Consiglio di Stato sezione V sentenza 13 aprile 2016, n. 1477 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale Sezione Quinta ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso iscritto in appello al numero di registro generale 3995 del 2015, proposto da: A.R., rappresentato e difeso dagli avvocati Sa. St....
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Presupposto dell’imposta regionale sulle attività produttive è l’esercizio abituale di un’attività autonomamente organizzata diretta alla produzione e allo scambio ovvero alla prestazione di servizi, ma quando l’attività è esercitata dalle società e dagli enti, che siano soggetti passivi dell’imposta a norma dell’art. 3 del D.Lgs. 15/12/1997, n. 446 – comprese quindi le società semplici e le associazioni senza personalità giuridica costituite fra persone fisiche per l’esercizio in forma associata di arti e professioni – essa, in quanto esercitata da tali soggetti, strutturalmente organizzati per la forma nella quale l’attività è svolta, costituisce ex lege, in ogni caso, presupposto d’imposta, dovendosi perciò escludere la necessità di ogni accertamento in ordine alla sussistenza dell’autonoma organizzazione. Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 14 aprile 2016, n. 7371.
Suprema Corte di Cassazione sezione unite sentenza 14 aprile 2016, n. 7371 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROVELLI Luigi Antonio – Primo Presidente f.f. Dott. CICALA Mario – Presidente Sezione Dott. AMOROSO Giovanni – Presidente Sezione Dott. RAGONESI Vittorio...
Ai sensi dell’art. 18 L.F., la sentenza che rigetta il reclamo è notificata al reclamante a cura della cancelleria ed il termine per proporre il ricorso in cassazione è di trenta giorni dalla notificazione. Nonostante la norma parli di notificazione “a cura della cancelleria” ad essa è equipollente quella operata dal curatore fallimentare, attesa la ratio pienamente assolta di permettere alla parte di conoscere compiutamente le ragioni e l’esito del reclamo, al fine di valutarne la ricorribilità per cassazione. Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 14 aprile 2016, n. 7384.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 14 aprile 2016, n. 7384 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – Presidente Dott. FERRO Massimo – Consigliere Dott. LAMORGESE Antonio – Consigliere Dott. NAZZICONE Loredana – rel. Consigliere...
In tema di impugnativa avverso la sentenza dichiarativa di fallimento depositata in data successiva all’entrata in vigore del D.Lgs. n.5/2006, ma su ricorso depositato anteriormente, trova applicazione la nuova disciplina dell’art. 18 L.F., con conseguente necessità di proposizione dell’appello alla Corte di appello e non più di opposizione allo stesso tribunale. Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 14 aprile 2016, n. 7386.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 14 aprile 2016, n. 7386 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FORTE Fabrizio – rel. Presidente Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – Consigliere Dott. SCALDAFERRI Andrea – Consigliere Dott. FERRO Massimo – Consigliere...
La mancata comparizione del testimone residente all’estero è un comportamento che può conseguire solo a una citazione andata a buon fine, che presuppone che gli sia stato correttamente citato, nelle forme imposte dalle peculiarità del caso in esame, tra le quali devono eventualmente comprendersi anche quelle della rogatoria internazionale, ma anche che la stessa presuppone, nel caso in cui la notificazione non sia stata effettuata perché il teste non è stato trovato all’indirizzo indicato, che siano compiuti tutti quegli accertamenti necessari e opportuni per potere individuare l’attuale domicilio, non essendo a tal fine sufficienti verifiche anagrafiche meramente formali. Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 8 aprile 2016, n. 14243.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 8 aprile 2016, n. 14243 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. NOVIK Adet Toni – Consigliere Dott. TARDIO Angela – Consigliere Dott. SANDRINI Enrico Giuseppe – Consigliere Dott....
Ne’ e’ fondato il rilievo secondo il quale il dolo d’impeto e’ incompatibile con il dolo alternativo, posto che l’agire sulla spinta emotiva del momento non esclude la lucidita’ mentale e le facolta’ cognitive che consentono di prevedere e rappresentarsi l’evento come conseguenza della propria azione. Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 7 aprile 2016, n. 13970.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 7 aprile 2016, n. 13970 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VECCHIO Massimo – Presidente Dott. LA POSTA Lucia – rel. Consigliere Dott. MANCUSO Luigi Fabrizio – Consigliere Dott. ESPOSITO Aldo – Consigliere...
Nella prassi applicativa la fattispecie di atti persecutori ha sempre più difficoltà a trovare una sua rigorosa fisionomia, in quanto al suo interno vengono fatti rientrare fatti che presentano un disvalore molto diverso, complice non solo la difficoltà di dare interpretazione univoca ad eventi empiricamente sfuggenti, ma soprattutto la sproporzione di scala che sussiste tra la condotta di molestie, di per sé scarsamente offensiva, e gli eventi di portata “considerevole”, con la conseguenza che nella gran parte dei casi il soggetto è punito più per l’eventuale idoneità della condotta a cagionare certi eventi che per l’effettiva produzione degli stessi. Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 7 aprile 2016, n. 13940.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 7 aprile 2016, n. 13940 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RAMACCI Luca – Presidente Dott. SOCCI Angelo Matteo – Consigliere Dott. ACETO Aldo – rel. Consigliere Dott. LIBERATI Giovanni – Consigliere Dott....
La mancanza di concessione rilasciata dall’A.A.M.S. comporta l’impossibilità per l’operatore italiano o straniero di ottenere la licenza di pubblica sicurezza di cui all’art. 88 T.U.L.P.S. ed ha, quale conseguenza, l’esercizio abusivo del gioco di scommesse, derivando da ciò che il soggetto, che riceve le scommesse e versa le vincite, pone in essere un’attività commerciale in forma organizzata soggetta ad imposizione fiscale. Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 6 aprile 2016, n. 13706
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 6 aprile 2016, n. 13706 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GALLO Domenico – Presidente Dott. TADDEI Margheri – Consigliere Dott. AGOSTINACCHIO Luigi – Consigliere Dott. FILIPPINI S. – rel. Consigliere Dott. CARRELLI...
In caso di danno biologico, per i danni conseguenti ad infortuni sul lavoro e a malattie professionali verificatisi o denunciati a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto ministeriale di cui al comma 3, l’INAIL nell’ambito del sistema d’indennizzo e sostegno sociale, in luogo della prestazione di cui all’art. 66, comma 1, n. 2), del Testo Unico, eroga l’indennizzo previsto e regolato dalle apposite disposizioni. In particolare, secondo l’art.13, 2 comma lett. a) del d.lgs. n. 38 le menomazioni conseguenti alle lesioni dell’integrità psicofisica di cui al comma 1 sono valutate in base a specifica “tabella delle menomazioni”, comprensiva degli aspetti dinamico-relazionali. L’indennizzo delle menomazioni di grado pari o superiore al 6 per cento ed inferiore al 16 per cento è erogato in capitale, dal 16 per cento è erogato in rendita, nella misura indicata nell’apposita “tabella indennizzo danno biologico”. In definitiva, la liquidazione degli indennizzi operata dall’Inail non si effettua secondo i criteri ordinari, ma in base ai parametri, alle tabelle e alle regole proprie stabilite dal sistema assicurativo e per conseguire i fini suoi propri in conformità all’art. 38 Cost. Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 26 aprile 2016, n. 8243.
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 26 aprile 2016, n. 8243 Svolgimento del processo Con la sentenza n. 1472/2011, pubblicata il 19.1.2012, la Corte d’Appello di Torino respingeva l’appello contro la sentenza di primo grado del Tribunale di Torino con cui era stata respinta la domanda di C.S. volta ad ottenere il riconoscimento di...
Il licenziamento intimato al lavoratore non vedente in assenza di alcun accertamento sanitario a norma dell’art. 5 S.L. e sulla base della contestazione che il datore di lavoro ha appreso in ritardo, rispetto all’accertamento, il riconoscimento dello status di invalido civile, da cui discenderebbero, alternativamente le conseguenze dell’occultamento di tale condizioni da parte del dipendente o la sua inidoneità alla mansione, è nullo e non illegittimo, posto che la condizione di cecità del lavoratore costituisce ragione esclusiva del recesso e non mero presupposto di fatto della non proficuità della prestazione lavorativa. Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 26 aprile 2016, n. 8248.
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 26 aprile 2016, n. 8248 Fatto La Corte d’appello di L’Aquila, in parziale riforma della sentenza di primo grado (che aveva accertato la nullità del licenziamento intimato il 20 agosto 2007 dall’Unione del Commercio del Turismo e dei Servizi della provincia di Teramo nei confronti del proprio dipendente...