Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 5 novembre 2013, n. 24744 In fatto e in diritto Nella causa indicata in premessa, é stata depositata la seguente relazione: “1 – La sentenza impugnata, depositata l’8 novembre 2010, ha respinto l’appello principale del P. , osservando, per un verso, che la presenza di radici di un...
Categoria: Sezioni Diritto
Corte di Cassazione, S.U.P., ordinanza 23 ottobre 2013, n. 43384. Il consulente tecnico, con la nomina ad opera del pubblico ministero, riveste già una precisa veste processuale, potenzialmente destinata a rifluire sull’assunzione della qualità “testimoniale” ex artt. 371-bis o 372 cod. pen. Questa qualità, anche se non ancora formalmente assunta, può dunque ritenersi immanente, in quanto prevedibile e necessario sviluppo processuale della funzione assegnata al consulente tecnico nominato dalla parte pubblica. Pertanto, il reato di cui all’art. 377 cod. pen. è in astratto configurabile nella condotta esercitata per influire sui risultati di una consulenza tecnica, destinati a essere falsamente rappresentati al pubblico ministero (art. 371-bis cod. pen.) o successivamente al giudice (art. 372 cod. pen.).
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE ORDINANZA 23 ottobre 2013, n. 43384 Ritenuto in fatto 1. L’oggetto del processo è costituito dalla condotta di alcuni soggetti che consegnavano ad un consulente tecnico del Pubblico ministero una somma di denaro (da quello simulatamente accettata) allo scopo di fargli predisporre una consulenza falsa. In particolare, la vicenda...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 6 novembre 2013, n. 24881. L’incapacità naturale del disponente che – ai sensi dell’art. 591 c.c. – determina l’invalidità del testamento non si identifica in una generica alterazione del normale processo di formazione ed estrinsecazione della volontà ma richiede che, a causa dell’infermità, il soggetto, al momento della redazione del testamento, sia assolutamente privo della coscienza del significato dei propri atti e della capacità di autodeterminarsi, così da versare in condizioni analoghe a quelle che, con il concorso dell’abitualità, legittimano la pronuncia di interdizione, sottolineandosi che, ai fini del relativo giudizio il giudice di merito non può (come ulteriormente rilevato esattamente dalla Corte territoriale), in particolare, ignorare il contenuto dell’atto di ultima volontà e gli elementi di valutazione da esso desumibili, in relazione alla serietà, normalità e coerenza dalle disposizioni nonché ai sentimenti ed ai fini che risultano averle ispirate
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI ORDINANZA 6 novembre 2013, n. 24881 Fatto e diritto Rilevato che il consigliere designato ha depositato, in data 12 gennaio 2013, la seguente proposta di definizione, ai sensi dell’art. 380-bis c.p.c.: “Con atto di citazione notificato il 29.09.2001 T.A. e To.An. convenivano innanzi il Tribunale di Venezia i fratelli...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 6 novembre 2013, n. 24989. Legittimo il licenziamento dell’insegnante per aver affermato, parlando con alcuni genitori, che l’Istituto presso il quale lavorava era notevolmente inadeguato e che le insegnanti erano didatticamente impreparate sotto ogni profilo, suggerendo anche di iscrivere gli alunni altrove. Tali comportamenti sono stati qualificati come integranti una violazione dei doveri fondamentali ed elementari di fedeltà e correttezza che gravano su un lavoratore in quanto in alcun modo possono essere ricondotti a una legittima critica anche dell’operato del datore di lavoro per la loro offensività e per i termini utilizzati.
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 6 novembre 2013, n. 24989 Svolgimento del processo OM., insegnante di scuola materna, veniva licenziata previa contestazione di addebito del 6.3.2004, il 20.4.2004 dal Commissario Straordinario dell’I.P.A.B. Istituto educativo “M. Trotta” di San Severo (Foggia) per una serie di critiche mosse alla conduzione e gestione del detto Istituto...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza n. 44906 del 7 novembre 2013. Non costituisce una manifestazione tacita o presunta di revoca la mancata partecipazione della parte civile ad una mera udienza interlocutoria ovvero la mancata presentazione delle conclusioni laddove queste siano state rassegnate in una precedente fase o in un precedente grado del giudizio
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza n. 44906 del 7 novembre 2013 RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO 1. Con la sentenza sopra indicata il Tribunale di Treviso disponeva, ai sensi dell’art. 444 cod. proc. pen., l’applicazione della pena di giorni venti di reclusione ed euro 120,00 di multa nei confronti di D....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 7 novembre 2013, n. 44916. Rispondono del reato di cui all’art. 659 comma 1 c.p. un uomo e una donna che non impediscono il molesto abbaiare, anche in ore notturne, di due cani di loro proprietà, custoditi nel cortile di un edificio condominiale. Parimenti imputati per gli schiamazzi e rumori provocati dal suono dle pianoforte
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 7 novembre 2013, n. 44916 Ritenuto in fatto e considerato in diritto 1. Con sentenza del 7 febbraio 2012 il Tribunale di Salerno condannava alla pena di euro 100,00 di ammenda ciascuno i coniugi A.L. e M.C., imputati del reato di cui agli artt. 110 e 659 c.p....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 5 novembre 2013, n. 24799. In tema di cessione del contratto, leasing e foro del consumatore
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 5 novembre 2013, n. 24799 Svolgimento del processo 1. Nel maggio del 1992 la società Globo Servizi s.r.l. stipulò, nella veste di utilizzatrice, un contratto di leasing con la società Mercedes Benz Finanziaria s.p.a. (che in seguito ha mutato ragione sociale in Mercedes Benz Financial Services Italia s.p.a.;...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 5 novembre 2013, n. 24750. La condanna alle spese processuali, a norma dell’art. 91 cod. proc. civ., ha il suo fondamento nell’esigenza di evitare una diminuzione patrimoniale alla parte che ha dovuto svolgere un’attività processuale per ottenere il riconoscimento e l’attuazione di un suo diritto; sicché essa non può essere pronunziata in favore del contumace vittorioso, poiché questi, non avendo espletato alcuna attività processuale, non ha sopportato spese al cui rimborso abbia diritto
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 5 novembre 2013, n. 24750 In fatto e in diritto Nella causa indicata in premessa, é stata depositata la seguente relazione: “1. – La sentenza impugnata (Corte di Appello di Roma 18/01/2012, non notificata), in riforma della sentenza di primo grado, accertava la responsabilità della T. , ai...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 6 novembre 2013, n. 25015. L’azione di responsabilità per rovina e difetti di cose immobili, prevista dall’art. 1669 cod. civ., può essere esercitata non solo dal committente contro l’appaltatore, ma anche dall’acquirente contro il venditore che abbia costruito l’immobile sotto la propria responsabilità, allorché lo stesso venditore abbia assunto, nei confronti dei terzi e degli stessi acquirenti, una posizione di diretta responsabilità nella costruzione dell’opera, e sempre che si tratti di gravi difetti, i quali, al di fuori dell’ipotesi di rovina o di evidente pericolo di rovina, pur senza influire sulla stabilità dell’edificio, pregiudichino o menomino in modo rilevante il normale godimento, la funzionalità o l’abitabilità del medesimo
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 6 novembre 2013, n. 25015 Ritenuto in fatto 1. – Con atto di citazione del 10 giugno 2000, T.A. , premesso di avere acquistato in data (omissis) dalla società Erbaggio Costruzioni a r.l. l’abitazione unifamiliare sita in (omissis) , costruito dalla stessa società Erbaggio, denunciò di non avere...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 7 novembre 2013 n. 25069. Possibile licenziamento dell’impiegato che durante l’orario di lavoro usa “in continuazione” il computer dell’ufficio per giocare
Testo integrale Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 7 novembre 2013 n. 25069[1] La Corte d’Appello di Roma nel 2010 aveva dichiarato nullo il licenziamento ritenendo generica la contestazione che fa riferimento ad un solo episodio” tanto da non consentire al lavoratore una puntuale difesa. Contrariamente la Sezione lavoro della Suprema Corte che nella...