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Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 26 febbraio 2015, n. 971. L'art. 23-bis, lett. e), della legge Tar, si riferisce non solo alle "ampie operazioni di dismissione di beni pubblici" ma "anche all'alienazione dei singoli beni". Il rito abbreviato trova la sua ragion d'essere nell'esigenza che i giudizi in talune materie di particolare interesse, strategico o finanziario, dello Stato e della comunità vengano definiti con sollecitudine e con priorità rispetto al generalità delle controversie; in tale prospettiva, l'alienazione dei beni dello Stato e degli altri enti pubblici riveste tali connotati, non solo per quel che attiene ai programmi generali di dismissione delle proprietà pubbliche ma anche agli atti attuativi dei programmi medesimi, in quanto strumenti essenziali per il risanamento della finanza pubblica. Ebbene, a mente dell’art. 23 bis cit., il termine per la proposizione dell'appello avverso la sentenza del Tribunale amministrativo regionale “è di trenta giorni dalla notificazione e di centoventi giorni dalla pubblicazione della sentenza”.

Consiglio di Stato sezione IV sentenza 26 febbraio 2015, n. 971 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 1372 del 2011, proposto da: Gi.Fr.Bi.Mo., rappresentato e difeso dall’avv. Da.Ga., con domicilio eletto presso Da.Ga. in...

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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 16 febbraio 2015, n. 6718. Può rispondere della morte di due persone conseguente ad un incidente avvenuto su pista ciclabile il direttore dei lavori che non abbia rispettato il progetto originario e, comunque, le regole ministeriali, di valenza cautelare, di costruzione dell'impianto

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 16 febbraio 2015, n. 6718 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZECCA Gaetanin – Presidente Dott. FOTI Giacomo – Consigliere Dott. VITELLI CASELLA Luc – rel. Consigliere Dott. PICCIALLI Patrizia – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 13 febbraio 2015, n. 6476. Per il reato di produzione, traffico e detenzione di stupefacenti di lieve entità, nella nuova formulazione contenuta nella legge n. 79 del 2014, se non è applicabile la misura cautelare della custodia in carcere, è peraltro possibile l'applicazione delle altre misure cautelari, tra cui anche quella degli arresti domiciliari

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 13 febbraio 2015, n. 6476 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente Dott. LEO Guglielmo – Consigliere Dott. FIDELBO Giorgio – rel. Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 13 febbraio 2015, n. 6408. Il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione o dissipazione è configurabile solo quando il pregiudizio per i creditori esista al momento della dichiarazione di fallimento e non all'atto del compimento dell'attività antidoverosa

  Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 13 febbraio 2015, n. 6408 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FERRUA Giuliana – Presidente Dott. GUARDIANO Alfredo – rel. Consigliere Dott. PISTORELLI Luca – Consigliere Dott. POSITANO Gabriele – Consigliere Dott. CAPUTO...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 26 febbraio 2015, n. 3957. In tema di benefici previdenziali in favore dei lavoratori esposti all' amianto – ai fini del riconoscimento della maggiorazione del periodo contributivo ex art. 13, comma 8, della legge n. 257 del 1992 applicabile "ratione temporis" – occorre verificare se vi sia stato superamento della concentrazione media della soglia di esposizione all'amianto di 0,1 fibre per centimetro cubo, quale valore medio giornaliero su otto ore al giorno, avuto riguardo ad ogni anno utile compreso nel periodo contributivo ultradecennale in accertamento e non, invece, in relazione a tutto il periodo globale di rivalutazione, dovendosi ritenere il parametro annuale (esplicitamente considerato dalle disposizioni successive che hanno ridisciplinato la materia) quale ragionevole riferimento tecnico per determinare il valore medio e tenuto conto, in ogni caso, che il beneficio è riconosciuto per periodi di lavoro correlati all'anno. In effetti, ciò che rileva è l'esposizione media giornaliera nell'arco delle otto ore lavorative, che è cosa diversa dall'affermare che l'esposizione debba superare necessariamente il limite delle 0,1 ff/cc in ciascuna delle otto ore. Sul punto vale evidenziare che l'art. 24 del d.Lgs. n. 277/1991 – ratione temporis applicabile al caso in esame – prevede che l'esposizione alla poveri di amianto va calcolata "in rapporto ad un periodo di riferimento di otto ore.." evidentemente facendo riferimento all'esposizione media nell'arco di otto ore ( peraltro, anche l'art. 254 del d.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81 al primo comma stabilisce che "Il valore limite di esposizione per l'amianto è fissato a 0,1 fibre per centimetro cubo di aria, misurato come media ponderata nel tempo di riferimento di otto ore’’)

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza  26 febbraio 2015, n. 3957 Fatto M. E. conveniva in giudizio l’INPS esponendo di aver ottenuto dall’INAIL il riconoscimento di alcuni periodi non consecutivi di esposizione qualificata all’amianto, di durata complessivamente ultradecennale, e chiedendo il riconoscimento dell’esposizione anche per gli ulteriori periodi dal 17.9.73 al 31.10.74 e dal...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 13 febbraio 2015, n. 2858. Ai fini della liquidazione delle spese di giudizio, il valore della causa di opposizione agli atti esecutivi va determinato sulla base del «credito assegnato» e non del credito complessivamente indicato nell'atto di precetto

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 13 febbraio 2015, n. 2858 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SALME’ Giuseppe – Presidente Dott. VIVALDI Roberta – Consigliere Dott. AMENDOLA Adelaide – Consigliere Dott. FRASCA Raffaele – Consigliere Dott. BARRECA Giuseppina...

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Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 13 febbraio 2015, n. 2935. In caso di accertamento tributario per ritenuta indeducibilità di costi, in quanto relativi a fatture per operazioni inesistenti, la prova della predetta indeducibilità deve essere sopportata dal contribuente, e nel caso in cui quest'ultimo produca fatture, non è comunque preclusa all'Amministrazione finanziaria la prova della falsità dei documenti anche a mezzo di presunzione semplice

Suprema Corte di Cassazione sezione Tributaria sentenza 13 febbraio 2015, n. 2935 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MERONE Antonio – Presidente Dott. SAMBITO Maria Giovanna Concetta – Consigliere Dott. MELONI Marina – Consigliere Dott. NAPOLITANO Lucio – Consigliere Dott. BRUSCHETTA...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 26 febbraio 2015, n. 3936. Nei procedimenti di opposizione ai decreti di liquidazione dei compensi inerenti a giudizi civili e penali suscettibili (in caso di mancata condanna degli imputati o di impossibilità di recupero) di restare a carico dell’Erario, anche quest’ultimo, identificato nel Ministero della Giustizia, è parte necessaria

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 26 febbraio 2015, n. 3936 Svolgimento del processo Con ricorso in data 5/12/2008 C.D. e C.F. impugnavano con ricorso proposto ai sensi dell’art. 170 D.P.R. 115 del 2002 il provvedimento in data 25/11/2008 con il quale il Procuratore della Repubblica di Castrovillari revocava il decreto di liquidazione del...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 13 febbraio 2015, n. 2865. Il locatore che abbia chiesto ed ottenuto la risoluzione anticipata del contratto di locazione per inadempimento del conduttore, ha diritto anche al risarcimento del danno per la anticipata cessazione del rapporto. L'ammontare del danno risarcibile costituisce valutazione del giudice di merito che terrà conto di tutte le circostanze del caso concreto

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 13 febbraio 2015, n. 2865 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SEGRETO Antonio – Presidente Dott. CARLEO Giovanni – Consigliere Dott. SESTINI Danilo – Consigliere Dott. RUBINO Lina – rel. Consigliere Dott. D’AMICO Paolo...