Ai fini della rituale contestazione del delitto di atti persecutori non si richiede che il capo d’imputazione rechi la precisa indicazione del luogo e della data di ogni singolo episodio
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Ai fini della rituale contestazione del delitto di atti persecutori non si richiede che il capo d’imputazione rechi la precisa indicazione del luogo e della data di ogni singolo episodio

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, Sentenza 9 ottobre 2018, n. 45354. Le massime estrapolate: Ai fini della rituale contestazione del delitto di atti persecutori non si richiede che il capo d’imputazione rechi la precisa indicazione del luogo e della data di ogni singolo episodio nel quale si e’ concretizzato il compimento di atti persecutori,...

Gli atti di danneggiamento realizzati in danno della persona offesa possano essere qualificati come atti persecutori
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Gli atti di danneggiamento realizzati in danno della persona offesa possano essere qualificati come atti persecutori

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, Sentenza 20 giugno 2018, n. 28573. La massima estrapolata: Gli atti di danneggiamento realizzati in danno della persona offesa possano essere qualificati come atti persecutori, ritenendoli idonei a configurare sia la molestia, sia la minaccia, tali da generare uno stato d’ansia e un mutamento delle proprie abitudini di vita...

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Risponde ad una precisa esigenza di chiarezza l’inserimento della specificazione “anche senza convivenza” in quest’ultima norma, che prevede l’aggravamento del reato di violenza sessuale di cui all’articolo 609-bis c.p. se vi e’ o vi e’ stata relazione affettiva fra l’agente e la persona offesa.

Corte di Cassazione, sezione prima penale, sentenza 14 marzo 2018, n. 11604. Risponde ad una precisa esigenza di chiarezza l’inserimento della specificazione “anche senza convivenza” in quest’ultima norma, che prevede l’aggravamento del reato di violenza sessuale di cui all’articolo 609-bis c.p. se vi e’ o vi e’ stata relazione affettiva fra l’agente e la persona...

Corte di Cassazione, sezione seconda penale, sentenza 16 febbraio 2018, n. 7639. Gli atti persecutori realizzati in danno del lavoratore dipendente e finalizzati alla sua emarginazione (c.d. mobbing) possono integrare il delitto di maltrattamenti in famiglia esclusivamente qualora il rapporto tra il datore di lavoro e il dipendente assuma natura para -familiare
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Corte di Cassazione, sezione seconda penale, sentenza 16 febbraio 2018, n. 7639. Gli atti persecutori realizzati in danno del lavoratore dipendente e finalizzati alla sua emarginazione (c.d. mobbing) possono integrare il delitto di maltrattamenti in famiglia esclusivamente qualora il rapporto tra il datore di lavoro e il dipendente assuma natura para -familiare

Gli atti persecutori realizzati in danno del lavoratore dipendente e finalizzati alla sua emarginazione (c.d. mobbing) possono integrare il delitto di maltrattamenti in famiglia esclusivamente qualora il rapporto tra il datore di lavoro e il dipendente assuma natura para -familiare, in quanto caratterizzato da relazioni intense ed abituali, dal formarsi di consuetudine di vita tra...

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 24 gennaio 2018, n. 3271. La molestia reiterata nei confronti di un intero quartiere può essere qualificata come stalking
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Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 24 gennaio 2018, n. 3271. La molestia reiterata nei confronti di un intero quartiere può essere qualificata come stalking

La molestia reiterata nei confronti di un intero quartiere può essere qualificata come stalking solo se si individuano con esattezza tutte le persone oggetto di atti persecutori. Sentenza 24 gennaio 2018, n. 3271 Data udienza 6 ottobre 2017 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli...

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 17 gennaio 2018, n. 1930. Il carattere del delitto di atti persecutori, quale reato abituale improprio, a reiterazione necessaria delle condotte, rileva anche ai fini della procedibilita’
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Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 17 gennaio 2018, n. 1930. Il carattere del delitto di atti persecutori, quale reato abituale improprio, a reiterazione necessaria delle condotte, rileva anche ai fini della procedibilita’

Il carattere del delitto di atti persecutori, quale reato abituale improprio, a reiterazione necessaria delle condotte, rileva anche ai fini della procedibilita’, con la conseguenza che, nell’ipotesi in cui il presupposto della reiterazione venga integrato da condotte poste in essere anche dopo la proposizione della querela, la condizione di procedibilita’ si estende anche a queste...

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Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 28 dicembre 2017, n. 57764. Messaggi o filmati postati sui social network integrino l’elemento oggettivo del delitto di atti persecutori

Messaggi o filmati postati sui social network integrino l’elemento oggettivo del delitto di atti persecutori e l’attitudine dannosa di tali condotte non e’, ai fini che ci occupano, tanto quella di costringere la vittima a subire offese o minacce per via telematica, quanto quella di diffondere fra gli utenti della rete dati, veri o falsi,...

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 5 settembre 2017, n. 40280. Il reato di atti persecutori è configurabile anche quando le singole condotte siamo reiterate in un arco di tempo molto ristretto ma è necessario che si tratti di atti autonomi
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Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 5 settembre 2017, n. 40280. Il reato di atti persecutori è configurabile anche quando le singole condotte siamo reiterate in un arco di tempo molto ristretto ma è necessario che si tratti di atti autonomi

Sebbene il reato di atti persecutori sia configurabile anche quando le singole condotte siamo reiterate in un arco di tempo molto ristretto, è tuttavia necessario che si tratti di atti autonomi. Non rileva quindi a questo scopo il tentativo dell’imputato di abbattere la porta d’ingresso dell’abitazione della vittima, seguito dal superamento del balcone e dall’effrazione...

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 31 agosto 2017, n. 39758. Stalking dovuta a forte litigiosità tra gli ex coniugi
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Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 31 agosto 2017, n. 39758. Stalking dovuta a forte litigiosità tra gli ex coniugi

La forte litigiosità degli ex coniugi dovuta alla gestione dei figli diventa stalking quando genera uno stato di ansia nella vittima costringendola a cambiare le sue abitudini.     Sentenza 31 agosto 2017, n. 39758 Data udienza 3 febbraio 2017 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE...

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Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 19 luglio 2017, n.35588

E’ configurabile il delitto di cui all’art. 612 bis cod. pen. nell’ipotesi in cui, pur essendo la condotta persecutoria iniziata in epoca anteriore all’entrata in vigore della norma incriminatrice, si accerti la commissione reiterata, anche dopo l’entrata in vigore del D.L. 23 febbraio 2009 n. 11, conv. in l. 23 aprile 2009, n. 38, di...