Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 30 ottobre 2014, n. 23087 Fatto e diritto Rilevato che: 1. F.F. , con citazione del 6 giugno 2003, ha convenuto la s.n.c. Fatighenti di Andrea e Claudio Fatighenti, davanti al Giudice di pace di Cecina per ottenere la sua condanna alla refusione di 1.886,79 Euro. Ha dedotto...
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Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 17 ottobre 2014, n. 22021. L'iscrizione a ruolo e la cartella di pagamento diventano illegittime a seguito della sentenza che, accogliendo il ricorso proposto dal contribuente, annulli l'atto impositivo da esse presupposto
Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 17 ottobre 2014, n. 22021 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PICCININNI Carlo – Presidente Dott. CIRILLO Ettore – rel. Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – Consigliere Dott. MARULLI Marco – Consigliere Dott. TRICOMI Laura...
Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 17 ottobre 2014, n. 22002. In tema di agevolazione fiscale connessa all'acquisto della prima casa, l'impegno assunto dall'acquirente, in sede di atto di acquisto, a stabilire la residenza nel comune ove è ubicato l'immobile entro il termine di diciotto mesi, va valutato tenendo conto della sopravvenienza di un caso di forza maggiore, e cioè di un ostacolo all'adempimento dell'obbligazione, caratterizzato dalla non imputabilità alla parte obbligata, e dall'inevitabilità ed imprevedibilità dell'evento, essendo, per contro, irrilevanti le motivazioni soggettive relative al mancato trasferimento della predetta residenza
Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 17 ottobre 2014, n. 22002 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MERONE Antonio – Presidente Dott. DI BLASI Antonino – Consigliere Dott. CHINDEMI Domenico – Consigliere Dott. SAMBITO Maria Giovanna Concetta – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 31 ottobre 2014, n. 23183. Con riguardo ai criteri di liquidazione del danno terminale, essendo massimo nella sua entità ed intensità, tanto che la lesione alla salute è così elevata da non essere suscettibile di recupero ed esitare nella morte, è necessario tener conto di fattori di personalizzazione. Pertanto, la relativa liquidazione non può essere effettuata attraverso la meccanica applicazione di criteri contenuti in tabelle che, per quanto dettagliate, nella generalità dei casi sono predisposte per la liquidazione del danno biologico o delle invalidità, temporanee o permanenti, di soggetti che sopravvivono all'evento dannosi; con la ulteriore precisazione che il danno terminale è comprensivo di un danno biologico da invalidità temporanea totale (sempre presente e che si protrae dalla data dell'evento lesivo fino a quella del decesso) cui può sommarsi una componente di sofferenza psichica (danno catastrofico) e che, mentre nel primo caso la liquidazione può ben essere effettuata sulla base delle tabelle relative all'invalidità temporanea, nel secondo caso risulta integrato un danno non patrimoniale di natura affatto peculiare che comporta la necessità di una liquidazione che si affidi ad un criterio equitativo puro – ancorché sempre puntualmente correlato alle circostanze del caso – che sappia tener conto della enormità del pregiudizio
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 31 ottobre 2014, n. 23183 Ritenuto in fatto L.L. decedette in conseguenza delle lesioni riportate nello scontro fra il ciclomotore da lui guidato e un autocarro di proprietà della Cappelletti s.n.c., condotto da C.G. . I congiunti del L. convennero in giudizio il predetto C. , nonché la...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 28 ottobre 2014, n. 5331. La competenza ad emanare la deliberazione recante la regolamentazione del passaggio del paziente dal ricovero acuto a riabilitazione o lungodegenza e viceversa, è da attribuirsi alla Giunta regionale e non anche al Consiglio. In ipotesi siffatte si versa, invero, nella disciplina di aspetti organizzativi-amministrativi e operativi-funzionali dell'erogazione delle prestazioni sanitarie in attuazione della più generale programmazione sanitaria e dell'art. 3, D.M. n. 380 del 2000.
Consiglio di Stato sezione III sentenza 28 ottobre 2014, n. 5331 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 2411 del 2009, proposto da: Casa di Cura Vi. srl, rappresentata e difesa dagli avv. En.Fo....
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 15 ottobre 2014, n. 5154. Ferma la consolidata regola generale per cui è inammissibile il ricorso proposto nei confronti dell'amministrazione statale che non sia stato a essa notificato presso l'avvocatura dello Stato, salvi gli effetti di sanatoria determinati dall'eventuale costituzione in giudizio dell'amministrazione stessa, ai sensi della sentenza della Corte costituziobale 26 giugno 1967 n. 97, la previsione per cui nei giudizi in materia di accesso il ricorrente può stare in giudizio personalmente senza l'assistenza di difensore e che l'amministrazione può essere rappresentata da un proprio dipendente con la qualifica di dirigente, non vale a superare la necessità che la notificazione del ricorso ad autorità statale debba avvenire anche per detta tipologia di controversie presso la competente avvocatura, a pena di inammissibilità del relativo ricorso
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 15 ottobre 2014, n. 5154 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 5164 del 2014, proposto da: Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, in persona del presidente e...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 30 ottobre 2014, n. 45068. Non ricorre lo stato di necessità rilevante ex art. 54 cod. pen. in presenza della mera circostanza che un soggetto tossicodipendente versi in crisi di astinenza, trattandosi della conseguenza di un atto di libera scelta e quindi evitabile da parte dell'agente. In tema di cause di giustificazione, l'allegazione da parte dell'imputato dell'erronea supposizione della sussistenza dello stato di necessità deve basarsi non già su un mero criterio soggettivo, riferito al solo stato d'animo dell'agente, bensì su dati di fatto concreti, tali da giustificare l'erroneo convincimento in capo all'imputato di trovarsi in tale stato
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 30 ottobre 2014, n. 45068 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 9 gennaio 2013, la Corte d’Appello di L’Aquila ha confermato la sentenza del 2 dicembre 2010, con la quale il Tribunale di Teramo, Sezione distaccata di Giulianova, ha condannato alla pena di mesi sei di reclusione...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 9 ottobre 2014, n. 42257. Il componente del consiglio di amministrazione risponde del concorso nella bancarotta impropria da reato societario per mancato impedimento del reato anche quando egli sia consapevolmente venuto meno al dovere di acquisire tutte le informazioni necessarie all'espletamento del suo mandato
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 9 ottobre 2014, n. 42257 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FERRUA Giuliana – Presidente Dott. FUMO Maurizio – Consigliere Dott. ZAZA Carlo – Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – Consigliere Dott. CAPUTO Angelo...
Corte di Cassazione, sezione III, 8 ottobre 2014, n. 41936. Reato di maltrattamento contro la moglie (art. 572 c.p.). Il GIP aveva disposto la misura coercitiva dell'allontanamento dalla casa familiare, prevista dall’art. 282 bis c.p.p., e disposto inoltre il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla moglie con la prescrizione di mantenersi ad una distanza non inferiore a 500 metri da quest'ultima. L’uomo, chiedendo il riesame e la revoca della misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare, si era difeso raccontando una versione dei fatti diversa. Il loro matrimonio non sarebbe stato in crisi, come potevano dimostrare i post che la donna pubblicava su facebook dai quali emergeva una situazione familiare serena e diametralmente opposta da quella narrata dalla moglie. Quanto ai post di facebook, il giudicante osserva che essi non provassero che la situazione coniugale fosse serena, essendo ben possibile che la persona offesa li avesse inseriti dopo temporanee rappacificazioni.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III PENALE sentenza 8 ottobre 2014, n. 41936 Ritenuto in fatto Con ordinanza emessa in data 7 ottobre 2013 il GIP presso il Tribunale di Ravenna applicava a V.A. la misura coercitiva dell’allontanamento dalla casa familiare con divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati da L.T. e con...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 10 ottobre 2014, n. 42505. La prima sezione penale della Corte di Cassazione risponde a un interrogativo nient'affatto banale, spiegando cosa succede, sul piano pratico, quando viene interrotto lo svolgimento della sanzione sostitutiva del lavoro di pubblica utilità e chiarendo, in particolare, le modalità di determinazione della pena residua da scontare per il reo "inoperoso".
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 10 ottobre 2014, n. 42505 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZAMPETTI Umberto – Presidente Dott. MAZZEI Antonella P. – Consigliere Dott. CAPRIOGLIO Piera – rel. Consigliere Dott. MAGI Raffaello – Consigliere Dott....