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Corte di Cassazione, sezione III penale, sentenza 26 maggio 2016, n. 21968

Ai fini dell’aggravante di cui all’art. 80 del d.P.R. n. 309 del 1990, non è sufficiente, ai fini della configurabilità la semplice coscienza e volontà della detenzione dello stupefacente, eventualmente per il tramite di un concorrente, ma è necessaria la dimostrazione della colpevolezza dell’agente quanto allo specifico profilo del quantitativo dello stupefacente SUPREMA CORTE DI...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 4 gennaio 2016, n. 7. A seguito della dichiarazione d’incostituzionalità degli artt. 4-bis e 4­vicies ter del d.l. 30 dicembre 2005, n. 272, convertito con modificazioni dalla legge 21 febbraio 2006, n. 49, pronunciata con sentenza della Corte costituzionale n. 32 del 2014, deve escludersi la rilevanza penale delle condotte che, poste in essere a partire dall’entrata in vigore di detta legge e fino all’entrata in vigore del d.l. 20 marzo 2014, n. 36, abbiano avuto ad oggetto sostanze stupefacenti incluse nelle tabelle solo successivamente all’entrata in vigore del d.P.R. n. 309 del 1990, nel testo novellato dalla citata legge n. 49 del 2006. La sostanza definita Khat (catha edulis), pur prevista nelle tabelle con la riforma del 2006 e reinserita in esse dalla novella del 2014, non risultava indicata specificamente negli elenchi appositamente predisposti dal Ministero della Sanità prima della riforma del 2006 e questa Corte aveva già tra l’altro escluso che la “catha edulis”, pur contenendo in sé il principio attivo tabellato “catina”, potesse considerarsi in se stessa soggetta alla normativa sanzionatoria

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza  4 gennaio 2016, n. 7 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza dei primo aprile 2014, il Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma applicava a G. S., in base all’art. 444 cod. proc. pen., la pena di anni due di reclusione e 2.000 euro di multa...