SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 27 luglio 2015, n.15769 Motivi della decisione 1.- La Corte di appello ha motivato la sua decisione – per quanto rileva in questa sede – in base al fatto che la clausola del contratto di locazione prevedeva il diritto del conduttore di recedere anticipatamente dal rapporto solo per...
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Corte di Cassazione, S.U.P. sentenza 21 luglio 2015, n. 31617. Il giudice, nel dichiarare la estinzione del reato per intervenuta prescrizione, può applicare, a norma dell’art. 240, secondo comma, n.1 c.p., la confisca del prezzo del reato e, a norma dell’art. 322 ter c.p., la confisca del prezzo o del profitto del reato
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE S.U.P. SENTENZA 21 luglio 2015, n.31617 RITENUTO IN FATTO 1. Con sentenza del 22 marzo 2013, la Corte di appello di Roma, in riforma della sentenza emessa il 16 dicembre 2009 dal Tribunale di Roma nei confronti di L.C., ha dichiarato non doversi procedere nei confronti del predetto imputato in ordine...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 16 luglio 2015, n. 3544. Il proprietario di un’area inquinata, non responsabile dell’inquinamento, non è tenuto agli oneri di bonifica per come imposti dalla amministrazione pubblica, ma ha una mera facoltà di eseguirli pena, altrimenti, l’esecuzione d’ufficio degli stessi da parte della amministrazione procedente e con responsabilità, in tal caso, solo patrimoniale del proprietario ( nei limiti del valore venale del bene all’esito degli interventi di riqualificazione ambientale). La scelta del legislatore nazionale è stata adottata in applicazione, nel nostro ordinamento, del principio comunitario “chi inquina paga” ormai confluito in una specifica disposizione (art. 191) del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, nel quale rientra come uno degli obiettivi principali sui quali si basa l’azione europea in materia ambientale ed in attuazione della direttiva 2004/35/CE
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 16 luglio 2015, n. 3544 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 9602 del 2010, proposto da: C., in persona del legale rappresentante, rappresentata e difesa dagli avvocati Fi.Ba....
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 14 luglio 2015, n. 3505. L’attività di restauro e risanamento edilizio, ai sensi dell’art. 3, c. 1, lett. c), del dpr. 380/2001, può comportare anche l’eliminazione di elementi estranei o deteriorati dall’organismo preesistente, e non può essere confusa con la ristrutturazione edilizia. La sentenza ha precisato che la ristrutturazione edilizia consiste nel rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio e nell’alterazione della fisionomia originaria e della consistenza fisica dell’immobile
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 14 luglio 2015, n. 3505 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso n. 6124/2013 RG, proposto dall’ing. Pa.Ci. ed altri (…); contro Roma Capitale, in persona del Sindaco pro tempore, rappresentata e difesa...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 5 giugno 2015, n. 24295. Relativamente alla cessione dell’avviamento, non può costituire oggetto di distrazione l’avviamento commerciale di un’azienda ove questo venga identificato come prospettiva di costituire rapporti giuridici solo teoricamente immaginabili e dunque con specifico riferimento allo sviamento di clientela; l’avviamento commerciale dell’azienda e’ invece suscettibile di distrazione quando, contestualmente, e’ stata oggetto di disposizione anche l’azienda medesima o quanto meno i fattori aziendali in grado di generare l’avviamento.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 5 giugno 2015, n. 24295 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FUMO Maurizio – Presidente Dott. VESSICHELLI Mar – rel. Consigliere Dott. MICCOLI Grazia – Consigliere Dott. CAPUTO Angelo – Consigliere Dott. DEMARCHI...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 8 giugno 2015, n. 24358. Nell’assenza di una disciplina transitoria, la declaratoria di non punibilità per particolare tenuità del fatto (articolo 131-bis del Cp, introdotto con il decreto legislativo n. 28 del 2015) è applicabile anche ai procedimenti in corso al momento della sua entrata in vigore e, quindi, anche a quelli pendenti in Cassazione. In tale evenienza, la Corte di legittimità, deve in primo luogo verificare l’astratta applicabilità dell’istituto, avendo riguardo ai limiti edittali di pena del reato. In secondo luogo, la Corte deve verificare la ricorrenza congiunta della particolare tenuità dell’offesa e della non abitualità del reato. Nell’effettuare questo secondo apprezzamento, il giudice di legittimità non potrà che basarsi su quanto emerso nel corso del giudizio di merito, tenendo conto, in modo particolare, dell’eventuale presenza, nella motivazione del provvedimento impugnato, di giudizi già espressi che abbiano pacificamente escluso la particolare tenuità del fatto
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 8 giugno 2015, n. 24358 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FRANCO Amedeo – Presidente Dott. RAMACCI Luca – rel. Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – Consigliere Dott. MENGONI...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 8 giugno 2015, n. 24384. Il principio discendente dall’articolo 6 della CEDU, obbliga – nell’ipotesi di reformatio in peius della sentenza di assoluzione – il giudice d’appello a rinnovare l’istruzione dibattimentale per escutere, nel contraddittorio con l’imputato, le prove orali, aventi carattere di decisivita’, di cui avverta la necessita’ di valutare diversamente l’attendibilita’ rispetto a quanto ritenuto dal giudice di primo grado
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 8 giugno 2015, n. 24384 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI TOMASSI Maria Stefani – Presidente Dott. CASSANO Margherita – Consigliere Dott. SANDRINI Enrico G – rel. Consigliere Dott. LA POSTA Lucia...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 1 giugno 2015, n. 23443. Il giudice che rigetta una richiesta di sospensione dell’esecuzione della pena per grave infermità deve dare conto della scelta con una motivazione compiuta e non generica, al fine di consentire la verifica dei passaggi logici della scelta effettuata. Nel caso di specie, la Cassazione ha annullato l’ordinanza emessa dal tribunale di sorveglianza che aveva rigettato la richiesta dei domiciliari avanzata da un detenuto che aveva subito un doppio trapianto di cornea con conseguente perdita di funzionalità dell’occhio sinistro, a causa delle cure inadeguate nel regime detentivo. Il tribunale nella motivazione non aveva indicato la patologia subita dal detenuto, né fatto riferimento concreto al contenuto della relazione sanitaria
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 1 giugno 2015, n. 23443 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. LOCATELLI Giuseppe – Consigliere Dott. LA POSTA Lucia – rel. Consigliere Dott. BONI Monica – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 3 giugno 2015, n. 23726. La richiesta di riparazione per l’ingiusta detenzione e’ ammissibile anche in relazione alla restrizione della liberta’ indebitamente sofferta per l’applicazione della misura di sicurezza del ricovero in una casa di cura
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 3 giugno 2015, n. 23726 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesco – Presidente Dott. CITTERIO Carlo – Consigliere Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetana – Consigliere Dott. BASSI...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 3 giugno 2015, n. 11453. La ratifica di un contratto soggetto alla forma scritta “ad substantiam”, stipulato da “falsus procurator”, non richiede che il “dominus” manifesti per iscritto espressamente la volontà di far proprio quel contratto, ma può essere anche implicita – purché sia rispettata l’esigenza della forma scritta – e risultare da un atto che, redatto per fini che sono consequenziali alla stipulazione del negozio, manifesti in modo inequivoco la volontà del “dominus” incompatibile con quella di rifiutare l’operato del rappresentante senza potere; n particolare, poi, l’atto scritto di ratifica puo’ essere costituito dalla citazione contenente la domanda di esecuzione del contratto concluso dal rappresentante privo di poteri, in quanto tale domanda implica l’univoca volonta’ della parte di ratificare l’operato del suddetto rappresentante
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 3 giugno 2015, n. 11453 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MAZZACANE Vincenzo – rel. Presidente Dott. NUZZO Laurenza – Consigliere Dott. PARZIALE Ippolisto – Consigliere Dott. PICARONI Elisa – Consigliere Dott. FALASCHI...