostanze aggravanti, seppure a effetto speciale. Infatti, sul piano letterale, manca nella disciplina normativa alcun esplicito riferimento alla possibile incidenza delle eventuali aggravanti, mentre ogni volta che il legislatore ha voluto che si tenesse conto delle circostanze aggravanti lo ha espressamente previsto (cfr. articoli 4 del Cpp, 157 del Cp, 278 del Cpp, 131 bis del Cp). Inoltre, anche strutturalmente, ai fini della decisione sull’istanza presentata ex articolo 464 bis del Cpp, al giudice non è consentito pronunciarsi sulla fondatezza dell’accusa, dunque sulla configurabilità o meno del fatto aggravato, se non in termini negativi circa la sussistenza delle condizioni per la pronuncia di una sentenza di proscioglimento (da queste premesse, accogliendo il ricorso dell’imputato, la Corte, in una fattispecie in cui era contestato il reato di cui all’articolo 73, comma 5, del Dpr 9 ottobre 1990 n. 309, punito con una pena ricompresa nella soglia indicata dall’articolo 168 bis del Cp, ha annullato con rinvio l’ordinanza con cui il Gip aveva invece rigettato la richiesta di sospensione in ragione della ritenuta contestazione dell’aggravante a effetto speciale di cui all’articolo 80 del Dpr n. 309 del 1990, che secondo il giudicante avrebbe portato la pena oltre la soglia prevista per l’ammissibilità dell’istituto)
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 27 luglio 2015, n. 32787 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROMIS Vincenzo – Presidente Dott. MARINELLI Felicetta – Consigliere Dott. ZOSO Liana Maria T – Consigliere Dott. DOVERE Salvatore – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 16 luglio 2015, n. 30899. Il custode giudiziario – per la sua qualità di soggetto destinatario di uno specifico obbligo di vigilanza sulla cosa affinché ne venga assicurata o conservata l’integrità – risponde della violazione di sigilli a meno che non dimostri che si verte in ipotesi di caso fortuito o di forza maggiore
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 16 luglio 2015, n. 30899 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio S. – Presidente Dott. ROTUNDO Vincenzo – Consigliere Dott. CITTERIO Carlo – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. BASSI...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 21 maggio 2015, n. 21284. Ai fini della valutazione dell’ingiustizia della custodia cautelare sofferta, non incide il riconosciuto periodo di liberazione anticipata, in quanto per la concessione di tale beneficio è valutata la condotta del condannato e la sua partecipazione positiva alla fase rieducativa, e non la valutazione del fatto reato ed l’adeguatezza della pena irrogata, rivelanti nella procedura ex art. 314 c.p.p.
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 21 maggio 2015, n. 21284 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FOTI Giacomo – Presidente Dott. IZZO Fausto – rel. Consigliere Dott. MASSAFRA Umberto – Consigliere Dott. CIAMPI Francesco Mari – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 8 aprile 2015, n. 14112. La disciplina della messa alla prova – pur volendo tale normativa riconoscere agli imputati la possibilità di procedere ad una “risocializzazione” e comunque di accedere ad procedimento di “rieducazione” – non attribuisce un diritto assoluto per l’imputato di accedere a tale procedura condizionato alla sola richiesta dell’imputato stesso ma prevede pur sempre l’esercizio di un potere valutativo del giudice che deve inserirsi nel più ampio quadro della situazione personale dell’imputato nonché della situazione processuale nella quale verrebbe ad operare l’istituto della sospensione (parziale) del processo
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 8 aprile 2015, n. 14112 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GENTILE Mario – Presidente Dott. TADDEI Margheri – Consigliere Dott. MANNA Antonio – Consigliere Dott. ALMA M.M – rel. Consigliere Dott. CARRELLI P.D.M....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 16 gennaio 2015, n. 1945. Una sentenza di condanna non può fondarsi, unicamente o in misura determinante, su deposizioni rese da una persona che l'imputato non ha potuto interrogare o fare interrogare né nella fase istruttoria né durante il dibattimento perché resasi irreperibile, a prescindere dalla volontà o meno di sottrarsi all'esame
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 16 gennaio 2015, n. 1945 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GENTILE Mario – Presidente Dott. FIANDANESE Franco – Consigliere Dott. TADDEI Margherita B. – Consigliere Dott. MACCHIA Alberto – rel. Consigliere Dott. CERVADORO...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 13 gennaio 2015, n. 1281. La sospensione del procedimento con messa alla prova dell'imputato maggiorenne, di cui agli artt. 3 e 4 della legge n. 67 del 28 aprile 2014 non può essere richiesta dall'imputato nel giudizio di cassazione, né invocandone l'applicazione in detto giudizio, né sollecitando l'annullamento con rinvio al giudice di merito. Il beneficio della estinzione del reato, connesso all'esito positivo della prova, presuppone lo svolgimento dell'iter procedurale, alternativo alla celebrazione del giudizio, introdotto da nuove disposizioni normative, per la quale, in mancanza di una specifica disciplina transitoria vige il principio tempus regit actum
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 13 gennaio 2015, n. 1281 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FOTI Giacomo – Presidente Dott. MASSAFRA Umberto – Consigliere Dott. MARINELLI Felicetta – rel. Consigliere Dott. ESPOSITO Lucia – Consigliere Dott. SERRAO...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 29 settembre 2014, n. 40303. Ai fini della configurabilità della responsabilità dell'"extraneus" per concorso nel reato proprio è invero indispensabile, oltre alla cooperazione materiale ovvero alla determinazione o istigazione alla commissione del reato, che l’”intraneo" esecutore materiale del reato sia riconosciuto responsabile del reato proprio, indipendentemente dalla sua punibilità in concreto per la eventuale presenza di cause personali di esclusione della responsabilità
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 29 settembre 2014, n. 40303 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 7 marzo 2013, il Tribunale di Agrigento ha prosciolto Z.B.G. , per intervenuta prescrizione del reato ai sensi degli artt. 529 e 531 cod. proc. pen., dal reato di abuso di ufficio (capo F della imputazione)....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza n. 19295 del 6 maggio 2013. La condotta riparatoria estingue il reato anche se intervenuta dopo l’udienza di comparizione
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza n. 19295 del 6 maggio 2013 Svolgimento del processo Con sentenza in data 13.4.11 il Giudice di Pace di Campli dichiarava non doversi procedere a carico di G.G. per il reato ascrittogli ai sensi dell’art. 595 c.p., essendo tale reato estinto per la riparazione attuata dall’imputatoci sensi...
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