Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 3 novembre 2015, n. 44335 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. RAMACCI Luca – Consigliere Dott. ACETO Aldo – rel. Consigliere Dott. MENGONI...
Categoria: Sezioni Diritto
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 30 ottobre 2015, n. 22183. Con riguardo al diritto del correntista di richiedere, ai sensi del dlgs n.385/1993, copia della documentazione relativa al rapporto contrattuale intrattenuto, vige (nei soli rapporti banca-cliente) il limite della decennalità rispetto all’operazione conclusa e della quale è richiesta la documentazione, anche in applicazione analogica dell’art. 119 della stessa fonte legislativa che, pur espressamente dettata per la documentazione inerente a singole operazioni bancarie, ne limita il diritto di rilascio (a spese del richiedente) a due condizioni: a) il trattarsi di operazioni specifiche; b) l’essere state poste in essere negli ultimi dieci anni. Tale limitazione non può valere fino al punto di esentare la banca dall’onere probatorio quando questo sia posto a suo carico
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 30 ottobre 2015, n. 22183 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 1 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DOGLIOTTI Massimo – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere Dott. GENOVESE Francesco Antonio – rel. Consigliere Dott. SCALDAFERRI Andrea –...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 30 ottobre 2015, n. 22184. In tema di revocatoria fallimentare, la conoscenza dello stato di insolvenza da parte del terzo contraente deve essere effettiva ma può essere provata anche con indizi e fondata su elementi di fatto, purchè idonei a fornire la prova per presunzioni di tale effettività. La scelta degli elementi che costituiscono la base della presunzione ed il giudizio logico con cui dagli stessi si deduce l’esistenza del fatto ignoto costituiscono un apprezzamento di fatto che, se adeguatamente motivato, sfugge al controllo di legittimità
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 30 ottobre 2015, n. 22184 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 1 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DOGLIOTTI Massimo – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere Dott. GENOVESE Francesco Antonio – rel. Consigliere Dott. SCALDAFERRI Andrea –...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 2 novembre 2015, n. 22379. In caso di demansionamento con condanna del datore di lavoro al pagamento delle differenze retributive conseguenti al riconoscimento del superiore inquadramento, il connesso versamento contributivo è interamente dovuto dal datore di lavoro, anche per quanto attiene alla quota di contributi a carico del lavoratore, ai sensi dell’art. 23 della Legge n. 218 del 1952, posto che il ritardo nel versamento dei contributi è addebitabile alla responsabilità del datore di lavoro, a meno che quest’ultimo non dimostri che tale ritardo non sia ad esso in alcun modo imputabile
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 2 novembre 2015, n. 22379 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE L Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CURZIO Pietro – Presidente Dott. ARIENZO Rosa – Consigliere Dott. FERNANDES Giulio – Consigliere Dott. GARRI Fabrizia – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 13 novembre 2015, n. 23198. Il rapporto che si instaura tra paziente e casa di cura (o ente ospedaliero) ha la sua fonte in un atipico contratto a prestazioni corrispettive con effetti protettivi nei confronti del terzo, da cui, a fronte dell’obbligazione al pagamento del corrispettivo (che ben può essere adempiuta dal paziente, dall’assicuratore, dal servizio sanitario nazionale o da altro ente), insorgono a carico della casa di cura (o dell’ente), accanto a quelli di tipo lato sensu alberghieri, obblighi di messa a disposizione del personale medico ausiliario, del personale paramedico e dell’apprestamento di tutte le attrezzature necessarie, anche in vista di eventuali complicazioni od emergenze. Ne consegue che la responsabilità della casa di cura (o dell’ente) nei confronti del paziente ha natura contrattuale e può conseguire, ai sensi dell’art. 1218 cod. civ., all’inadempimento delle obbligazioni direttamente a suo carico, nonché, in virtù dell’art. 1228 cod. civ., all’inadempimento della prestazione medico-professionale svolta direttamente dal sanitario, quale suo ausiliario necessario pur in assenza di un rapporto di lavoro subordinato, comunque sussistendo un collegamento tra la prestazione da costui effettuata e la sua organizzazione aziendale, non rilevando in contrario al riguardo la circostanza che il sanitario risulti essere anche di fiducia dello stesso paziente, o comunque dal medesimo scelto
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 13 novembre 2015, n. 23198 Svolgimento del processo 1. D’.An.Ri. e, con distinto atto, il marito P.C., in proprio e nella qualità di esercente la potestà sulla figlia minore J., chiesero il risarcimento dei danni patiti, quali conseguenze dell’errata esecuzione dell’intervento chirurgico cui la D’. si era sottoposta;...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 17 settembre 2015, n. 18276. In materia di compensazione delle spese legali, l’obbligo del Giudice di dare conto delle ragioni della compensazione totale o parziale delle stesse dovrà ritenersi assolto, oltre che in presenza di argomenti specificamente riferiti a detta statuizione, anche allorché le argomentazioni svolte per la statuizione di merito contengano in sé considerazioni giuridiche o di fatto idonee a giustificare le regolazione delle spese adottata
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI – L ordinanza 17 settembre 2015, n. 18276 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE L Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CURZIO Pietro – Presidente – Dott. ARIENZO Rosa – Consigliere – Dott. FERNANDES Giulio – Consigliere – Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 22 settembre 2015, n. 38438. Il delitto di uso di atto falso di cui al 489 c.p. è un reato istantaneo e non permanente, giacché la consumazione di esso si esaurisce con l’uso, essendo la protrazione nel tempo dei suoi effetti il risultato dell’azione cosi come compiuta. Qualora, peraltro, dello stesso documento falso venga successivamente reiterato l’impiego, la nuova attività dà luogo ad altro e distinto delitto di uso di atto falso. Infine, la condotta tipica è integrata dall’uso dell’atto falso, sorretto dalla consapevolezza, da parte del reo, della falsità dello stesso e dal dolo specifico di procurare a se’ un vantaggio
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 22 settembre 2015, n. 38438 RITENUTO IN FATTO Il difensore di M.V. propone ricorso per cassazione contro la sentenza pronunciata dalla Corte d’Appello di Palermo, in data 24 giugno 2014, che in parziale riforma della decisione del Tribunale di Marsala, sezione distaccata di Castelvetrano, in data 15 febbraio...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 9 novembre 2015, n. 44879. Il falso in certificato presuppone la qualifica soggettiva di pubblico ufficiale (artt. 477 e 480) o di “impiegato dello Stato, o di altro ente pubblico, incaricato di pubblico servizio” (art. 493 cod. pen.): è solo in relazione ad un certificato proveniente da uno di tali soggetti che potrebbe, in astratto, configurarsi il falso materiale del privato (art. 482 cod. pen.). Ne consegue che, poiché il CUD della ditta privata non proviene da uno dei soggetti indicati dall’art. 493 cod. pen., in caso di falsificazione dello stesso non è configurabile il reato di falsità materiale commessa dal privato, in quanto difetta la qualifica soggettiva necessaria
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 9 novembre 2015, n. 44879 Ritenuto in fatto Investita degli appelli proposti, per quanto è di interesse, da C.R. e da P.R. avverso la sentenza del Tribunale di Roma in data 01/12/2011, la Corte di appello di Roma, con sentenza deliberata il 14/11/2013, dichiarata l’estinzione per prescrizione di...
Corte i Cassazione, sezione VI, sentenza 30 ottobre 2015, n. 43960. Il deterioramento del rapporto matrimoniale e la relazione extraconiugale del marito, manifestata alla moglie, non integra già di per sé il delitto di maltrattamenti, a meno che non sussistano altri elementi idonei a creare una situazione di sofferenza morale e fisica alla donna. Così pure non c’è “violenza economica” se le scelte economiche e organizzative familiari, anche se non condivise allo stesso modo da entrambi i coniugi, sono compiute senza vessazioni o violenze fisiche
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 30 ottobre 2015, n. 43960 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. CAPOZZI Angelo – Consigliere Dott. BASSI A. – rel. Consigliere Dott. PATERNO’...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 29 ottobre 2015, n. 43704. Il reato di molestia di cui all’articolo 660 c.p., non e’ necessariamente abituale, per cui puo’ essere realizzato anche con una sola azione di disturbo o di molestia, purche’ ispirata da biasimevole motivo o avente il carattere della petulanza, che consiste in un modo di agire pressante ed indiscreto, tale da interferire sgradevolmente nella sfera privata di altri
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 29 ottobre 2015, n. 43704 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GIORDANO Umberto – Presidente Dott. VECCHIO Massimo – Consigliere Dott. MAZZEI Antonella P. – Consigliere Dott. LA POSTA Lucia – Consigliere Dott....