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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 2 dicembre 2013, n. 47830. Per poter configurare la contravvenzione di cui all’art. 659 cod. pen. è necessario che i rumori prodotti, oltre ad essere superiori alla normale tollerabilità, abbiano la attitudine a propagarsi, a diffondersi, in modo da essere idonei a disturbare una pluralità indeterminata di persone. Quando l’attività disturbante si verifichi in un edificio condominiale per ravvisare la responsabilità penale del soggetto agente non è sufficiente che i rumori, tenuto conto anche dell’ora notturna o diurna di produzione e della natura delle immissioni, arrechino disturbo o siano idonei a turbare la quiete e le occupazioni dei soli abitanti gli appartamenti inferiori o superiori rispetto alla fonte di propagazione, i quali, se lesi, potranno far valere le loro ragioni in sede civile, azionando i diritti derivanti dai rapporti di vicinato, ma deve ricorrere una situazione fattuale diversa di oggettiva e concreta idoneità dei rumori ad arrecare disturbo alla totalità degli occupanti del medesimo edificio, oppure a quelli degli stabili prossimi, insomma ad un numero considerevole di soggetti

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 2 dicembre 2013, n. 47830 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza resa il 24 ottobre 2012 il Tribunale di Catania condannava R.A..C. alla pena di Euro 200,00 di ammenda in quanto ritenuto responsabile del reato di cui all’art. 659 cod. pen., contestatogli per avere, con le emissioni sonoro...

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Ministero della Giustizia. Circolare 27 novembre 2013. Specifica indicazione su alcuni profili problematici inerenti la corretta interpretazione ed applicazione della normativa in merito alla mediazione

Circolare 27 novembre 2013 Entrata in vigore dell’art. 84 del d.l. 69/2013 come convertito dalla l. 98/2013 recante disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia, che modifica il d.lgs. 28/2010. Primi chiarimenti prot.168322 Dipartimento per gli affari di giustizia Ufficio III Reparto mediazione IL DIRETTORE GENERALE DELLA GIUSTIZIA CIVILE Visto l’art. 84 del decreto legge 21...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 3 dicembre 2013 n. 48120. Illegittimi gli arresti domiciliari per il proprietario di una azienda agricola dove sono state rinvenute 1.070 piante di canapa indiana, se il reale gestore del fondo è il padre, e la coltivazione è iniziata contro la sua volontà

Il testo integrale[1] Nella difesa l’imputato aveva sostenuto di essere soltanto nominalmente il proprietario dell’azienda per via del fatto che il padre già dichiarato fallito non poteva esserne l’intestatario pur essendo l’unico a lavoravi. Inoltre, egli era venuto a conoscenza per caso, e soltanto pochi mesi prima, che in una delle cinque serre si coltivavano...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 2 dicembre 2013 n. 48153. Legittimo il sequestro preventivo finalizzato alla confisca sulla base di una netta sproporzione tra patrimonio e redditi.

Il testo integrale[1] Se è pur vero che il giudizio di  sproporzione tra i redditi ed il valore dei beni deve aver riferimento, quanto a questi ultimi, a quelli sottoposti alla misura, è indubbio però che la sproporzione dei primi rispetto al patrimonio complessivo rileva quale concorrente elemento indiziario allorché nel periodo di acquisto del...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 29 novembre 2013, n. 47433. Truffa aggravata e sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente in danno del falso invalido

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 29 novembre 2013, n. 47433 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza del 3.5.2013, il Tribunale della Libertà di Benevento rigettava l’istanza di riesame proposta da M.S. contro il decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente, emesso dal locale ufficio gip nell’ambito del procedimento penale a carico...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 29 novembre 2013 n. 47410. Appropriazione indebita il legale che all’esito della causa civile trattiene le somme che spettano al suo cliente con la giustificazione che questo gli doveva del denaro a titolo di compenso professionale

Il testo integrale[1] Per la S.C. il fatto che il legale potesse in astratto pretendere dai propri clienti, a titolo di compenso professionale, somme maggiori dl quelle liquidate a carico delle parti soccombenti con la sentenza civile, è del tutto, indifferente nelle valutazioni del caso. Nel momento in cui il ricorrente trattenne per sé non...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 28 novembre 2013 n. 47208. I gravi indizi di colpevolezza per l’applicazione della misura del collocamento dell’indagato in una comunità per minorenni possono essere desunti anche dall’individuazione effettuata di fronte alla polizia giudiziaria

Il testo integrale[1] In tema di misure cautelari personali, poiché i gravi indizi di colpevolezza sono quegli elementi a carico, di natura logica o rappresentativa, idonei a fondare il convincimento di qualificata probabilità di colpevolezza, l’individuazione fotografica effettuata dinanzi alla polizia giudiziaria, indipendentemente dall’accertamento delle modalità e quindi della rispondenza alla metodologia prevista per la...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 27 novembre 2013, n. 47183. In tema di reato ex art. 609 – perquisizioni ed ispezioni personali arbitrarie, in merito ad un furto avvenuto nell’istituto scolastico

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza  27 novembre 2013, n. 47183 Ritenuto in fatto 1. A R.G..R. e P..P. è stato contestato: il reato di cui agli artt. 81, 110 e 609 cod. pen., per avere in qualità di maestre della classi IV e V di una scuola elementare, unitamente all’insegnante fiduciaria e al...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 26 novembre 2013, n. 47089. Responsabilità medica: falso ideologico per aver compilato una cartella clinica mentre era assente dal servizio

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 26 novembre 2013, n. 47089 Fatto e diritto Con sentenza 4.11.2011, la corte di appello di Napoli, in riforma della sentenza 10.10.08 del tribunale di Nola, ha assolto, perché il fatto non sussiste I.C. , che era stato riconosciuto colpevole del reato di cui all’art. 479 c.p., perché...