Suprema CORTE DI CASSAZIONE sezione II SENTENZA 21 marzo 2014, n.13218 Ritenuto in fatto Con sentenza del 28.7.2011, il G.I.P. del Tribunale di Palermo, in esito a giudizio abbreviato, dichiarò C.P. colpevole dei reati di agli artt. 479 (per avere concorso con A.I. – titolare di uno ‘Sportello Telematico dell’Automobilista’, abilitato dal Ministero dei Trasporti...
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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 25 marzo 2014, n. 14021. Condannato per ingiuria il padre di una bambina di 4 anni la quale riferisce al padre di essere stata offesa dal vicino di casa. Il genitore reagisce rivolgendo espressioni volgari ed ingiuriose a danno del vicino. Nessuna esimente per il padre per aver scoperto successivamente che il racconto della bimba era falso
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 25 marzo 2014, n. 14021 Ritenuto in fatto 1. C.A., ritenuto, con doppia sentenza conforme, responsabile del reato di ingiuria nei confronti di R.T., ricorre tramite il difensore avverso la sentenza di secondo grado (Tribunale di Palermo sez. dist. di Partitico in data 1-10-2012) deducendo violazione di...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 10 marzo 2014, n. 5523. Premesso che l'attuazione dei principi del giusto processo, di cui all'articolo 111 Cost., impone un contemperamento tra le esigenze di natura pubblicistica del litisconsorzio necessario e il dovere del giudice di verificare preliminarmente la sussistenza di un reale interesse a contraddire in capo al soggetto pretermesso, nel giudizio di divisione ereditaria il litisconsorzio necessario, che sussiste nei confronti di tutti gli eredi, viene meno rispetto al coerede che, prima della introduzione del giudizio, abbia ceduto la propria quota ereditaria; ne' tale litisconsorzio puo' ritenersi sussistente nei confronti di chi, agendo in rappresentazione, ignorando la detta cessione da parte del proprio dante causa, abbia spiegato intervento nel giudizio di divisione. Ne consegue che l'omessa integrazione del contraddittorio – disposta in appello – nei confronti di tali parti, non comporta la inammissibilita' del gravame
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 10 marzo 2014, n. 5523 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 2 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GOLDONI Umberto – Presidente Dott. PETITTI Stefano – rel. Consigliere Dott. SAN GIORGIO Maria Rosaria – Consigliere Dott. CARRATO Aldo –...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 21 marzo 2014, n. 6784. La clausola vessatoria di un contratto, in cui una delle parti è un consumatore, anche se è stata oggetto di trattativa, deve ritenersi inefficace, mentre il resto del contratto rimane in vigore. L’inefficacia opera soltanto a vantaggio del consumatore e può essere rilevata d’ufficio dal giudice
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 21 marzo 2014, n. 6784 Svolgimento del processo 1. Così la sentenza impugnata riassume lo svolgimento del processo. “Con preliminare datato 271712001, la Degran s.p.a., prometteva di vendere ad A.R. un immobile sito in (omissis) per la somma di L. 265.000.000… con espressa esclusione della garanzia per...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza del 27 gennaio 2014, n. 1650. Il decreto ingiuntivo non munito, prima della dichiarazione di fallimento, di decreto di esecutorietà ex articolo 647 del cpc non è passato in cosa giudicata formale e sostanziale, né può più acquisire tale valore con un successivo decreto di esecutorietà per mancata opposizione, poiché, intervenuto il fallimento, ogni credito, secondo quanto prescrive l'articolo 52 della legge fallimentare, deve essere accertato nel concorso dei creditori, secondo le regole stabilite dagli articoli 92 e seguenti della legge fallimentare, in sede di accertamento del passivo
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza del 27 gennaio 2014, n. 1650 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE ha pronunciato la seguente: sentenza sul ricorso 14510-2012 proposto da: BANCA S.C.P.A. (C.F. (OMISSIS)), in persona del Presidente pro tempore, elettivamente domiciliata in ROMA, VIA DEL...
Corte di cassazione, sezione V, sentenza 24 marzo 2014, n. 13833. Il divieto della reformatio in peius nel giudizio di appello riguarda non soltanto il risultato finale, ma anche tutti gli elementi del calcolo della pena: sicché, in caso di accoglimento dell'appello dell'imputato in ordine alle circostanze o al concorso di reati, discende non solo l'obbligatoria diminuzione della pena complessiva, ma anche l'impossibilità di elevare la pena comminata per singoli elementi
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 24 marzo 2014, n. 13833 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza in data 8 ottobre 2012 la Corte d’Appello di Lecce, in ciò parzialmente riformando la decisione assunta dal locale Tribunale, ha riconosciuto C.D. responsabile del delitto di cui all’art. 485 cod. pen., così riqualificato il fatto originariamente...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 24 marzo 2014, n. 13832. Responsabile del delitto di furto in abitazione per essersi impossessato di un computer portatile, detenuto all'interno dell'ufficio nell'agenzia di assicurazioni
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 24 marzo 2014, n. 13832 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza in data 18 luglio 2012 la Corte d’Appello di Torino, in ciò parzialmente confermando la decisione assunta dal Tribunale di Biella (invece riformata in ordine ad altri reati), ha riconosciuto D.G. responsabile del delitto di furto...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 24 marzo 2014, n. 13841. L'autore materiale della contravvenzione edilizia va individuato in colui che, con propria azione, esegue l'opera abusiva, ovvero la commissiona ad altri, anche se difetti della qualifica di proprietario del suolo sul quale si è edificato, mentre il semplice comportamento omissivo da luogo a responsabilità penale solo se l'agente aveva l'obbligo giuridico di impedire l'evento, obbligo che certamente non sussiste in capo al nudo proprietario dell'area interessata dalla costruzione, non essendo esso sancito da alcuna norma di legge
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 24 marzo 2014, n. 13841 Ritenuto in fatto 1. G.A. e C. hanno proposto personalmente tempestivo ricorso avverso la sentenza della Corte d’Appello di Napoli in data 23/01/2013, depositata in data 31/01/2013, con cui, in parziale riforma della sentenza 24/02/2011 emessa dal Tribunale di Torre Annunziata, sez. dist....
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 19 marzo 2014, n.1344. Le consulenze tecniche non sono lo strumento per ricercare il vero valore di mercato (atteso che questo è determinabile unicamente solo con l’effettiva messa in vendita del bene) ma servono unicamente a simulare il possibile comportamento delle parti coinvolti, qualora se ne presentassero le condizioni. È quindi un profilo ordinario, anzi ontologico, dell’azione di stima che questa fondi le sue valutazioni su situazioni non esattamente sovrapponibili a quella in esame, ma paragonabili sotto profili diversi. Sicché, le diversità delle situazioni prese in considerazione, non rappresentano un profilo patologico dell’azione dello stimatore, fino a che non viene provato che tra gli elementi presi a sostegno e quelli da valutare non vi fossero profili di somiglianza
La massima 1. Le consulenze tecniche non sono lo strumento per ricercare il vero valore di mercato (atteso che questo è determinabile unicamente solo con l’effettiva messa in vendita del bene) ma servono unicamente a simulare il possibile comportamento delle parti coinvolti, qualora se ne presentassero le condizioni. È quindi un profilo ordinario, anzi ontologico,...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 21 marzo 2014, n. 13350. In tema di diffamazione,sussiste l'estremo della comunicazione con più persone quando l'agente prenda direttamente contatto con una pluralità di soggetti. Ne consegue che il divieto di diffusione dello scritto a soggetti estranei al procedimento amministrativo, aspetto su cui si è soffermato il ricorrente, costituisce un dato del tutto irrilevante ai fini del perfezionarsi della fattispecie delittuosa in esame, essendosi la diffamazione, reato istantaneo, già consumata nel momento in cui la missiva è pervenuta alle autorità amministrative innanzi indicate. La destinazione alla divulgazione nei confronti di più persone può trovare il suo fondamento, oltre che nella esplicita volontà del mittente – autore anche nella natura stessa della comunicazione, in quanto propulsiva di un determinato procedimento (giudiziario, amministrativo, disciplinare), che deve essere ex lege portato a conoscenza di altre persone, diverse dall'immediato destinatario, sempre che l'autore della missiva prevedesse o volesse la circostanza che il contenuto relativo sarebbe stato reso noto a terzi
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 21 marzo 2014, n. 13350 Fatto e diritto 1. Con sentenza pronunciata il 7.12.2012 il tribunale di Teramo in composizione monocratica, in qualità di giudice di appello, confermava la sentenza con cui il giudice di pace di Giulianova, in data 18.7.2011 aveva condannato F.M. , imputato del delitto...