Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 30 ottobre 2013, n. 24502 Premesso in fatto È stata depositata in cancelleria la seguente relazione: “1.- Con la decisione impugnata la Corte d’Appello di Venezia ha dichiarato inammissibile l’appello proposto da D.S. avverso la sentenza del Tribunale di Venezia che aveva dichiarato la simulazione assoluta del contratto...
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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 31 ottobre 2013 n. 44385. In tema di reato di riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù di cui all’articolo 600 del codice penale
Il testo integrale [1] Il reato di riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù di cui all’articolo 600 del codice penale, nel testo novellato dall’articolo 1 della legge 11 agosto 2003 n. 228, integra tipica fattispecie delittuosa multipla ed a forma libera, per la cui configurazione occorre, a mente del disposto di cui al primo...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 30 ottobre 2013, n. 24480. L’amministrazione è legittimata a contribuire alla difesa del suo dipendente imputato in un procedimento penale sempreché sussista un interesse specifico dell’amministrazione al riguardo e tale interesse deve individuarsi qualora sussista imputabilità dell’attività che costituisce l’oggetto dell’imputazione all’amministrazione e una diretta connessione dell’attività stessa con i fini della pubblica amministrazione.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 30 ottobre 2013, n. 24480 Fatto e diritto Rilevato che: 1. A..O. ha chiesto con citazione davanti al Tribunale di Cagliari la condanna del Ministero della Pubblica Istruzione al rimborso ex art. 18 del D.L. n. 67/1997 delle spese legali sostenute per difendersi nel processo penale celebrato nei...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 31 ottobre 2013 n. 24567. Ai fini della determinazione dello scaglione per la liquidazione degli onorari di avvocato, ove siano state proposte più domande, una di valore indeterminabile ed una di valore determinato, esse si cumulano tra loro e la causa va complessivamente ritenuta di valore indeterminabile
Il testo integrale [1] Ai fini della determinazione dello scaglione per la liquidazione degli onorari di avvocato, ove siano state proposte più domande, una di valore indeterminabile ed una di valore determinato, esse si cumulano tra loro e la causa va complessivamente ritenuta di valore indeterminabile. Il giudice del merito ha omesso di pronunciare...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 30 ottobre 2013, n. 24467. Ai fini del riparto di giurisdizione in materia di servizi pubblici – siano essi dati, o meno, in concessione – occorre distinguere tra la sfera attinente all’organizzazione del servizio e quella attinente, invece, ai rapporti di utenza. Ne consegue che, in ipotesi di azione risarcitoria proposta nei confronti dell’ente gestore del servizio, se il danno lamentato dall’utente è il riflesso dell’organizzazione del servizio stesso, la giurisdizione appartiene al giudice amministrativo, mentre sussiste la giurisdizione del giudice ordinario se non si controverte dell’esercizio o del mancato esercizio del potere amministrativo o, comunque, di comportamenti anche mediatamente riconducibili all’esercizio di tale potere, posti in essere da pubbliche amministrazioni o da soggetti ad essi equiparati, ma l’utente proponga l’azione risarcitoria con riferimento ai danni derivanti dal cattivo funzionamento dell’erogazione del servizio.
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 30 ottobre 2013, n. 24467 Svolgimento del processo 1. C.S. ha adito il Tribunale di Teramo chiedendo l’accertamento del grave inadempimento della s.r.l. Accademia di Psicoterapia della Famiglia al contratto con essa concluso ed avente per oggetto la frequenza di un corso di formazione in psicoterapia relazionale sistemica,...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 30 ottobre 2013, n. 24490. Il socio di una società in nome collettivo che abbia ceduto la propria quota risponde, nei confronti dei terzi, delle obbligazioni sociali sorte fino al momento in cui la cessione sia stata iscritta nel registro delle imprese o fino al momento (anteriore) in cui il terzo sia venuto a conoscenza della cessione. L’indicata pubblicità costituisce, dunque, fatto impeditivo di una responsabilità altrimenti normale, sicché essa deve essere allegata e provata dal socio che opponga la cessione al fine di escludere la propria responsabilità per le obbligazioni sociali
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 30 ottobre 2013, n. 24490 Svolgimento del processo Con ricorso del 2 maggio 1997, C.D. — premesso che S.P. le aveva notificato atto di precetto e successivamente atto di pignoramento immobiliare fondato sul decreto ingiuntivo in data 30.05.1996 del Pretore di Alghero notificato esclusivamente alla società Le Piramidi...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza n. 24435 del 30 ottobre 2013. La cartella esattoriale di pagamento, quando faccia seguito ad un avviso di accertamento divenuto definitivo, si esaurisce in urfintimazione di pagamento della somma dovuta in base all’avviso e non integra un nuovo ed autonomo atto impositivo: ne discende che, in base all’art. 19, 3° comma, del decreto legislativo 31 dicembre 1992 n. 546, essa resta sindacabile in giudizio solo per vizi propri e non per questioni attinenti all’atto di accertamento da cui è sorto il debito. Dunque, i vizi afferenti all’avviso di accertamento non possono essere fatti valere con impugnazione della cartella
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza n. 24435 del 30 ottobre 2013 Fatto La società contribuente impugnò una cartella di pagamento che era seguita ad un avviso di accertamento, in relazione al quale la società aveva proposto istanza di accertamento con adesione, che non aveva avuto seguito. La commissione tributaria provinciale accolse il ricorso,...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 29 ottobre 2013, n. 24342. Licenziamento disciplinare per giusta causa in danno del dipendente della banca per aver negoziato assegni non trasferibili a persone diverse dai beneficiari
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 29 ottobre 2013, n. 24342 Fatto Il Tribunale di Palermo, in funzione di giudice del lavoro, rigettava la domanda proposta da E.G. – dipendente della Banca Popolare di Lodi (poi Banco Popolare soc. coop. a r.l.) con mansioni di cassiere – intesa ad ottenere la declaratoria dell’illegittimità: a)...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 26 settembre 2013, n. 39933. Reiterati atti di molestia, commessi in danno del fratello, realizzatisi insozzando quasi quotidianamente l’abitazione ed il cortile di proprietà di quest’ultimo gettandovi rifiuti di ogni genere, cagionandogli in tal modo un perdurante e grave stato d’ansia e il fondato pericolo per l’incolumità, al punto che la persona offesa si trasferiva altrove per alcuni periodi e rinunciava a coltivare presso la propria abitazione relazioni con i terzi, rientrano nel paradigma normativo del delitto di atti persecutori ex art. 612-bis c.p.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V PENALE Sentenza 26 settembre 2013, n. 39933 Ritenuto in fatto 1. La Corte di Appello di Brescia, con sentenza del 5-4-2012, confermando quella del Tribunale di Brescia, sez. dist. di Breno in data 14-7-2011, riconosceva F.M. responsabile del reato di atti persecutori, commesso fino alla ‘data odierna’, in...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 29 ottobre 2013, n. 24361. Quando il rifiuto del padre di sottoporsi alle indagini ematologiche è ingiustificato, tale rifiuto assume rilevanza probatoria
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 29 ottobre 2013, n. 24361 Fatto e diritto Con atto di citazione del 15.2.2007 N..A. , deducendo di essere figlio di N..D. , chiedeva al Tribunale di Ascoli di accertarne la paternità naturale. D. , costituitosi, si opponeva all’accoglimento della domanda, che viceversa il tribunale accoglieva all’esito della...