Suprema Corte di Cassazione sezione I Sentenza 22 gennaio 2014, n. 2956 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZAMPETTI Umberto – Presidente Dott. CAIAZZO Luigi Pietro – Consigliere Dott. ROMBOLA’ Marcello – Consigliere Dott. TARDIO Angela – Consigliere Dott. CASSANO...
Categoria: Diritto Penale e Procedura Penale
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 28 gennaio 2014, n. 3717. Contestata al responsabile dei lavori la violazione del Decreto Legislativo n. 494 del 1996, articolo 4
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 28 gennaio 2014, n. 3717 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. RAMACCI Luca – Consigliere Dott. GAZZARA Santi – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – rel. Consigliere Dott. ANDRONIO...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 3 febbraio 2014, n. 5227. “Mia suocera come una vipera”: una frase che, se pronunciata in un «contesto di rapporti tesi» ma senza ledere «l’onore e il decoro» altrui, non può giustificare una condanna per ingiuria
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 3 febbraio 2014, n. 5227 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 02/10/2012 il Tribunale di Nicosia ha confermato la decisione di primo grado che aveva condannato alla pena ritenuta di giustizia e al risarcimento dei danni in favore della parte civile, D.M. , avendolo ritenuto responsabile del...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 3 febbraio 2014, n. 5271. Responsabile dei reati di interruzione di pubblico servizio e di lesioni aggravate dall’uso di un bastone, per aver aggredito il conducente di un autobus, che gli aveva rimproverato il parcheggio in doppia fila, così interrompendo il servizio di linea
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 3 febbraio 2014, n. 5271 Ritenuto in fatto 1. M.M. ricorre avverso la sentenza in data 14-2-2013 con la quale la Corte d’Appello di Catania, confermando sostanzialmente quella del Tribunale della stessa sede emessa il 15-7-2008, che riformava solo in punto di concessione del beneficio della non menzione...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 3 febbraio 2014, n. 5272. Il reato di minaccia è un reato formale di pericolo, per la cui integrazione non è richiesto che il bene tutelato sia realmente leso – ossia non è necessario che uno stato di intimidazione si verifichi in concreto – bastando che il male prospettato possa incutere timore nel soggetto passivo, menomandone la sfera della libertà morale; la valutazione dell’idoneità della minaccia a realizzare tale finalità va fatta avendo di mira un criterio di medialità che rispecchi le reazioni dell’uomo comune
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 3 febbraio 2014, n. 5272 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 19/04/2012 il Giudice di Pace di Salò ha assolto C.A. dal reato di cui all’art. 612 cod. pen., contestatogli per aver detto a N.G. che, se gli fosse arrivata una lettera di lamentele, in relazione ai...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 3 febbraio 2014, n. 5277. Ai fini della configurabilità dell’elemento soggettivo del delitto di abuso d’ufficio
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 3 febbraio 2014, n. 5277 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 27/11/2012, il Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Grosseto pronunciava il non luogo a procedere nei confronti di A.F. , B.M. e L.M. (disponendo contestualmente, con separato decreto ex art. 429 cod. proc. pen., il rinvio...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 24 gennaio 2014, n. 3579. In tema di circonvenzione di incapace l’attività di induzione può essere desunta in via presuntiva quando la persona offesa sia affetta da una malattia che la privi gravemente della capacità di discernimento, di volizione e di autodeterminazione, ed il soggetto attivo non abbia nei suoi confronti alcuna particolare ragione di credito, potendo l’induzione consistere anche in un qualsiasi comportamento o attività – come una semplice richiesta – cui la vittima, per le sue minorate condizioni, non sia capace di opporsi, e che la porti quindi a compiere atti privi di alcuna causale, che essa in condizioni normali non avrebbe compiuto, e che siano a lei pregiudizievoli e favorevoli all’agente
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II SENTENZA 24 gennaio 2014, n. 3579 omissis Motivi della decisione B.P. , tramite il difensore ricorre per Cassazione avverso la sentenza 22.1.2013 con la quale la Corte d’Appello di Milano l’ha condannata alla pena di anni due di reclusione e 500,00 Euro di multa per la violazione degli artt....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 30 gennaio 2014, n. 4392. Il reato di cui all’art. 651 cod.pen. si perfeziona con il semplice rifiuto di fornire al pubblico ufficiale indicazioni circa la propria identità personale, per cui è irrilevante, ai fini dell’integrazione dell’illecito, che tali indicazioni vengano successivamente fornite o che l’identità del soggetto sia facilmente accertata per la conoscenza personale da parte del pubblico ufficiale o per altra ragione. Il rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale – punito dall’art. 651 cod. pen. – va riferito peraltro non solo al nome e cognome ma a tutte le altre informazioni richieste (residenza, luogo di nascita ed altro) utili a definire la pronta identificazione del soggetto interessato. Nel caso di specie pur essendo identificato dai pubblici ufficiali invitato a scendere dalla propria auto non vi provvede. L’atto di forza perpetrato è atto violento ed abitrario in assenza di pericoli reali
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 30 gennaio 2014, n. 4392 Ritenuto in fatto 1. K.E. e V.E. sono stati assolti in primo grado dal Gup presso il Tribunale di Trieste dalle imputazioni loro mosse ai sensi degli artt. 337 cp (capo A per la non punibilità del fatto in ragione dell’art. 393 bis...
Corte Costituzionale, ordinanza n. 16 del 30 gennaio 2014. Manifesta inammissibilità della questione di legittimità costituzionale dell’art. 157, quinto comma, del codice penale, come sostituito dall’art. 6 della legge 5 dicembre 2005, n. 251 (Modifiche al codice penale e alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di attenuanti generiche, di recidiva, di giudizio di comparazione delle circostanze di reato per i recidivi, di usura e di prescrizione), sollevata, in riferimento all’art. 3 della Costituzione
Ordinanza 16/2014 Giudizio Presidente SILVESTRI – Redattore CRISCUOLO Camera di Consiglio del 15/01/2014 Decisione del 28/01/2014 Deposito del 30/01/2014 Pubblicazione in G. U. Norme impugnate: Art. 157, c. 5°, del codice penale. Massime: Atti decisi: ord. 183/2013 ORDINANZA N. 16 ANNO 2014 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE composta dai signori: Presidente:...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 31 gennaio 2014, n. 4967. La natura contravvenzionale della trasgressione impone al soggetto agente di astenersi diligentemente dalla guida ove abbia assunto, per qualsivoglia, anche giustificata, ragione, alcolici o misture, rimedi, prodotti e farmaci contenenti alcol
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 31 gennaio 2014, n. 4967 Ritenuto in fatto 1. Il GIP del Tribunale di Busto Arsizio, con sentenza del 17/3/2010, dichiarato D.O. colpevole del reato di cui all’art. 186, comma 2, lett. b) del cod. della str., per essersi posto alla guida di un’autovettura in stato d’ebbrezza (1,64/1,59...