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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 26 agosto 2015, n. 35708. In tema di reati fallimentari, ai fini dell’affermazione della responsabilità penale della condotta di ritardato fallimento, la gravità della colpa non può ritenersi presunta laddove il fallimento non sia tempestivamente richiesto dall’imprenditore in stato di insolvenza; ne consegue che la tardiva richiesta di fallimento assume la consistenza di un’omissione penalmente rilevante ove oggetto di una scelta caratterizzata da colpa di livello grave

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 26 agosto 2015, n. 35708 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LAPALORCIA Grazia – Presidente Dott. ZAZA Carlo – Consigliere Dott. SETTEMBRE Antonio – Consigliere Dott. DE MARZO Giuseppe – Consigliere Dott. DEMARCHI...

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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 25 agosto 2015, n. 35571. Non si può subordinare la scarcerazione di un imputato, considerato “adatto” ai domiciliari, alla disponibilità del braccialetto elettronico

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 25 agosto 2015, n. 35571 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giusepp – Presidente Dott. D’ISA Claudio – Consigliere Dott. MARINELLI Felicetta – Consigliere Dott. GRASSO Giuseppe – rel. Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 1 settembre 2015, n. 17386. In tema di esdebitazione, ai fini dell’ammissione all’istituto, il riferimento alla “soddisfazione”, almeno parziale, dei creditori concorsuali di cui all’art. 142 della legge fallimentare attribuisce al giudice del merito un ambito di valutazione discrezionale che investe non solo il numero dei creditori soddisfatti, sul totale di quelli ammessi, ma anche la stessa percentuale di pagamento dei singoli crediti

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 1 settembre 2015, n. 17386   REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. NAPPI Aniello – Consigliere Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere Dott. DIDONE Antonio – Consigliere Dott. DI...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 31 agosto 2015, n. 17306. Nel giudizio di opposizione agli atti esecutivi, la decorrenza del termine di decadenza per la proposizione del giudizio di merito (fissato dal giudice dell’esecuzione all’esito dell’espletamento della fase camerale del procedimento), decorre dalla data della comunicazione del provvedimento e non da quella del suo deposito

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 31 agosto 2015, n. 17306 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SALME’ Giuseppe – Presidente Dott. AMENDOLA Adelaide – rel. Consigliere Dott. AMBROSIO Annamaria – Consigliere Dott. DE STEFANO Franco – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 22 settembre, n. 38447. Ai fini della configurabilità del reato di bancarotta fraudolenta documentale, è sufficiente provare il dolo generico, consistente nella consapevolezza dell’agente che la confusa tenuta delle scritture contabili potrà rendere impossibile la ricostruzione del patrimonio, non essendo invece necessario dimostrare il dolo specifico, ossia la specifica volontà di impedire tale ricostruzione

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza  22 settembre, n. 38447 Ritenuto in fatto 1.Con sentenza del 3.12.2013 la Corte di Appello di Salerno confermava la sentenza emessa dal locale Tribunale in data 15.5.2012, con la quale C.C. era stato condannato alla pena di anni due di reclusione per il delitto di bancarotta fraudolenta documentale,...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 23 settembre 2015, n. 38733. In tema di misure cautelari personali l’effetto preclusivo di un precedente giudizio cautelare viene meno soltanto in presenza di un successivo, apprezzabile, mutamento del fatto; ne consegue che, in difetto di nuove acquisizioni probatorie che implichino un mutamento della situazione di fatto sulla quale la decisione era fondata, le questioni dedotte a sostegno di una richiesta di revoca presentata dall’interessato restano precluse

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 23 settembre 2015, n. 38733 Ritenuto in fatto 1.Con ordinanza del 27.1.2015 il Tribunale di Roma, Sezione per il riesame, respingeva gli appelli proposti, ai sensi dell’art. 310 c.p.p., avverso le ordinanze di rigetto dei 10 e 22 dicembre 2014 delle richieste presentate nell’interesse di C.A. di revoca...