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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza del 17 aprile 2013, n. 9358. Il notaio che, quand’anche sistematicamente, offra la propria prestazione ad onorari e compensi più contenuti rispetto a quelli derivanti dall’applicazione della tariffa notarile, non pone in essere, per ciò solo, un comportamento di illecita concorrenza

La massima Il notaio che, quand’anche sistematicamente, offra la propria prestazione ad onorari e compensi più contenuti rispetto a quelli derivanti dall’applicazione della tariffa notarile, non pone in essere, per ciò solo, un comportamento di illecita concorrenza, essendone venuta meno la rilevanza sul piano disciplinare della relativa condotta.   Suprema Corte di Cassazione sezione II...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 30 aprile 2013 n. 10196. Nulla la delibera assembleare quando stabilisca interessi moratori per il ritardo dei pagamenti delle quote condominiali, trattandosi per l’appunto di statuizioni che non rientrano nei poteri dell’assemblea

  Il testo integrale   Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 30 aprile 2013 n. 10196[1] La delibera deve considerarsi nulla, perché non rientra nei poteri dell’assemblea, deliberando a maggioranza, stabilire interessi moratori a carico dei condomini nel ritardo dei pagamenti delle quote condominiali, potendo tale previsione essere inserita soltanto in un regolamento contrattuale, approvato all’unanimità....

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 30 aprile 2013 n. 18969. In tema di droga; la custodia cautelare in carcere solo se la pericolosità è fuori della norma

Il testo integrale   Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 30 aprile 2013 n. 18969[1] Le esigenze cautelari di eccezionale rilevanza che impongono il mantenimento della misura custodiale carceraria, pur in presenza delle condizioni considerate dall’articolo 89, comma 2, Tu stup., non coincidono con una normale situazione di pericolosità, ma si identificano in una esposizione...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza n. 9777 del 23 aprile 2013. In tema di contratto di agenzia è legittima la clausola di tacita rinnovazione di anno in anno salvo disdetta

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza n. 9777  del 23 aprile 2013 Svolgimento del processo Con sentenza depositata il 5 giugno 2008 la Corte d’Appello di Roma, in parziale riforma della sentenza del Tribunale, ha condannato la società Fremil a corrispondere a A.S. Euro 2071,51 al titolo di pagamento delle provvigioni portate da due...

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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 21 marzo 2013, n.13071. Se, con riferimento al reato di furto, l’occultamento della refurtiva prelevata dallo scaffale di un supermercato all’interno di una borsa in possesso dell’imputato (o, eventualmente, sulla sua persona), configuri la circostanza aggravante dell’essersi avvalso di un qualsiasi mezzo fraudolento, ai sensi dell’art. 625, comma 1, n. 2 c.p. ?

  E’rimessa alle Sezioni Unite la seguente questione di diritto: se, con riferimento al reato di furto, l’occultamento della refurtiva prelevata dallo scaffale di un supermercato all’interno di una borsa in possesso dell’imputato (o, eventualmente, sulla sua persona), configuri la circostanza aggravante dell’essersi avvalso di un qualsiasi mezzo fraudolento, ai sensi dell’art. 625, comma 1,...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 9 aprile 2013, n. 8576. Può estendersi anche al processo esecutivo il principio del divieto di frazionamento in più parti del credito, originariamente unitario, se ciò è causa di un’indebita maggiorazione dell’aggravio per il debitore

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III CIVILE Sentenza  9 aprile 2013, n. 8576 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AMATUCCI Alfonso – Presidente – Dott. VIVALDI Roberta – Consigliere – Dott. D’ALESSANDRO Paolo – Consigliere – Dott. DE STEFANO Franco...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 19 aprile 2013, n.9618. In tema di valutazione del danno da reato

La massima La valutazione equitativa del danno, in quanto inevitabilmente caratterizzata da un certo grado di approssimatività, è suscettibile di rilievi in sede di legittimità, sotto il profilo del vizio della motivazione, solo se difetti totalmente la giustificazione che quella statuizione sorregge, o macroscopicamente si discosti dai dati di comune esperienza, o sia radicalmente contraddittoria....

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza n. 9778 del 23 aprile 2013. Il lavoratore deve dimostrare il nesso di causalità tra attività lavorativa svolta e malattia contratta

Suprema Corte di Cassazione  sezione lavoro sentenza n. 9778 del 23 aprile 2013   Svolgimento del processo La Corte d’appello di Napoli ha accolto il ricorso proposto dall’Inail e, riformata la sentenza del Tribunale della stessa città, ha respinto la domanda proposta da P.D. con la quale aveva chiesto l’erogazione della rendita in relazione alla...

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Corte do Cassazione, sezione II, sentenza 26 aprile 2013, n. 10082. L’art. 1127 cod.civ., che vieta al proprietario dell’ultimo piano dell’edificio condominiale sopraelevazioni precluse dalle condizioni statiche del fabbricato medesimo, e, quindi, consente all’altro condomino di agire per la demolizione delle opere realizzate in violazione di detto divieto, trova applicazione pure nel caso di sopraelevazioni che non osservino le specifiche disposizioni dettate dalle leggi antisismiche

La massima 1. La sopraelevazione realizzata dal proprietario dell’ultimo piano di edificio condominiale, in violazione delle prescrizioni e cautele tecniche fissate dalle norme speciali antisismiche, è riconducibile nell’ambito della previsione dell’art. 1127, secondo comma, cod. civ. in tema di sopraelevazioni non consentite dalle condizioni statiche del fabbricato. A fronte di tale opera, pertanto, deve riconoscersi...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 29 aprile 2013 n. 18826. In tema di reato di sostituzione di persona con l’utilizzo del nickname

Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 29 aprile 2013 n. 18826[1] Nel caso trattato l’imputata non ha creato un account attribuendosi falsamente le generalità di un altro soggetto, ma ha inserito in una chat di incontri personali i dati identificativi della ex datrice di lavoro ad insaputa di quest’ultima. Invero, non può...