Ai fini della valutazione circa la natura usuraria di un contratto di mutuo
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Ai fini della valutazione circa la natura usuraria di un contratto di mutuo

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|24 ottobre 2023| n. 29501.

Ai fini della valutazione circa la natura usuraria di un contratto di mutuo, nel tasso di interesse deve essere conteggiato anche il costo dell'assicurazione sostenuto dal debitore per ottenere il credito, in base all'art. 644, comma 4, c.p.; né, peraltro, assume rilevanza la diversa indicazione contenuta nelle istruzioni della Banca d'Italia poiché esse, avendo natura di norme secondarie, devono conformarsi a tale norma primaria di riferimento e non sono vincolanti ove si sovrappongano al dettato di quest'ultima, non potendo intaccarne la precisa portata precettiva.

Rescissione del contratto la sproporzione tra le prestazioni corrispettive è un apprezzamento del giudice di merito
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Rescissione del contratto la sproporzione tra le prestazioni corrispettive è un apprezzamento del giudice di merito

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|17 ottobre 2023| n. 28826.

In tema di azione generale di rescissione per lesione, la determinazione del valore delle prestazioni corrispettive, con riferimento all’epoca della conclusione del contratto, al fine di stabilire la ricorrenza o meno di una sproporzione “ultra dimidium”, implica una indagine di fatto, rimessa al prudente apprezzamento del giudice di merito ed insindacabile in sede di legittimità, ove sorretta da congrua motivazione

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Leasing immobiliare e la mancata indicazione del “tasso leasing” 

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|17 ottobre 2023| n. 28824.

In tema di leasing immobiliare, la mancata indicazione, nel contratto, del "tasso leasing" non determina la violazione dell'art. 117, comma 4, T.U.B. ove lo stesso sia determinabile per relationem, con rinvio a criteri prestabiliti ed elementi estrinseci, obiettivamente individuabili, senza alcun margine di incertezza né di discrezionalità in capo alla società di leasing, dovendosi individuare la ratio della norma nell'esigenza di salvaguardia del cliente sul piano della trasparenza, declinata in senso economico, essendo trasparente il contratto che lascia intuire o prevedere il livello di rischio o di spesa del contratto di durata. (Nella specie la S.C. ha confermato la sentenza che aveva ritenuto che gli elementi desumibili dal contratto di leasing, nel quale erano espresse in modo definito le modalità di rimborso del finanziamento, con la precisazione dell'ammontare dei canoni, del loro numero e della loro scadenza, nonché del prezzo di riscatto, fossero idonei a consentire una oggettiva determinabilità dei tassi applicabili al rapporto).

Appalto quando deve intendersi verificata la scoperta dei vizi alla quale ancorare la denunzia del committente
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Appalto quando deve intendersi verificata la scoperta dei vizi alla quale ancorare la denunzia del committente

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|18 ottobre 2023| n. 28958.

In tema di appalto, al fine di stabilire, ai sensi dell’art. 1669 cod. civ., quando deve intendersi verificata la scoperta dei vizi, alla quale ancorare la denunzia del committente, che, a sua volta, costituisce il “dies a quo” del termine annuale di prescrizione, il termine di un anno per la denuncia medesima del pericolo di rovina o di gravi difetti della costruzione di un immobile, previsto dalla citata disposizione a pena di decadenza dall’azione di responsabilità contro l’appaltatore, decorre dal momento in cui il committente consegua un apprezzabile grado di conoscenza obiettiva della gravità dei difetti e della loro derivazione causale dall’imperfetta esecuzione dell’opera, non essendo sufficiente, di regola, per il decorso del termine suddetto, la constatazione di segni esteriori di danno o di pericolo. Infatti, non potendosi onerare il danneggiato di proporre, senza la dovuta prudenza, azioni generiche a carattere esplorativo o comunque suscettibili di rivelarsi infondate, la conoscenza completa, idonea a determinare il decorso del doppio termine, dovrà ritenersi conseguita, in assenza di convincenti elementi contrari anteriori da dedursi e provarsi dall’appaltatore, solo all’atto dell’acquisizione di idonei accertamenti tecnici

Contratti di somministrazione e la rilevazione dei consumi mediante contatore è assistita da una mera presunzione semplice di veridicità 
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Contratti di somministrazione e la rilevazione dei consumi mediante contatore è assistita da una mera presunzione semplice di veridicità 

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|18 ottobre 2023| n. 28984.

In tema di contratti di somministrazione, la rilevazione dei consumi mediante contatore è assistita da una mera presunzione semplice di veridicità sicché, in caso di contestazione, grava sul somministrante, anche se convenuto in giudizio con azione di accertamento negativo del credito, l'onere di provare che il contatore era perfettamente funzionante, mentre il fruitore deve dimostrare che l'eccessività dei consumi è dovuta a fattori esterni al suo controllo e che non avrebbe potuto evitare con un'attenta custodia dell'impianto, ovvero di aver diligentemente vigilato affinché eventuali intrusioni di terzi non potessero alterare il normale funzionamento del misuratore o determinare un incremento dei consumi.

Valore della causa liquidazione del compenso dell’avvocato a carico del cliente
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Valore della causa liquidazione del compenso dell’avvocato a carico del cliente

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|18 ottobre 2023| n. 28885..

In tema di liquidazione degli onorari dell'avvocato a carico del cliente, ai fini della determinazione del valore della controversia, il giudice è tenuto ad accertarne quello l'effettivo e, qualora esso risulti dalla liquidazione in una misura sensibilmente diversa da quella oggetto della domanda, deve adeguarne l'ammontare al concreto importo oggetto della decisione.

Il giudizio di meritevolezza del contenuto del contratto
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Il giudizio di meritevolezza del contenuto del contratto

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|18 ottobre 2023| n. 28998.

Il giudizio di meritevolezza di cui all'art. 1322, comma 2, c.c. va compiuto avendo riguardo allo scopo perseguito dalle parti, non già alla convenienza, chiarezza o aleatorietà del contratto o delle sue clausole. (Nella specie la S.C. ha cassato la sentenza impugnata che aveva dichiarato immeritevole un contratto di leasing in relazione ad una clausola di "rischio cambio" in base alla valutazione, puramente astratta, di circostanze - aleatorietà, difficoltà di interpretazione, asimmetria delle prestazioni - irrilevanti ai fini di detto giudizio, e non, come necessario, in base alla valutazione in concreto degli scopi pratici perseguiti dai contraenti).

La sentenza dichiarativa del fallimento e la sua trascrizione sono inidonee ad interrompere l’usucapione
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La sentenza dichiarativa del fallimento e la sua trascrizione sono inidonee ad interrompere l’usucapione

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|18 ottobre 2023| n. 28880.

In tema di usucapione, la pronunzia della sentenza dichiarativa del fallimento e la sua trascrizione, ex art. 88 del r.d. n. 267 del 1942, sono inidonee ad interrompere il tempo per l'acquisto del diritto di proprietà, conseguendo l'interruzione del possesso solo all'azione del curatore tesa al recupero del bene mediante spossessamento del soggetto usucapiente, nelle forme e nei modi prescritti dagli artt. 1165 e 1167 c.c.

Lascito eccedente la porzione disponibile (cautela sociniana) legato in sostituzione di legittima
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Lascito eccedente la porzione disponibile (cautela sociniana) legato in sostituzione di legittima

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|18 ottobre 2023| n. 28962.

Qualora il testatore abbia disposto a titolo particolare di tutti i suoi beni o di una parte eccedente la disponibile, legando al legittimario l'usufrutto universale e la nuda proprietà a un estraneo, il legittimario, privato in tutto o in parte della nuda proprietà della quota riservata, è chiamato ab intestato all'eredità; conseguentemente non si ha una figura di legato tacitativo ai sensi dell'art. 551 c.c., che suppone l'istituzione ex asse di altra o di altre persone, ma ricorre di regola l'ipotesi prevista dall'art. 550, comma 2, c.c., prospettandosi pertanto al legittimario la scelta o di eseguire la disposizione o di abbandonare la disponibile per conseguire la legittima.

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Mediazione obbligatoria ed Eccezione tempestiva di improcedibilità per mancato esperimento della procedura ed Erronea pronuncia del giudice

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|16 ottobre 2023| n. 28695.

In tema di mediazione obbligatoria, allorché il convenuto eccepisca tempestivamente l'improcedibilità della domanda per il mancato esperimento del procedimento di mediazione e il giudice erroneamente ritenga che la mediazione non doveva essere esperita, la conseguente nullità può essere fatta valere mediante appello; in tal caso, il giudice d'appello, dichiarata la nullità della sentenza, non potendo disporre la rimessione al primo giudice, è tenuto ad assegnare alle parti il dovuto termine per la presentazione della domanda di mediazione, per poi accertare se la condizione di procedibilità sia stata soddisfatta e trattare la causa nel merito, ovvero, in mancanza, dichiarare l'improcedibilità della domanda giudiziale