SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 18 settembre 2014, n. 38354 Fatto e diritto 1 .-. Con sentenza in data 9-11-11 il Tribunale di Ascoli Piceno ha condannato F.G. alla pena (condizionalmente sospesa) di anni uno di reclusione (con interdizione per la stessa durata dai pubblici servizi e con risarcimento dei danni in...
Categoria: Diritto Penale e Procedura Penale
Corte di Cassazione, sezione feriale, sentenza 19 settembre 2014, n. 38559. E' punibile a titolo di tentata estorsione la rivendicazione proposta dall'ex-marito via SMS per ottenere la disponibilità dell'abitazione coniugale al fine di distruggere moralmente e psicologicamente la vittima
Suprema Corte di Cassazione sezione feriale sentenza 19 settembre 2014, n. 38559 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE FERIALE PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BIANCHI Luisa – Presidente Dott. MULLIRI Guicla – Consigliere Dott. CAPOZZI Angelo – Consigliere Dott. CARRELLI PALOMBI Roberto – Consigliere Dott. LIGNOLA...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 3 ottobre 2014, n. 41192. Ai fini dell'applicazione della causa di giustificazione di cui all'art. 51 c.p., è necessario che l'attività posta in essere costituisca una corretta estrinsecazione delle facoltà inerenti alla situazione soggettiva che viene in considerazione, nel senso che il fatto penalmente rilevante sotto il profilo formale sia stato effettivamente determinato dal legittimo esercizio di un diritto o dal legittimo adempimento di un dovere da parte dell'agente. In altri termini la scriminante sussiste solo se il fatto penalmente illecito sia stato effettivamente determinato dalla necessità di esercitare il diritto o di adempiere il dovere. L'art. 51 c.p. non può insomma trovare applicazione in quei casi in cui detta necessità non ricorre, compreso quello in cui l'attività dell'agente abbia oltrepassato i limiti della situazione soggettiva che invoca a giustificazione della propria condotta
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 3 ottobre 2014, n. 41192 Ritenuto in fatto 1. La Corte d’appello di Ancona confermava la condanna di C.G. per il reato di cui all’art. 617 c.p., avendo egli provveduto a registrare le comunicazioni telefoniche intervenute tra la moglie separata e i propri figli minori a lui affidati....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 17 settembre 2014, n. 38073. In assenza di specifiche disposizioni ministeriali, anche per i detenuti sottoposti al regime carcerario ex art. 41-bis devono valere le regole generali previste dall'ordinamento penitenziario non oggetto di sospensione e dunque deve esser loro concesso di recuperare l'ora di colloquio mensile persa, portando a due ore la visita nel mese successivo
Corte di Cassazione sezione I sentenza 17 settembre 2014, n. 38073 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VECCHIO Massimo – Presidente Dott. DI TOMASSI Mariastefania – Consigliere Dott. CAVALLO Aldo – rel. Consigliere Dott. SANDRINI Enrico Giusepp – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 24 settembre 2014, n. 39177. Nei reati tributari non è ammesso il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente sui beni dell'ente (a meno che esso rappresenti soltanto uno schermo). È invece possibile agire direttamente sul profitto del reato. Quando, dunque, il profitto consista, in denaro alla luce della fungibilità della moneta, la confisca avviene sempre in forma specifica sul profitto diretto e mai per equivalente
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 24 settembre 2014, n. 39177 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. GRILLO Renato – Consigliere Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – rel. Consigliere Dott....
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 9 settembre 2014, n. 4554. Non sono dovute le spese sostenute dalla parte in relazione ad adempimenti tipici della procedura esecutiva civile che non era necessario attivare rispetto al promuovimento del giudizio di ottemperanza necessario per ottenere in via amministrativa il pagamento di quanto spettante
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 9 settembre 2014, n. 4554 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 7709 del 2013, proposto da: Ga.Sc., rappresentata e difesa dall’avv. An.Gi., con domicilio eletto presso An.Gi....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 settembre 2014, n. 37862. In tema di reati edilizi, la modifica di destinazione d'uso è integrata anche dalla realizzazione di sole opere interne come nel caso di realizzazione di impianti tecnologici comportanti una modifica della destinazione d'uso
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 16 settembre 2014, n. 37862 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. FRANCO Amedeo – Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – rel. Consigliere Dott. RAMACCI Luca – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 17 settembre 2014, n. 38049. Il giudice di appello può procedere alla riqualificazione giuridica del fatto nel rispetto del giusto processo previsto dall'art. 6 CEDU, anche senza disporre una rinnovazione totale o parziale dell'istruttoria dibattimentale, sempre che sia sufficientemente prevedibile la ridefinizione dell'accusa inizialmente formulata, che il condannato sia in condizione di far valere le proprie ragioni in merito alla nuova definizione giuridica del fatto e che questa non comporti una modifica "in peius" del trattamento sanzionatorio e del computo della prescrizione
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 17 settembre 2014, n. 38049 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ESPOSITO Antonio – Presidente Dott. FIANDANESE Franco – Consigliere Dott. CAMMINO Matilde – Consigliere Dott. IASILLO Adriano – rel. Consigliere Dott. DI...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 2 ottobre 2014, n. 41038. La necessità di respingere una violenza o vincere una resistenza ovvero di impedire determinati delitti costituisce presupposto oggettivo per la legittimità dell'uso delle armi o di altri mezzi di coazione fisica. Tale requisito va inteso, anzi tutto, come applicazione del principio per cui l'uso delle armi o di altri mezzi di coazione deve costituire extrema ratio nella scelta dei metodi necessari per l’adempimento del dovere: diventa cioè legittimo solo ove non vi sia altro mezzo possibile”; tale requisito, inoltre, va interpretato “come espressione dell'esigenza di una gradualità nell'uso dei mezzi di coazione (tra più mezzi di coazione ugualmente efficaci, occorrerà scegliere allora quello meno lesivo). Ed è regola di condotta irrinunciabile quella di graduare l'uso dell'arma secondo le esigenze specifiche del caso e sempre in ambito di proporzione”, sicché “è sempre il criterio della proporzione che deve guidare il pubblico ufficiale al quale si chiede, senza che debba rinunziare all'adempimento del dovere di ufficio, di conseguire lo scopo con il minor sacrificio del contrapposto interesse. Principio quello di proporzione (inteso come espressione di un bilanciamento tra interessi contrapposti alla luce della situazione concreta) che, secondo la migliore interpretazione, costituisce un limite non espressamente nominato nell'art. 53, ma implicitamente deducibile dalla disposizione e, comunque, applicabile quale principio generale dell'ordinamento giuridico, valido anche nella disciplina delle cause di giustificazione
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 2 ottobre 2014, n. 41038 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza deliberata il 22/05/2013, la Corte di appello di Palermo – in riforma della sentenza del Tribunale di Palermo del 29/11/2011, con la quale N.R. era stato dichiarato colpevole del reato di lesioni personali in danno di S.M....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 2 ottobre 2014, n. 40982. La falsità ideologica può essere consumata anche mediante un'attestazione incompleta, ogniqualvolta il contenuto espositivo dell'atto sia, comunque, tale da far assumere all'omissione dell'informazione, relativa ad un determinato fatto, il significato di negazione della sua esistenza. Integra il reato di falso ideologico in atto pubblico la condotta del pubblico ufficiale che, formando un'attestazione, tace dati la cui omissione, non ultronea nell'economia dell'atto, produca il risultato di una documentazione incompleta e comunque contraria, anche se parzialmente, ai vero
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 2 ottobre 2014, n. 40982 Ritenuto in fatto Il difensore di I.F. ricorre avverso la pronuncia indicata in epigrafe, recante la parziale riforma della sentenza emessa il 24/10/2008 nei confronti del suo assistito dal Gup del Tribunale di Milano; l’imputato risulta essere stato condannato per il reato di...