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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 10 giugno 2014, n.24528. La colpa professionale del medico deve valutarsi tenendo conto della qualifica ricoperta dal professionista, delle specializzazioni ricoperte dallo stesso e del grado di difficoltà e urgenza di cui debba occuparsi. Il rimprovero personale che fonda la colpa personalizzata, spostata cioè sul versante squisitamente soggettivo, richiede di ponderare le difficoltà con cui il professionista ha dovuto confrontarsi; di considerare che le condotte che si esaminano non sono accadute in un laboratorio o sotto una campana di vetro e vanno quindi analizzate tenendo conto del contesto in cui si sono manifestate. Da questo punto di vista, si è concluso, l'art. 2236 cod. civ. non è che la traduzione normativa di una regola logica ed esperienziale che sta nell'ordine stesso delle cose. In breve, quindi, la colpa del terapeuta ed in genere dell'esercente una professione di elevata qualificazione va parametrata alla difficoltà tecnico-scientifica dell'intervento richiestogli ed al contesto in cui esso si è svolto.

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza  10 giugno 2014, n.24528 1. Il Tribunale di Palermo ha affermato la responsabilità dell’imputato in epigrafe in ordine al reato di omicidio colposo in danno di C.R. e lo ha altresì condannato al risarcimento del danno nei confronti delle parti civili. La sentenza è stata confermata dalla Corte...

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Corte di Cassazione, sezione III, ordinanza 3 aprile 2014, n. 15181. In tema di gestione delle scommesse gli articoli 43 CE e 49 del Trattato CE devono interpretarsi nel senso di ostare: 1) a che lo Stato membro, che intendesse porre rimedio a precedente violazione dei principi del Trattato, "proteggesse le posizioni commerciali acquisite agli operatori esistenti prevedendo in particolare determinate distanze minime tra gli esercizi dei nuovi concessionari e quelli di tali operatori esistenti"; 2) a che venissero applicate sanzioni a persone che operano senza concessione o autorizzazione che fossero legate a un operatore che era stato escluso da una gara in violazione del diritto dell'Unione qualora la nuova gara e le nuove assegnazioni non avessero effettivamente rimediato all'illegittima esclusione di detto operatore dalla precedente gara; dovevano inoltre interpretarsi nel senso di richiedere, unitamente ai principi di pari trattamento, di trasparenza e di certezza del diritto, che le norme comportanti decadenza di concessioni dovessero essere formulate in modo chiaro, preciso e univoco, spettando al giudice del rinvio verificare cio'. tutto ciò subordinato alla legittimita' di un sistema volto a subordinare l'esercizio di un'attivita' economica (in essa compresa quindi quella di raccolta delle scommesse) all'ottenimento di una concessione e a prevedere varie ipotesi di decadenza della concessione sulla base di motivi imperativi di interesse generale, quali gli obiettivi di tutela dei consumatori, di prevenzione delle frodi e dell'incitamento dei cittadini ad una spesa eccessiva legata al gioco, nonche' di prevenzione di turbative dell'ordine sociale in generale

Suprema Corte di Cassazione sezione III ordinanza 3 aprile 2014, n. 15181 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANOLA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente Dott. MULLIRI Guicla – Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – rel. Consigliere Dott. ANDRONIO Alessandro...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 2 aprile 2014, n. 15162. La sospensione dei termini di durata massima della custodia cautelare durante la pendenza dei termini per la stesura della motivazione opera anche in relazione all'eventuale periodo di proroga, purchè il giudice procedente emetta un'ulteriore ordinanza

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 2 aprile 2014, n. 15162 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DE ROBERTO Giovanni – Presidente Dott. CONTI Giovanni – Consigliere Dott. ROTUNDO Vincenzo – Consigliere Dott. PETRUZZELLIS Anna – rel. Consigliere Dott. DE...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza del 3 giugno 2014, n. 22899. La cessione di materiali e prodotti dell'industria lapidea non risulta inclusa tra quelle per le quali, nell'ambito delle tabelle del D.P.R. n. 633 del 1972, sono previste aliquote Iva diverse da quella ordinaria: il richiamato n. 80 della parte 2^ della tabella A del D.P.R. n. 633 del 1972, non risulta, infatti, vigente.

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza del 3 giugno 2014, n. 22899 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente – Dott. SAVINO Mariapia Gaeta – Consigliere – Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere – Dott....

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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 27 maggio 2014, n. 21598. Il risarcimento per ingiusta detenzione non può essere negato sulla base di elementi fattuali vaghi e privi di univoco fondamento probatorio, dovendo al contrario fondarsi su comportamenti concreti o specifici rivelatori di grave o macroscopica negligenza

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 27 maggio 2014, n. 21598 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZECCA Gaetanino – Presidente Dott. CIAMPI Francesco Mari – Consigliere Dott. IANNELLO Emilio – rel. Consigliere Dott. MONTAGNI Andrea – Consigliere Dott. SERRAO...

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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza del 3 giugno 2014, n. 23002. Il divieto di sequestrare presso i difensori "carte o documenti relativi all'oggetto della difesa, salvo che costituiscano corpo del reato", previsto dall'art. 103 c.p.p., comma 2, non è limitato all'ipotesi in cui il sequestro è disposto nell'ambito dello stesso procedimento in cui si svolge l'attività difensiva o all'ipotesi in cui questa sia ancora in corso, ed opera, quindi, anche nel caso in cui tale attività concerne un procedimento diverso. Inoltre, mentre per le ispezioni e per le perquisizioni la "garanzia" prevista dal citato articolo è collegata ai locali dell'ufficio, per i sequestri (così come avviene anche per le intercettazioni e per il controllo della corrispondenza) la lettera del secondo comma, con le parole iniziali ("presso i difensori"), mostra che la garanzia è collegata direttamente alle persone (difensori e consulenti tecnici), sicchè il divieto opera anche quando l'attività diretta al sequestro si svolge in luogo diverso dall'ufficio. Dunque, essendosi in presenza di documentazione afferente ad assistenza legale

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza del 3 giugno 2014, n. 23002 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROMIS Vincenzo – Presidente – Dott. BLAIOTTA Rocco Mar – rel. Consigliere – Dott. GRASSO Giuseppe – Consigliere – Dott. IANNELLO...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza del 30 maggio 2014, n. 22706. In tema di legittimo impedimento a comparire del difensore, l'omessa valutazione dell'istanza di rinvio dell'udienza determina il difetto di assistenza dell'imputato, con la conseguente nullità assoluta di cui all'art. 178 c.p.p., comma 1, lett. c), e art. 179 c.p.p., comma 1

Suprema Corte di Cassazione  sezione VI sentenza del  30 maggio 2014, n. 22706 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente – Dott. ROTUNDO Vincenzo – Consigliere – Dott. LEO Guglielmo – Consigliere – Dott. VILLONI Orlando – rel. Consigliere...