Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 30 gennaio 2014, n. 4394 Ritenuto in fatto 1. Con atto depositato il 16/07/2013, S.A. ha proposto ricorso avverso la sentenza emessa dalla Corte di Appello di L’Aquila il 20/06/2013 di conferma di quella pronunziata dal Tribunale di Pescara il 18/12/2012, che l’aveva condannata, in esito a giudizio...
Categoria: Diritto Penale e Procedura Penale
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 28 gennaio 2014, n. 3722. Lo stato di insolvenza non libera da responsabilità penale l’amministratore della società che ha omesso di versare le ritenute sulle retribuzioni erogate ai dipendenti. Egli infatti ha comunque l’obbligo di ripartire le risorse esistenti all’atto della corresponsione delle retribuzioni in modo da poter adempiere il proprio obbligo, anche se ciò dovesse comportare l’impossibilità di pagare i compensi nell’intero ammontare
Suprema Corte di Cassazione sezione VI Sentenza 28 gennaio 2014, n. 3722 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente Dott. LANZA Luigi – Consigliere Dott. FIDELBO Giorgio – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 10 gennaio 2014, n. 691. La legge n. 59 del 2006 ha introdotto una presunzione di proporzionalità tra offesa e difesa quando sia configurabile la violazione di domicilio da parte dell’aggressore, ossia l’effettiva introduzione di costui nel domicilio altrui, contro la volontà del soggetto legittimato ad escluderne la presenza. In tal caso, l’uso dell’arma legittimamente detenuta è ritenuto proporzionato per legge, se finalizzato a difendere la propria o l’altrui incolumità ovvero i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione. In presenza delle suddette condizioni, non è più rimesso ad apprezzamento discrezionale il giudizio sulla proporzionalità della difesa all’offesa, essendo il rapporto di proporzionalità sussistente per legge, sia in ipotesi di legittima difesa obiettivamente sussistente sia in ipotesi di legittima difesa putativa incolpevole. Sul precisato che il requisito della proporzione tra offesa e difesa viene meno nel caso di conflitto fra beni eterogenei, allorché la consistenza dell’interesse leso (la vita della persona) sia molto più rilevante, sul piano della gerarchia dei valori costituzionali, di quello difeso (l’integrità fisica), ed il danno inflitto con l’azione difensiva (la morte dell’offensore) abbia un’intensità e un’incidenza di gran lunga superiore a quella del danno minacciato (lesioni personali, neppure gravi al momento dell’inizio dell’azione omicida).
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV SENTENZA 10 gennaio 2014, n. 691 omissis Considerato in diritto 1. Il ricorso non merita accoglimento risultando in parte infondati e in parte inammissibili i motivi dedotti. Osserva in primo luogo il Collegio, con riferimento alle eccezione di inutilizzabilità della prova ex art. 195 cod.proc.pen. che, essendosi il giudizio celebrato...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 30 gennaio 2014 n. 4628. Burlarsi del cognome altrui è atto di villania: ma la villania non è sanzionata penalmente. La quinta sezione penale della Cassazione ha assolto il giornalista Vittorio Feltri
Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 30 gennaio 2014 n. 4628[1] Si legge nella sentenza in commento che l’imputato, nel riferire di un’indagine diretta dal dottor Woodcock nell’esercizio delle funzioni di pubblico ministero, aveva fornito al lettore informazioni tali da far dubitare della bontà dell’inchiesta perché condotta da un magistrato il...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 30 gennaio 2014, n. 4369. L’interpretazione del concetto di abitazione ai fini della detenzione domiciliare, conduce a identificarla nel “luogo in cui la persona conduce la propria vita domestica e privata con esclusione di ogni altra appartenenza (aree condominiali, dipendenze, giardini, cortili e spazi simili) che non sia di stretta pertinenza dell’abitazione e non ne costituisca parte integrante, al fine di agevolare i controlli di polizia sulla reperibilità dell’imputato, che devono avere il carattere della prontezza e della non aleatorietà. Pertanto è stata annullata la sostituzione cautelare degli arresti domiciali nella custodia cautelare in carecere per aver l’indiziato litigato all’interno del cortile condominiale con dei propri familiari
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 30 gennaio 2014, n. 4369 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza del 9 agosto 2013 il Tribunale di Napoli ha respinto l’appello proposto dal difensore di R.F. avverso l’ordinanza del 10 giugno 2013 del Tribunale di Torre Annunziata, sezione distaccata di Sorrento, che, in sostituzione degli arresti domiciliari,...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 28 gennaio 2014, n. 3705. Il reato di omesso versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali operate sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti e’ integrato, siccome e’ a dolo generico, dalla consapevole scelta di omettere i versamenti dovuti, sicche’ non rileva, sotto il profilo dell’elemento soggettivo, la circostanza che il datore di lavoro attraversi una fase di criticita’ e destini risorse finanziarie per far fronte a debiti ritenuti piu’ urgenti. il reato e’ configurabile anche nel caso in cui si accerti l’esistenza del successivo stato di insolvenza dell’imprenditore, in quanto e’ onere di quest’ultimo ripartire le risorse esistenti al momento di corrispondere le retribuzioni ai lavoratori dipendenti in modo da poter adempiere all’obbligo del versamento delle ritenute, anche se cio’ possa riflettersi sull’integrale pagamento delle retribuzioni medesime
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 28 gennaio 2014, n. 3705 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GENTILE Mario – Presidente Dott. GAZZARA Santi – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – rel. Consigliere Dott. PAZZELLA...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 29 gennaio 2014, n. 3958. Non è possibile subordinare la sospensione condizionale della pena all’adempimento di un obbligo risarcitorio in favore della parte offesa senza che quest’ultima abbia esercitato l’azione civile nel processo penale, potendo in tal caso il giudice soltanto prendere in considerazione, al fine di individuare gli adempimenti imponibili, gli accadimenti lesivi riconnessi causalmente al fatto di reato, che ne caratterizzano il contenuto offensivo
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 29 gennaio 2014, n. 3958 Fatto e diritto 1. Con sentenza del 20/02/2013, la Corte di Appello di Milano confermava la sentenza con la quale, in data 03/10/2008, il giudice monocratico del Tribunale della medesima città aveva dichiarato O.G. colpevole, nella sua qualità di amministratore del condominio sito...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 17 gennaio 2014, n. 2149. In tema di abbandono di persona incapace, l’elemento materiale è costituito da qualunque azione od omissione contrastante con il dovere giuridico di custodia che grava sul soggetto agente e da cui derivi uno stato di pericolo anche potenziale per l’incolumità dello stesso incapace. Corollario di tale enunciazione è che l’interesse giuridico della norma deve ritenersi violato anche quando l’abbandono sia solo relativo e parziale. In ordine al dolo, l’art. 591 c.p. richiede la consapevolezza di abbandonare a sé stesso il soggetto incapace di provvedere alle proprie esigenze, in una situazione di pericolo per la sua integrità fisica; il dolo non è escluso dal fatto che chi ha l’obbligo di custodia ritenga il soggetto in grado di badare a se stesso
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 17 gennaio 2014, n. 2149 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 16 maggio 2012, la Corte d’appello di Palermo confermava la sentenza del 27 settembre 2011 del Tribunale di Palermo, con la quale C.M.R. era condannata per il delitto di cui all’articolo 591 cod. pen., in relazione...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 15 gennaio 2014, n. 1682. E’ inammissibile il ricorso per cassazione proposto nei confronti della sentenza di patteggiamento e diretto a far valere asseriti vizi afferenti a questioni incompatibili con la richiesta di patteggiamento, formulata per il fatto contestato e per la relativa qualificazione giuridica, risultante dalla contestazione, poiche’ l’accusa, come giuridicamente formulata, non puo’ essere rimessa in discussione, in quanto l’applicazione concordata della pena presuppone la rinuncia a far valere qualunque eccezione di nullita’, anche assoluta, diversa da quelle attinenti alla richiesta di patteggiamento ed al consenso ad essa prestato
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 15 gennaio 2014, n. 1682 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente Dott. LANZA L. – rel. Consigliere Dott. PETRUZZELLIS Anna – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierlui – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 16 gennaio 2014, n. 1706. In tema di concorso in bancarotta fraudolenta per distrazione, il dolo dell’extraneus nel reato proprio dell’amministratore consiste nella volontarieta’ della propria condotta di apporto a quella dell’intraneus, con la consapevolezza che essa determina un depauperamento del patrimonio sociale ai danni del creditore, non essendo, invece, richiesta la specifica conoscenza del dissesto della societa’. Ne consegue che ogni atto distrattivo assume rilievo ai sensi della L.F., articolo 216, in caso di fallimento, indipendentemente dalla rappresentazione di quest’ultimo, il quale non costituisce l’evento del reato che, invece, coincide con la lesione dell’interesse patrimoniale della massa, posto che, se la conoscenza dello stato di decozione costituisce dato significativo della consapevolezza del terzo di arrecare danno ai creditori, cio’ non significa che essa non possa ricavarsi da diversi fattori, quali la natura fittizia o l’entita’ dell’operazione che incide negativamente sul patrimonio della societa
Suprema Corte di Cassazione sezione V Sentenza 16 gennaio 2014, n. 1706 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FERRUA Giuliana – Presidente Dott. DE BERARDINIS Silvana – Consigliere Dott. BRUNO Paolo – rel. Consigliere Dott. SABEONE Gerardo – Consigliere Dott....