Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 25 ottobre 2017, n. 25266. In tema di accertamento delle imposte sui redditi, la dichiarazione inviata in via telematica ai sensi dell’art. 3) comma 2, del d.P.R. 22 luglio 1998, n. 322
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Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 25 ottobre 2017, n. 25266. In tema di accertamento delle imposte sui redditi, la dichiarazione inviata in via telematica ai sensi dell’art. 3) comma 2, del d.P.R. 22 luglio 1998, n. 322

In terna di accertamento delle imposte sui redditi, la dichiarazione inviata in via telematica ai sensi dell’art. 3) comma 2, del d.P.R. 22 luglio 1998, n. 322 (nel testo applicabile “ratione temporis”) si considera presentata nel giorno in cui è trasmessa, e si ritiene ricevuta, ai sensi del comma 10 del medesimo articolo, dai momento...

Corte di Cassazione, sezione tributaria, ordinanza 5 maggio 2017, n. 11082
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Corte di Cassazione, sezione tributaria, ordinanza 5 maggio 2017, n. 11082

In tema di accertamento delle imposte sui redditi, qualora l’Ufficio determini sinteticamente il reddito complessivo netto in relazione alla spesa per incrementi patrimoniali, la prova documentale contraria ammessa per il contribuente dall’art. 38, sesto comma, del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 600, nella versione vigente ratione temporis, non riguarda la sola disponibilità di redditi esenti...

Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 26 ottobre 2016, n. 21633
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Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 26 ottobre 2016, n. 21633

Il presupposto di fatto della non deducibilità dei costi è quello di beni o servizi direttamente utilizzati per il compimento di atti o attività qualificabili come delitto non colposo per il quale il pubblico ministero abbia esercitato l’azione penale o, comunque, qualora il giudice abbia emesso il decreto che dispone il giudizio ai sensi dell’articolo...

Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 14 settembre 2016, n. 18065
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Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 14 settembre 2016, n. 18065

In tema di accertamento delle imposte sui redditi, i dati e gli elementi risultanti dai conti correnti bancari assumono sempre rilievo ai fini della ricostruzione del reddito imponibile, salvo che il titolare di detti conti non fornisca adeguata giustificazione. Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 14 settembre 2016, n. 18065 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME...

Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 10 giugno 2016, n. 11957
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Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 10 giugno 2016, n. 11957

In tema di accertamento delle imposte sui redditi, la “contabilità in nero”, per il suo valore probatorio, legittima di per sé, ed a prescindere dalla sussistenza di qualsivoglia altro elemento, il ricorso all’accertamento induttivo, incombendo al contribuente l’onere di fornire la prova contraria, al fine di contestare l’atto impositivo notificatogli   Suprema Corte di Cassazione...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 22 gennaio 2015, n. 1236. In tema di accertamento delle imposte, il Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, articolo 32, n. 7 e del Decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, articolo 51, autorizzano l'Ufficio finanziario a procedere all'accertamento fiscale anche attraverso indagini su conti correnti bancari formalmente intestati a terzi, ma che si ha motivo di ritenere connessi ed inerenti al reddito del contribuente, acquisendo dati, notizie e documenti di carattere specifico relativi a tali conti, sulla base di elementi indiziari tra i quali puo' assumere rilievo decisivo la mancata risposta del contribuente alla richiesta di chiarimenti rivoltagli dall'Ufficio in ordine ai medesimi conti, e senza che l'utilizzabilita' dei dati dagli stessi risultanti trovi ostacolo nel divieto di doppia presunzione, attenendo quest'ultimo alla correlazione tra una presunzione semplice ed un'altra presunzione semplice, e non gia' al rapporto con una presunzione legale, quale e' quella che ricorre nella fattispecie in esame. Consegue da cio' che il giudice del merito ha errato a supporre che fosse onere dell'Amministrazione offrire la prova della diretta correlazione tra le movimentazioni bancarie ed una specifica attivita' d'impresa, incombendo invece all'onere di parte contribuente dimostrare che le somme movimentate sui conti correnti bancari non attenessero ad alcuna fonte di reddito assoggettabile a tassazione, in difetto di che la presunzione disciplinata nel menzionato articolo 32, non puo' che condurre alla conclusione dell'imponibilita', con le necessarie conseguenze – poi – ai fini delle sanzioni conseguenti alle contestazioni oggetto dell'avviso di cui qui si tratta.

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 22 gennaio 2015, n. 1236 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE T Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IACOBELLIS Marcello – Presidente Dott. DI BLASI Antonino – Consigliere Dott. CARACCIOLO Giuseppe – rel. Consigliere Dott. COSENTINO Antonello –...