Ammessa l’astratta possibilita’ di applicare l’istituto della particolare tenuita’ alla fattispecie di reato di guida in stato di ebbrezza
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Ammessa l’astratta possibilita’ di applicare l’istituto della particolare tenuita’ alla fattispecie di reato di guida in stato di ebbrezza

Corte di Cassazione, sezione quarta penale, Sentenza 24 settembre 2018, n. 40926. La massima estrapolata: Ammessa l’astratta possibilita’ di applicare l’istituto della particolare tenuita’ alla fattispecie di reato di guida in stato di ebbrezza, ritenuta del tutto compatibile con la previsione normativa di cui all’articolo 131 bis c.p., fermo restando il necessario apprezzamento delle condizioni...

Corte di Cassazione, sezione quarta penale, sentenza 8 novembre 2017, n. 50973. Valido l’alcoltest anche se dimostra che il valore alcolemico è ancora in fase ascendente
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Corte di Cassazione, sezione quarta penale, sentenza 8 novembre 2017, n. 50973. Valido l’alcoltest anche se dimostra che il valore alcolemico è ancora in fase ascendente

Se è ben vero che il decorso di un intervallo temporale di alcune ore tra la condotta di guida incriminata e l’esecuzione del test alcolemico rende necessario verificare, ai fini della sussunzione del fatto in una delle due ipotesi di cui all’art. 186, comma 2, lett. b) e c) cod. strada, la presenza di altri...

Corte di Cassazione, sezione IV penale, sentenza 3 febbraio 2017, n. 5307
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Corte di Cassazione, sezione IV penale, sentenza 3 febbraio 2017, n. 5307

In occasione del compimento di un atto per il quale è previsto che la polizia giudiziaria deve avvertire la persona sottoposta alle indagini, se presente, che ha facoltà di farsi assistere dal difensore di fiducia, detto obbligo non necessita, per essere assolto, di formule sacramentali, purché la formula usata risulti idonea al raggiungimento dello scopo...

Corte di Cassazione, sezione IV penale, sentenza 21 novembre 2016, n. 49236
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Corte di Cassazione, sezione IV penale, sentenza 21 novembre 2016, n. 49236

Non importa che il conducente rifiuti l’alcoltest: gli agenti devono comunque avvertirlo che ha la facoltà di farsi assistere da un avvocato. Dunque, il rifiuto di sottoporsi all’esame non cancella l’eventuale omissione dell’avvertimento Suprema Corte di Cassazione sezione IV penale sentenza 21 novembre 2016, n. 49236 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE...

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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 1 febbraio 2016, n. 4121. Posto che l’avvertimento del diritto all’assistenza difensiva, di cui all’art.114 disp.att.c.p.p., che per il tramite dell’art.356 c.p.p., richiama “gli accertamenti urgenti sui luoghi, sulle cose e sulle persone”, di cui all’art.354 c.p.p., è sicuramente riferibile anche agli accertamenti eseguiti dalla P.G. sul tasso alcolemico del conducente di un veicolo ai fini della verifica dell’eventuale stato di ebbrezza – rileva come nel momento in cui tali verifiche vennero effettuate, dovessero ritenersi già emersi a carico del conducente indizi di reità per una fattispecie di guida in stato di ebbrezza, tanto che, prima di procedere a tale accertamento indifferibile e urgente, al medesimo avrebbe dovuto essere dato avvertimento della facoltà di farsi assistere da un difensore di fiducia. Quanto poi al momento utile per sollevare la relativa eccezione, le nullità a regime intermedio verificatesi prima del giudizio non possono essere più dedotte “dopo la deliberazione della sentenza di primo grado”, alla stregua di quanto previsto dall’art.180 c.p.p., richiamato dall’art.182, comma 2, secondo periodo, c.p.p., con ciò superando e ritenendo non più condivisibili le affermazioni giurisprudenziali secondo cui la nullità in parola sarebbe sanata e non più deducibile se non dedotta dall’interessato all’accertamento prima ovvero immediatamente dopo il compimento dell’atto “non ricorrendo facoltà processuali comportanti cognizioni tecniche professionali proprie dei difensore”. Deve invece escludersi, che una qualsiasi nullità debba essere personalmente eccepita, a pena di decadenza, dal soggetto indagato o imputato, non solo nell’immediatezza dell’atto nullo ma anche successivamente, poiché tale soggetto non ha, o si presume per postulato legale che non abbia, le conoscenze tecniche indispensabili per apprezzare che l’atto o il mancato atto sia non rispettoso delle regole processuali, e per di più che egli debba attivarsi per eccepire ciò, entro certi termini, a pena di decadenza: trova allora applicazione il disposto dell’art.182, comma 2, secondo periodo, che indica come limite temporale alla proposizione tempestiva dell’eccezione di nullità la deliberazione della sentenza di primo grado, a norma dell’art.180 c.p.p.

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 1 febbraio 2016, n. 4121  Ritenuto in fatto 1. Con sentenza in data 19.11.2013 la Corte d’Appello di Ancona, in parziale riforma della sentenza del Tribunale di Ascoli Piceno pronunciata il 13.4.2012 nei confronti di A.E., condannato alla pena di giustizia per il reato di cui agli artt....

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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 5 gennaio 2016, n. 32. In tema di guida in stato di ebbrezza, ai fini del superamento delle soglie di punibilità stabilite dall’art. 186, comma secondo, cod. strada, assumono rilievo anche i valori centesimali, con la precisazione che, in presenza del rilievo di un tasso alcoolemico pari a 0,87, superiore al valore soglia di 0,8 g/I, deve ritenersi configurabile la fattispecie di cui alla lettera b), dell’art. 186, cit.)

Suprema Corte di Cassazione sezione IV  sentenza 5 gennaio 2016, n. 32   REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BIANCHI Luisa – Presidente Dott. MASSAFRA Umberto – Consigliere Dott. MONTAGNI Andrea – rel. Consigliere Dott. SERRAO Eugenia – Consigliere Dott....