Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 22 dicembre 2015, n. 50215 Ritenuto in fatto 1. S.G. ricorre per cassazione impugnando la sentenza emessa in data 19 febbraio 2015 dalla Corte d’appello di Potenza che ha confermato quella resa dal tribunale di Matera che aveva condannato il ricorrente alla pena di venti giorni di arresto...
Categoria: Diritto Penale e Procedura Penale
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 22 dicembre 2015, n. 50278. Rimesso alle sezioni unite il contrasto giurisprudenziale se contro l’ordinanza reiettiva della richiesta di messa alla prova, presentata o rinnovata nel dibattimento, possa presentarsi ricorso per cassazione o si possa presentare impugnazione unitamente alla sentenza ai sensi dell’art. 586 cod. proc. pen.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 22 dicembre 2015, n. 50278 Ritenuto in fatto Dopo che, all’esito dell’udienza preliminare del 28/12/2012, era stato disposto il rinvio a giudizio dinanzi al Tribunale di Firenze di alcuni imputati, chiamati a rispondere del reato di cui all’art. 73 d.P.R. 9 ottobre 1990 n. 309, a seguito di...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 21 dicembre 2015, n. 50177. Il delitto di truffa è configurabile anche quando il soggetto passivo del raggiro sia diverso dal soggetto passivo del danno ed in difetto di contatti diretti tra il truffatore e il truffato, sempre che sussista un nesso di causalità tra i raggiri o artifizi posti in essere per indurre in errore il terzo, il profitto tratto dal truffatore ed il danno patrimoniale patito dal truffato. La struttura del delitto di truffa non esige detta identità, né un particolare rapporto tra il truffatore ed il truffato; la truffa è, pertanto, configurabile pur in difetto di questi elementi, ma sempre che tra i raggiri o gli artifizi posti in essere dal soggetto agente per trarre in inganno il terzo, inducendolo in errore, il danno patrimoniale patito dal truffato ed il profitto tratto dal truffatore sussista un nesso di causalità
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 21 dicembre 2015, n. 50177 Ritenuto in fatto 1. Con decreto in data 09.07.2015, il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Salerno disponeva il sequestro preventivo delle somme rinvenute sui conti correnti e/o postali degli indagati (tra cui gli odierni ricorrenti) e, in caso di...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza del 7 dicembre 2015, n. 48320. In tema di scelta e adeguatezza delle misure cautelari, ai fini della motivazione del provvedimento di custodia in carcere non è necessaria un’analitica dimostrazione (peraltro in questa sede esistente) delle ragioni che rendono inadeguata ogni altra misura, ma è sufficiente che il giudice indichi, con argomenti logico-giuridici tratti dalla natura e dalle modalità di commissione dei reati nonchè dalla personalità dell’indagato, gli elementi specifici che, nella singola fattispecie, fanno ragionevolmente ritenere la custodia in carcere come la misura più adeguata ad impedire la prosecuzione dell’attività criminosa, rimanendo in tal modo superata e assorbita l’ulteriore dimostrazione dell’inidoneità delle subordinate misure cautelari
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza del 7 dicembre 2015, n. 48320 LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GENTILE Mario – Presidente – Dott. DE CRESCIENZO Ugo – Consigliere – Dott. AGOSTINACCHIO Luigi – rel. Consigliere – Dott. PARDO Ignazio – Consigliere – Dott. RECCHIONE Sandra –...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 22 dicembre 2015, n. 50316. Le norme sulla notificazione degli atti per via telematica sono divenute efficaci ben prima del 14 dicembre 2014 (vale a dire dal giorno 1° ottobre 2012) per quel che riguarda gli avvisi ai soli difensori; già di per sé il dettato del comma 2-bís dell’art. 148 cod. proc. pen. (introdotto dalla legge 15 dicembre 2001, n. 438, di conversione del d.l. 18 ottobre 2001, n. 374), consentendo la notificazione “con mezzi tecnici idonei”, non può non ricomprendere anche l’ipotesi della trasmissione telematica (se certificabile) di detti avvisi ben prima del 14 dicembre 2014 ed a prescindere dall’emanazione dei decreti attuativi
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 22 dicembre 2015, n. 50316 Ritenuto in fatto G.S. ha proposto ricorso per cassazione avverso l’ordinanza, in data 6 febbraio 2015, del tribunale di Catania, sez. Riesame con la quale è stato rigettato l’appello avverso l’ordinanza del 26 novembre 2014, della corte d’appello di Catania che ha rigettata...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 21 dicembre 2015, n. 50063. Ai fini dell’integrazione degli estremi del requisito dell’enunciazione del fatto in forma chiara e precisa di cui ali’ art. 429 cod. proc. pen. , è sufficiente che, sulla base della contestazione, sia possibile individuare i tratti essenziali dei fatto di reato attribuito, con un adeguato livello di specificità, in modo da consentire all’imputato di difendersi in ordine ad ogni elemento di accusa
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 21 dicembre 2015, n. 50063 Ritenuto in fatto 1. M.G. ricorre per cassazione avverso la sentenza in epigrafe indicata , con cui , in riforma della sentenza di condanna emessa in primo grado, è stato dichiarato non doversi procedere per prescrizione, confermando le statuizioni civili, in ordine...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 11 dicembre 2015, n. 49066. Integra il reato di diffamazione pluriaggravata di cui agli artt. 227, commi 1 e 2, e 47 n. 2 cod. pen mil. pace la condotta del militare, sulla propria pagina personale di facebook, posta un commento denigratorio nei confronti di altro militare facilmente identificabile in ragione di riferimenti soggettivi, temporali, motivazionali e personali
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 11 dicembre 2015, n. 49066 Ritenuto in fatto Con sentenza del 21 febbraio 2012 il Tribunale militare di Roma ha dichiarato S.F. responsabile del reato di diffamazione pluriaggravata di cui agli artt. 227, commi 1 e 2, e 47 n. 2 cod. pen. mil. pace, perché, nella qualità...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 18 novembre 2015, n. 45698. L’utilizzo indebito del badge da parte del dipendente pubblico, consistente nel timbrare il cartellino del collega di volta in volta assente, integra gli artifici e i raggiri del reato di truffa, tali da trarre in inganno l’Amministrazione di appartenenza e provocare all’ente stesso dei danni economicamente apprezzabili, nonché di immagine, per via della mancata presenza sul posto dei lavoratori
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 18 novembre 2015, n. 45698 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FRANCO Amedeo – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. ROSI Elisabetta – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 18 novembre 2015, n. 45726. La truffa contrattuale ricorre in tutti i casi nei quali l’agente ponga in essere artifici e raggiri, aventi ad oggetto anche aspetti negoziali collaterali, accessori o esecutivi del contratto risultati rilevanti al fine della conclusione del negozio giuridico e per ciò tragga in inganno il soggetto passivo che è indotto a prestare un consenso che altrimenti non avrebbe prestato, a nulla rilevando lo squilibrio oggettivo delle controprestazioni
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 18 novembre 2015, n. 45726 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GENTILE Mario – Presidente Dott. TADDEI Margherita – Consigliere Dott. RAGO Geppino – Consigliere Dott. AGOSTINACCHIO Luigi – rel. Consigliere Dott. AIELLI...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 4 dicembre 2015, n. 48269. Quando muore una persona estranea al cantiere si deve sempre verificare se il comportamento della stessa possa essere qualificato come anormale e quindi capace di interrompere il nesso eziologico tra l’evento e la condotta inosservante
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 4 dicembre 2015, n. 48269 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Presidente Dott. GRASSO Giuseppe – Consigliere Dott. GIANNITI Pasquale – Consigliere Dott. DELL’UTRI Marco – Consigliere Dott. PAVICH...