Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza del 9 giugno 2014, n. 12951 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE ha pronunciato la seguente: sentenza sul ricorso 28115-2007 proposto da: FALLIMENTO N. (OMISSIS) DELLA alfa S.R.L. IN LIQUIDAZIONE (C.F. (OMISSIS)), in persona del Curatore dott. I.A.,;...
Categoria: Sentenze – Ordinanze
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 20 giugno 2014, n.14089. Affinché lo spedizioniere acquisti la veste di “spedizioniere vettore” a norma dell'art. 1741 c.c., è necessario che egli assuma l'unitaria obbligazione dell'esecuzione, in piena autonomia, del trasporto della merce con mezzi propri o altrui, verso un corrispettivo commisurato al rischio normale inerente al risultato finale dell'operazione complessiva. La polizza di carico assume la veste di titolo di credito che dà diritto alla consegna delle merci trasportate, sicché il legittimo portatore di tale polizza ha titolo per promuovere l'azione cartolare contro il vettore per la perdita o per i danni subiti dalla merce trasportata
Suprema CORTE DI CASSAZIONE sezione III SENTENZA 20 giugno 2014, n.14089 RITENUTO IN FATTO La ZIM Israel Navigation ltd. convenne in giudizio, davanti al Tribunale di Genova, la s.a.s. Speditex spedizioni internazionali e – sulla premessa di aver effettuato prestazioni di trasporto nell’interesse della NO.VI. Commercial Exportador ltd., in base alle quali aveva depositato...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 19 giugno 2014, n. 14006. In pendenza della condizione sospensiva, il contratto a prestazioni corrispettive produce i suoi normali effetti e vincola i contraenti al puntuale ed esatto adempimento delle obbligazioni rispettivamente assunte: la condizione, infatti, rende incerto il negozio, ma è già fermo ed irrevocabile il vincolo negoziale. Nessun effetto riferito alla situazione finale può però verificarsi finchè dura la pendenza salvo alcune eccezioni derivanti dall'applicazione dei principi ricavabili dalle disposizioni dettate dall'art. 1358 c.c.: da dette disposizioni è possibile individuare il contenuto delle aspettative delle parti del contratto condizionato, ossia delle situazioni soggettive che nascono dal contratto condizionato. Tale contratto fa sorgere diritti ed obblighi preliminari che possono dar luogo a risoluzione per inadempimento alla specifica obbligazione – prevista dal citato art. 1358 c.c. – di ciascun contraente di comportarsi in pendenza della condizione "secondo buona fede per conservare integre le ragioni dell'altra parte", cioè di osservare i doveri di lealtà e correttezza di cui agli artt. 1175 e 1375 c.c., in modo da non influire sul verificarsi dell'evento condizionante pendente
Suprema CORTE DI CASSAZIONE sezione II SENTENZA 19 giugno 2014, n. 14006 Ritenuto in fatto La ITALCOSTRUZIONI s.p.a. con due distinti contratti preliminari di compravendita stipulati il 3.4.1996 si impegnava ad acquistare dalla GESQUAR s.r.l. e dalla SEGIPA s.p.a., che si obbligavano a vendere, terreni siti nel Comune di (OMISSIS) aventi, rispettivamente, una superficie di...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 13 giugno 2014, n. 13491. Poichè nelle successioni mortis causa la delazione, che segue l'apertura della successione, pur rappresentandone un presupposto, non è di per sè sola sufficiente all'acquisto della qualità di erede, per la necessità anche di accettazione da parte del chiamato, chi agisce in giudizio nei confronti del preteso erede è onerato, in applicazione del principio generale posto dall'art. 2697 c.c., dell'onere di provarne l'assunzione della qualità, non desumibile dalla sola chiamata all'eredità, ma conseguendo alla sua accettazione espressa o tacita: sicchè la sua ricorrenza rappresenta un elemento costitutivo del diritto azionato nei confronti del soggetto convenuto in giudizio in detta qualità
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 13 giugno 2014, n. 13491 CASSAZIONE CIVILE REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente – Dott. BANDINI Gianfranco – Consigliere – Dott. MAISANO Giulio – Consigliere – Dott. BERRINO Umberto –...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 13 giugno 2014, n. 13537. Negato il cumulo tra risarcimento del danno alla salute e benefici previdenziali e dei danni alla salute patiti da pubblici impiegati per causa di servizio: anche in questo caso si è affermato che dal risarcimento del danno alla salute debba detrarsi quanto percepito dalla vittima a titolo di trattamento previdenziale o pensione privilegiata
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 13 giugno 2014, n. 13537 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BERRUTI Giuseppe Maria – Presidente – Dott. CARLEO Giovanni – Consigliere – Dott. D’ALESSANDRO Paolo – Consigliere – Dott. STALLA Giacomo Maria –...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 6 giugno 2014, n. 23923. Esercizio arbitrario delle proprie ragioni; violenza sulle cose
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 6 giugno 2014, n. 23923 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DUBOLINO Pietro – Presidente Dott. BRUNO Paolo Antonio – Consigliere Dott. VESSICHELLI Maria – Consigliere Dott. GUARDIANO Alfredo – rel. Consigliere Dott. POSITANO...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza del 23 maggio 2014, n. 21025. Condannati in concorso per i reati di resistenza ex art. 337, lesioni, oltraggio. Il primo alla guida ed il secondo come passeggero in uno ad altri soggetti, venivano fermati dai CC di Muro Lucano per una infrazione stradale. Chiesti i documenti, il primo spintonava e si scagliava contro i carabinieri che stavano procedendo al controllo, il secondo interveniva a favore del passeggero per opporsi all'atto d'ufficio che i pubblici ufficiali stavano compiendo, colpendo al volto e e spintonando il maresciallo e procurando allo stesso le lesioni consistite in un trauma contusivo alla mano sinistra, profferendo al contempo frasi minacciose e integranti l'oltraggio. La valutazione, doppiamente conforme resa dai giudici del merito, riposa sul contenuto del verbale di arresto confermato altresì dal tenore delle relazioni di servizio di due agenti della Polizia locale intervenuti sul luogo nonchè da alcune affermazioni dell'imputato (in sede di interrogatorio davanti al GIP) e di altro teste presente ai fatti
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza del 23 maggio 2014, n. 21025 Intestazione LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente – Dott. PETRUZZELLIS Anna – Consigliere – Dott. APRILE Ercole – Consigliere – Dott. BASSI A. – Consigliere – Dott. PATERNO’ RADDUSA...
Corte di Cassazione, sezione II, ordinanza 13 giugno 2014, n. 13526. Lastrico condominiale; danno causato dal lastrico condominiale di uso esclusivo; spese di riparazione del terrazzo, criterio di riparto stabilito dall'art. 1126 cod. civ. o criterio dell'imputazione per colpa aquiliana
Suprema Corte di Cassazione sezione II ordinanza 13 giugno 2014, n. 13526 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TRIOLA Roberto Michele – Presidente Dott. MIGLIUCCI Emilio – Consigliere Dott. D’ASCOLA Pasquale – rel. Consigliere Dott. SAN GIORGIO Maria Rosaria – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza del 30 maggio 2014, n. 22669. Una volta accertato che il veicolo condotto dall'imputato, in stato di ebbrezza alcolica, fosse andato ad urtare una vettura ferma al bordo della strada, la circostanza che al momento del sinistro piovesse non fosse idonea a rendere dubbio il collegamento causale tra lo stato di ebbrezza (rectius tra la condotta colposa del conducente) ed il sinistro, con buon governo del principio di causalità, correttamente richiamato nella pronuncia, secondo il quale, per escludere il collegamento causale tra la condotta dell'agente e l'evento alla stessa materialmente conseguente, è necessario accertare la sopravvenienza di un evento che, inserendosi nell'iter causale, abbia innescato un percorso eziologico completamente diverso rispetto a quello determinato dall'agente ovvero, pur inserendosi nel percorso causale collegato alla condotta, si connoti per l'assoluta anomalia ed eccezionalità
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza del 30 maggio 2014, n. 22669 LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Presidente – Dott. ROMIS Vincenzo – Consigliere – Dott. DOVERE Salvatore – Consigliere – Dott. IANNELLO Emilio – Consigliere – Dott. SERRAO Eugenia – rel....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 19 giugno 2014, n. 13983. La nozione di mobbing in materia familiare è utile in campo sociologico, ma in ambito giuridico assume un rilievo meramente descrittivo, in quanto non scalfisce il principio che l'addebito della separazione richiede pur sempre la rigorosa prova sia del compimento da parte del coniuge di specifici atti consapevolmente contrari ai doveri del matrimonio – quelli tipici previsti dall'art. 143 c.c. e quelli posti a tutela della personalità individuale di ciascun coniuge in quanto singolo e membro della formazione sociale familiare ex artt. 2 e 29 Cost. – sia del nesso di causalità tra gli stessi atti e il determinarsi dell'intollerabilità della convivenza o del grave pregiudizio per i figli. Questa impostazione, la quale esclude ogni facilitazione probatoria per il coniuge richiedente l'addebito, neppure scalfisce (ed è anzi coerente con) il principio secondo cui il rispetto della dignità e della personalità dei coniugi assurge a diritto inviolabile la cui violazione può rilevare come fatto generatore di responsabilità aquiliana anche in mancanza di una pronuncia di addebito della separazione
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 19 giugno 2014, n. 13983 Svolgimento del processo Il Tribunale di Torino, giudicando nella causa di separazione personale tra i coniugi G.M. e G.F., rigettò le reciproche domande di addebito, dispose l’affidamento condiviso del figlio minore con collocazione abitativa presso la madre, disciplinando le modalità dei rapporti con...