Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 3 febbraio 2016, n. 4451 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZECCA Gaetanino – Presidente Dott. MASSAFRA Umberto – Consigliere Dott. BLAIOTTA Rocco Marco – Consigliere Dott. CIAMPI Francesco – rel. Consigliere Dott....
Categoria: Diritto Penale e Procedura Penale
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 2 febbraio 2016, n. 4334. Al fine di escludere la responsabilità del venditore per aver fornito all’acquirente una macchina “insicura”, non rileva il c.d. principio dell’affidamento, ossia l’aver confidato nella diligenza del titolare della società autorizzata ai sensi dell’art. 11 del D. Lgs. n. 17/2010 a svolgere l’attività di certificazione di corrispondenza delle macchine utensili ai parametri CE, laddove possa escludersi dalla semplice lettura del contenuto del libretto di istruzioni che la valutazione dei rischi e la idoneità del macchinario fossero stati oggetto di positiva considerazione da parte del venditore, ancorché questi avesse esaminato la macchina. Ne consegue che è onere del venditore avvisare il cliente dell’inidoneità della macchina ad un utilizzo diverso da quello per il quale è stata costruita
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 2 febbraio 2016, n. 4334 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giusep – Presidente Dott. D’ISA Claudio – rel. Consigliere Dott. BLAIOTTA Rocco Marco – Consigliere Dott. MENICHETTI Carla – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 1 febbraio 2016, n. 4126. In tema di peculato, al fine di individuare se l’attività svolta da un soggetto possa essere qualificata come pubblica, ai sensi e per gli effetti delle norme definitorie di cui agli artt. 357 e 358 cod. pen., risulta dirimente verificare se essa sia o meno disciplinata da norme di diritto pubblico, quale che sia la connotazione soggettiva del suo autore, distinguendosi poi – nell’ambito dell’attività definita pubblica sulla base di detto parametro oggettivo – la pubblica funzione dal pubblico servizio per la presenza, nell’una, o la mancanza, nell’altro, dei poteri tipici della potestà amministrativa, come indicati dall’art. 357 cpv. cod. pen. Conseguentemente a prescindere dalla sua natura giuridica, se la fondazione svolge attività di natura pubblica, il presidente della stessa acquisisce la qualifica di incaricato di pubblico servizio
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 1 febbraio 2016, n. 4126 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROTUNDO Vincenzo – Presidente Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. RICCIARELLI Massimo – Consigliere Dott. CALVANESE Ersil – rel. Consigliere Dott. PATERNO’...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 1 febbraio 2016, n. 4077. La mancata traduzione all’udienza camerale d’appello, perché non disposta o perché non eseguita, dell’imputato detenuto, eventualmente “fuori distretto”, che abbia tempestivamente manifestato in qualsiasi modo la volontà di comparire, determina la nullità assoluta ed insanabile del giudizio camerale e della relativa sentenza
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 1 febbraio 2016, n. 4077 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GRILLO Renato – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – Consigliere Dott. MENGONI...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 29 gennaio 2016, n. 4064. Deve escludersi che la confisca (ed il sequestro preventivo ad essa finalizzato) disposta nei confronti della società che ha partecipato alla fusione per incorporazione, si estenda automaticamente alla società incorporante, solo sulla base della regola, fissata in sede civilistica dall’art. 2504 bis, c.c., secondo cui “la società che risulta dalla fusione o quella incorporante assumono i diritti e gli obblighi delle società partecipanti alla fusione, proseguendo in tutti i loro rapporti, anche processuali, anteriori alla fusione”
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 29 gennaio 2016, n. 4064 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MARASCA Gennar – Presidente Dott. MICCOLI Grazia – Consigliere Dott. SETTEMBRE Antoni – Consigliere Dott. GUARDIANO A – rel. Consigliere Dott. DEMARCHI...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 28 gennaio 2016, n. 3744. E’ illegittimo ricavare i gravi indizi di colpevolezza, in ordine al coinvolgimento nel reato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, da elementi sostanzialmente neutri, donde la necessità di una motivazione del provvedimento cautelare che dia conto dell’idoneità delle circostanze indiziarie a dar prova della stabile e consapevole partecipazione del prevenuto al gruppo criminale
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 28 gennaio 2016, n. 3744 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente Dott. TRONCI A. – rel. Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetano – Consigliere Dott. SCALIA Laura – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 21 settembre 2015, n. 38281. In tema di favoreggiamento ascritto ad un soggetto esercente la professione sanitaria, la situazione di illegalità in cui versa il soggetto che necessita di cure non può costituire in nessun caso ostacolo alla tutela della salute. Ne consegue che la condotta del sanitario chiamato ad esercitare il dovere professionale di tutela della salute del cittadino integra gli estremi del favoreggiamento solo nel caso in cui esorbiti il limite della diagnosi e della terapia, ponendo in essere condotte “aggiuntive” di altra natura che travalichino tale limite e siano finalizzate soggettivamente e oggettivamente a far eludere la persona assistita alle investigazioni dell’Autorità o a sottrarla alle ricerche di quest’ultima
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 21 settembre 2015, n. 38281 RITENUTO IN FATTO A.L. e T.M. sono stati condannati dal Tribunale di Torre Annunziata alla pena di giustizia perchè ritenuti colpevoli del reato di cui all’art. 378 c.p. loro ascritto. Interposto appello, la Corte di Appello di Napoli ha confermato la decisione assunta...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 22 febbraio 2016, n. 6880. L’ausiliario del traffico, nell’atto dell’accertamento e contestazione delle violazioni attinenti al divieto di sosta nella aree oggetto di concessione – e cioè nell’ambito dell’esercizio dei compiti che gli sono espressamente attribuiti ai sensi dell’art. 17 comma 132 I. n. 127/1997 come interpretato dall’art. 68 I. n. 488/1999 – riveste la qualifica di incaricato di pubblico servizio
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 22 febbraio 2016, n. 6880 Ritenuto in fatto 1.Con la sentenza impugnata la Corte d’appello di Milano ha confermato la condanna di G.J.G.M. per i reati di oltraggio a pubblico ufficiale e violenza privata commessi ai danni di un ausiliario del traffico che aveva proceduto a contravvenzionare la...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 1 febbraio 2016, n. 4097. A differenza del sequestro preventivo previsto dall’art. 321 c.p.p., il sequestro funzionale alla confisca “per equivalente” ha natura sanzionatoria, per cui non sono sottoponibili a tale vincolo i beni meramente futuri
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 1 febbraio 2016, n. 4097 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AMORESANO Silvio – Presidente Dott. DE MASI Oronzo – Consigliere Dott. MANZON Enrico – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 18 febbraio 2016, n. 6569. Sono indifferenti la forma o il modo della minaccia, potendo questa essere manifesta o implicita, palese o larvata, diretta o indiretta, reale o figurata, orale o scritta, determinata o indeterminata, purché comunque idonea, in relazione alle circostanze concrete, a incutere timore ed a coartare la volontà del soggetto passivo. La connotazione di una condotta come minacciosa e la sua idoneità ad integrare l’elemento strutturale del delitto di estorsione vanno valutate in relazione a concrete circostanze oggettive, quali la personalità sopraffattrice dell’agente, le circostanze ambientali in cui lo stesso opera, l’ingiustizia della pretesa, le particolari condizioni soggettive della vittima, vista come persona di normale impressionabilità, a nulla rilevando che si verifichi una effettiva intimidazione del soggetto passivo. Questo, ovviamente, ove il comportamento minatorio posto in esser non sia di consistenza tale da avere un potenziale offensivo di “oggettiva” incidenza, così da rendere non rilevante la verifica dell’efficacia in concreto della minaccia, con conseguente ininfluenza sulla valutazione della efficacia coercitiva dei comportamenti dell’indice di resilienza soggettiva della vittima
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 18 febbraio 2016, n. 6569 Ritenuto in fatto 1.La Corte di appello di Roma confermava la condanna del F. alla pena di anni tre mesi, mesi sei di reclusione per il reato di estorsione continuata, consumata ai danni di D.F.G.. Si contestava all’imputato di avere costretto l’offesa a...