Corte di Cassazione, sezione terza penale, sentenza 6 luglio 2018, n. 30626. La massima estrapolata Ai fini della qualificazione di un rifiuto quale tossico e nocivo, e della configurabilità del reato di cui all’art. 256, comma 1, lettera B), d. lgs. 152/2006, non è sempre necessaria una analisi disposta dal giudice, potendosi ricavare da altri...
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Corte di Cassazione, sezione terza penale, sentenza 12 settembre 2017, n. 41528. La violazione del principio del ne bis in idem da parte dell’imputato già condannato per lo stesso fatto
La violazione del principio del ne bis in idem da parte dell’imputato già condannato per lo stesso fatto, non può essere sollevata per la prima volta in cassazione, perché l’accertamento dell’identità del fatto comporta una esame nel merito precluso ai giudici di legittimità. Sentenza 12 settembre 2017, n. 41528 Data udienza 15 dicembre 2016 REPUBBLICA...
Corte di Cassazione, sezione III penale, sentenza 12 gennaio 2017, n. 1315
Annullata senza rinvio, in camera di consiglio non partecipata, l’ordinanza della Corte di appello, che erroneamente aveva dichiarato inammissibile l’appello avverso una sentenza con la sola pena dell’ammenda, deve necessariamente, per la successiva fase di giudizio della Cassazione sulla sentenza di primo grado (qualificato come ricorso in Cassazione l’appello), fissarsi l’udienza pubblica, perche’ il principio...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 19 ottobre 2015, n. 41850. Ai fini della configurabilità del reato di cui all’art. 256, comma primo, lett. a), D.Lgs. n. 152 del 2006, è sufficiente anche una sola condotta di trasporto non autorizzato di rifiuti da parte dell’impresa che li produce ed infatti la previsione sanzionatoria di cui all’art. 256, comma primo, d.lg. n. 152 del 2006, non differenzia a seconda dell’occasionalità o meno dell’atto di gestione abusiva, donde anche chi consegna occasionalmente ad un soggetto non autorizzato rifiuti speciali ricade nel campo di applicazione della norma in esame
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 19 ottobre 2015, n. 41850 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FRANCO Amedeo – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 7 gennaio 2015, n. 79. La condotta sanzionata dall'art. 256, comma 1 d.lgs. 152/06 è riferibile a chiunque svolga, in assenza del prescritto titolo abilitativo, una attività rientrante tra quelle assentibili ai sensi degli articoli 208, 209, 210, 211, 212, 214, 215 e 216 del medesimo decreto, svolta anche di fatto o in modo secondario o consequenziale all'esercizio di una attività primaria diversa che richieda, per il suo esercizio, uno dei titoli abilitativi indicati e che non sia caratterizzata da assoluta occasionalità. La deroga prevista dall'art. 266, comma 5 d.lgs. 152/06 per l'attività di raccolta e trasporto dei rifiuti prodotti da terzi, effettuata in forma ambulante opera qualora ricorra la duplice condizione che il soggetto sia in possesso del titolo abilitativo per l'esercizio di attività commerciale in forma ambulante ai sensi del d.lgs. 31 marzo 1998, n. 114 e, dall'altro, che si tratti di rifiuti che formano oggetto del suo commercio
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 7 gennaio 2015, n. 79 Ritenuto in fatto 1. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Asti, con sentenza del 6.12.2013, ha assolto (con la formula “perché il fatto non sussiste”) A.P.A. , nei confronti del quale il Pubblico Ministero aveva richiesto l’emissione di decreto penale...