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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza del 30 gennaio 2012, n. 3563. Con riferimento ai lavori svolti in esecuzione di un contratto di appalto o di prestazione d’opera, è vero che il dovere di sicurezza è riferibile, oltre che al datore di lavoro (di regola l’appaltatore, destinatario delle disposizioni antinfortunistiche), anche al committente, con conseguente possibilità, in caso di infortunio, di intrecci di responsabilità, coinvolgenti anche il committente medesimo.

La massima Con riferimento ai lavori svolti in esecuzione di un contratto di appalto o di prestazione d’opera, è vero che il dovere di sicurezza è riferibile, oltre che al datore di lavoro (di regola l’appaltatore, destinatario delle disposizioni antinfortunistiche), anche al committente, con conseguente possibilità, in caso di infortunio, di intrecci di responsabilità, coinvolgenti...

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Corte di Cassazione, sezione III, ordinanza 2 febbraio 2012, n. 1493. Allo straniero, sia esso residente o meno in Italia, è sempre consentita l’azione risarcitoria che può essere fatta valere, senza alcuna disparità di trattamento rispetto al cittadino italiano, non solo contro il danneggiante, ma anche con l’azione diretta nei confronti dell’assicurazione o del Fondo di Garanzia per le vittime della strada.

La massima Allo straniero, sia esso residente o meno in Italia, è sempre consentito, a prescindere da qualsiasi condizione di reciprocità, domandare al giudice italiano il risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale derivato dalla lesione di diritti inviolabili della persona (quali il diritto alla salute e ai rapporti parentali o familiari), avvenuta in Italia,...

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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 8 febbraio 2012 n. 4927. Per sostituire la detenzione domiciliare con il lavoro socialmente utile è sufficiente che il condannato non si opponga e non è necessaria la sua richiesta.

Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 8 febbraio 2012 n. 4927 La Suprema Corte di cassazione, con la sentenza in commento, nega che incomba sul condannato l’obbligo, non solo di fare domanda per il lavoro socialmente utile, ma anche di indicare l’ente presso il quale svolgere l’attività e di ottenerne il consenso....

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza del 17 gennaio 2012, n. 542. La prescrizione civile si allunga con l’astratta configurabilità del reato..

La massima Nel caso in cui l’illecito civile sia considerato dalla legge come reato perseguibile a querela, l’eventuale più lunga prescrizione prevista per l’illecito penale si applica anche all’azione di risarcimento (art. 2947 co. 3, c.c.) sebbene la querela non sia stata presentata, ma a condizione che il Giudice civile accerti incidenter tantum gli estremi...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 7 febbraio 2012, n. 4703. E’ legittima la misura cautelare dell’interdizione dall’esercizio dell’attività ex articolo 13, d.lgs. 231/2001 irrogata ad uno studio professionale.

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II PENALE Sentenza 7 febbraio 2012, n. 4703 IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SECONDA SEZIONE PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GIUSEPPE MARIA COSENTINO – Presidente Dott. DOMENICO GENTILE – Consigliere – Dott. MARGHERITA TADDEI – Rel. Consigliere – Dott. DOMENICO CHINDEMI – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 24 novembre 2011, n. 24841. In tema di adempimento contrattuale, la parte adempiente che abbia agito richiedendo l’esecuzione del contratto in forma specifica, ha la facoltà di invocare, in sostituzione dell’originaria pretesa, la facoltà di recesso ai sensi dell’art. 1385 comma 2 c.c.

La massima In tema di adempimento contrattuale, la parte adempiente che abbia agito richiedendo l’esecuzione del contratto in forma specifica, ha la facoltà di invocare, in sostituzione dell’originaria pretesa, la facoltà di recesso ai sensi dell’art. 1385 comma 2 c.c., in quanto il recesso costituisce un diritto della parte che sopravvive alla domanda di adempimento....

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza del 31.1.2012, n. 3897. Costituisce danno patrimoniale rilevante per il delitto di truffa anche il complessivo costo per le attività di autotutela anche giurisdizionale cui la pubblica amministrazione deve ricorrere in conseguenza di condotte riconducibili ad artifici e raggiri.

La massima Costituisce danno patrimoniale rilevante per il delitto di truffa anche il complessivo costo per le attività di autotutela anche giurisdizionale cui la pubblica amministrazione deve ricorrere in conseguenza di condotte riconducibili ad artifici e raggiri. Suprema Corte di Cassazione penale Sez. IV sentenza del 31.1.2012, n. 3897 …omissis… 3. Il ricorso è fondato...

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Corte di Cassazione, sezioni Unite, sentenza 21 novembre 2011, n. 24406. Al fine di integrare la fattispecie di cui all’art. 1227, c. 1 c.c. il comportamento omissivo del danneggiato rilevante non è solo quello tenuto in violazione di una norma di legge, ma anche più genericamente in violazione delle regole di diligenza e correttezza

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Sentenza 21 novembre 2011, n. 24406 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLO VITTORIA – Primo Pres.te f.f. Dott. MARIO ADAMO – Presidente Sezione – Dott. GIUSEPPE SALME’ – Consigliere – Dott. ANTONIO...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 8 novembre 2011, n. 40520. La convergenza di plurime attendibili dichiarazioni che si limitino ad affermare la conosciuta appartenenza ad un sodalizio criminoso configura meri indizi di colpevolezza non idonei all’adozione di misura cautelare personale ai sensi dell’art. 273 c.p.p.

    SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI PENALE Sentenza 8 novembre 2011, n. 40520 Svolgimento del processo – Motivi della decisione   1. Il Tribunale di Caltanissetta in data 27.4-20.5.2011 ha confermato l’ordinanza custodiale carceraria emessa dal locale GIP il 29.3.2011 nei confronti di F.G. per il reato di partecipazione all’associazione mafiosa Cosa nostra,...

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Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza del 24.1.2012, n. 291. La dizione generica di stile apposta nei ricorsi giurisdizionali, secondo cui sono impugnati pure gli atti presupposti, connessi e conseguenti al provvedimento gravato in via principale, non può ritenersi sufficiente a far ricomprendere nell’oggetto dell’impugnazione

La massima La dizione generica di stile apposta nei ricorsi giurisdizionali, secondo cui sono impugnati pure gli atti presupposti, connessi e conseguenti al provvedimento gravato in via principale, non può ritenersi sufficiente a far ricomprendere nell’oggetto dell’impugnazione atti non nominati e dei quali non è possibile l’individuazione nel testo del ricorso, nemmeno esaminando le censure...