SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I PENALE sentenza 3 settembre 2015, n. 35912 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CHIEFFI Severo – Presidente – Dott. CAIAZZO Luigi – Consigliere – Dott. TARDIO Angela – rel. Consigliere – Dott. CAVALLO Aldo...
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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 luglio 2015, n. 30890. Le presunzioni legali previste dalle norme tributarie, pur potendo avere valore indiziario, non possono costituire di per sé fonte di prova della commissione del reato, assumendo esclusivamente il valore di dati di fatto, che devono essere valutati liberamente dal giudice penale unitamente ad elementi di riscontro che diano certezza dell’esistenza della condotta criminosa
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 16 luglio 2015, n. 30890 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FRANCO Amedeo – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. ROSI Elisabetta – Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 8 luglio 2015, n. 29061. I dati di carattere informatico contenuti in un computer, in quanto rappresentativi di cose, rientrano nella nozione di “prove documentali”. L’estrazione di tali dati da un supporto informatico, tuttavia, è una operazione di natura meccanica e ripetibile infinite volte, non essendovi quindi i presupposti per configurarla quale accertamento tecnico irripetibile ai sensi dell’art. 360 c.p.p. La Legge n. 48 del 18 marzo 2008, infatti, ha previsto la possibilità di estrarre copia dei predetti dati informatici con modalità idonee a garantire la conformità dei dati acquisiti a quelli originali; occorrerà quindi esaminare in concreto, nell’ambito del procedimento di valutazione della prova, la eventuale avvenuta alterazione dei dati originali e la corrispondenza di quelli estratti rispetto ai dati autentici
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 8 luglio 2015, n. 29061 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ESPOSITO Antonio – Presidente Dott. CAMMINO Matilde – Consigliere Dott. GALLO Domenico – Consigliere Dott. DAVIGO Piercamill – rel. Consigliere Dott. DI...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 27 ottobre 2014, n. 44868. La mancata contestazione della sottrazione delle chiavi dell'abitazione e' profilo che non puo' costituire motivo di censura della decisione impugnata, rileva la Corte che la maggiore gravita' della violazione, ai fini dell'applicazione dell'articolo 81 c.p., va accertata in astratto in base alla pena edittale prevista per il reato ritenuto dal giudice in rapporto alle singole circostanze in cui la fattispecie si e' manifestata e all'eventuale giudizio di comparazione fra di esse
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 27 ottobre 2014, n. 44868 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LOMBARDI Alfredo Maria – Presidente Dott. BEVERE Antonio – Consigliere Dott. LAPALORCIA Grazia – Consigliere Dott. SABEONE Gerardo – Consigliere Dott. DE...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 4 febbraio 2014, n. 5599. Il concetto di continuazione il quale, implicando che le singole violazioni costituiscano parte integrante di un unico programma deliberato nelle linee essenziali per conseguire un determinato fine, esige la progettazione ab origine di una serie ben individuata di illeciti, gia' concepiti almeno nelle loro caratteristiche essenziali
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 4 febbraio 2014, n. 5599 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. OLDI Paolo – Presidente Dott. LAPALORCIA Grazia – rel. Consigliere Dott. PALLA Stefano – Consigliere Dott. MICHELI Paolo – Consigliere Dott. DE...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 22 gennaio 2014, n. 2956. Il giudice dell’esecuzione, il quale riconosca il vincolo della continuazione ai sensi dell’articolo 671 c.p.p., ha il potere-dovere di determinare nuovamente la pena, avuto riguardo ai limiti fissati dell’articolo 81 c.p. e articolo 671 c.p.p., comma 2 e di individuare il reato piu’ grave nell’ambito delle violazioni commesse alla luce del criterio di cui all’articolo 187 disp. att. e coord. c.p.p.
Suprema Corte di Cassazione sezione I Sentenza 22 gennaio 2014, n. 2956 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZAMPETTI Umberto – Presidente Dott. CAIAZZO Luigi Pietro – Consigliere Dott. ROMBOLA’ Marcello – Consigliere Dott. TARDIO Angela – Consigliere Dott. CASSANO...
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