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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 9 febbraio 2016, n. 2519. Pur in presenza di un patto che esclude la facoltà anticipata di recesso, se non in determinate ipotesi espressamente previste, resta salvo il diritto delle parti medesime di recedere immediatamente da un rapporto di collaborazione professionale continuativa in presenza di una giusta causa, ossia di un rilevante inadempimento alle obbligazioni contrattuali di una parte, tale da escludere l’interesse dall’altra alla conservazione del rapporto

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 9 febbraio 2016, n. 2519 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VENUTI Pietro – Presidente Dott. TRIA Lucia – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. BERRINO Umberto – rel. Consigliere Dott. GHINOY Paola...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 18 febbraio 2016, n. 3212. Il lavoratore che agisca nei confronti del datore di lavoro per il risarcimento integrale dei danno patito a seguito di infortunio sul lavoro ha l’onere di provare il fatto costituente l’inadempimento e il nesso di causalità materiale tra l’inadempimento e il danno, ma non anche la colpa del datore di lavoro, nei cui confronti opera la presunzione posta dall’art. 1218 c.c., il superamento della quale comporta la prova di aver adottato tutte le cautele necessarie ad evitare il danno, in relazione alle specificità del caso ossia al tipo di operazione effettuata ed ai rischi intrinséci alla stessa, potendo al riguardo non risultare sufficiente la mera osservanza delle misure di protezione individuale imposte dalla legge: con estensione dell’obbligo dell’imprenditore di tutela dell’integrità fisiopsichica dei dipendenti all’adozione e al mantenimento, non solo di misure di tipo igienico – sanitario o antinfortunistico, ma anche di misure atte, secondo le comuni tecniche di sicurezza, a preservare i lavoratori dalla lesione di detta integrità nell’ambiente od in costanza di lavoro in relazione ad attività anche non collegate direttamente allo stesso come le aggressioni conseguenti all’attività criminosa di terzi, non essendo detti eventi coperti dalla tutela antinfortunistica prevista dal d.p.r. 11241/1965 e giustificandosi l’interpretazione estensiva della predetta norma alla stregua sia dei rilievo costituzionale del diritto alla salute / (art. 32 Cost.), sia dei principi di correttezza e buona fede (artt. 1175 e 1375 cod. civ.), cui deve ispirarsi anche lo svolgimento del rapporto di lavoro.

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 18 febbraio 2016, n. 3212 Fatto Con sentenza 22 dicembre 2009, la Corte d’appello di Roma rigettava l’appello di Poste Italiane s.p.a. avverso la sentenza di primo grado, che l’aveva condannata al pagamento, in favore della propria dipendente S.P. (coinvolta. nella rapina a mano armata del 24 luglio...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, Sentenza 4 febbraio 2016, n. 2217. Non spetta alla lavoratrice alcun risarcimento del danno esistenziale, per il tardivo pagamento del trattamento economico di maternità

Suprema Corte di Cassazione Sezione Lavoro Sentenza 4 febbraio 2016, n. 2217   Svolgimento del processo Con sentenza depositata il 9.12.08 la Corte d’appello di Lecce, in riforma – per quel che rileva nella presente sede – della sentenza emessa il 26.1.06 dal Tribunale della stessa sede, rigettava la domanda di L.R., dipendente della EOS...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 26 gennaio 2016, n. 1351. In tema di licenziamento disciplinare; premesso che l’elemento soggettivo è necessaria parte di ogni atto umano, se all’integrazione dei fatti giuridicamente legittimanti il licenziamento è necessario il dolo, l’onere datoriale di provare la sussistenza dei fatti si estende alla prova del dolo

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 26 gennaio 2016, n. 1351 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – rel. Consigliere Dott. BERRINO Umberto – Consigliere Dott. GHINOY Paola...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 5 febbraio 2016, n. 2322. Nel licenziamento a seguito di procedura di mobilità ante legge Fornero, la comunicazione alla associazione sindacale deve essere «contestuale» a quella al singolo lavoratore a pena di inefficacia

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 5 febbraio 2016, n. 2322 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. LORITO Matilde – Consigliere Dott. ESPOSITO Lucia – rel. Consigliere Dott. DE MARINIS...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 3 febbraio 2016, n. 2116. In tema di mobbing, non può ritenersi condotta vessatoria quella posta in essere dal datore di lavoro che richieda al proprio dipendente di svolgere lavoro straordinario o rifiuti di concedere le ferie

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 3 febbraio 2016, n. 2116 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. BRONZINI Giuseppe – rel. Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. BERRINO Umberto – Consigliere Dott. GHINOY Paola...